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05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo

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franco. La giunta comun<strong>al</strong>e avrebbe trattato con l’azienda preparando il campo per un’asta e vendere il terreno<br />

partendo da una base <strong>di</strong> circa 5 milioni. Voci parlano <strong>di</strong> un investimento da oltre 100 milioni <strong>di</strong> euro che potrebbe<br />

garantire 200 posti <strong>di</strong> lavoro. Ma l’opposizione è contraria ed è pronta a dare battaglia in Consiglio. Il<br />

Pd, da lunedì, quando in commissione urbanistica è stata presentata l’operazione, è in fibrillazione. «Nella<br />

prima istanza presentata <strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Vedelago d<strong>al</strong>le due <strong>di</strong>tte proponenti il progetto si parlava <strong>di</strong> un migliaio<br />

<strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, poi si è arrivati a definire che la cartiera potrebbe occupare circa venti addetti <strong>al</strong>tamente<br />

speci<strong>al</strong>izzati -attacca Laura Viola, segretario del Pd- Poi l’enorme quantità <strong>di</strong> acqua in<strong>di</strong>spensabile ad una<br />

cartiera impatterebbe in modo gigantesco sulle f<strong>al</strong>de acquifere, le cartiere sono considerate industrie ad <strong>al</strong>tissimo<br />

inquinamento, ma non solo, il sito scelto è a ridosso <strong>di</strong> aree residenzi<strong>al</strong>i e stiamo parlando <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio<br />

<strong>al</strong>to 40 metri; tutto questo p<strong>al</strong>esato lunedì e messo <strong>al</strong> voto dopo 4 giorni». «È un’operazione -prosegueche<br />

dovrà essere vagliata in ogni minimo particolare, acquisiremo tutti i documenti <strong>di</strong> Vedelago, coinvolgeremo<br />

la città, gli <strong>al</strong>tri partiti, le associazioni ambient<strong>al</strong>iste e non permetteremo che il Comune per risolvere il<br />

suo problema con il patto <strong>di</strong> stabilità sventri Castelfranco».<br />

La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />

26 settembre 2012<br />

Operazione Barcon, Rotocart si sfila<br />

La cartiera partner <strong>di</strong> Colomberotto tratta con la giunta <strong>di</strong> Castelfranco per l’area industri<strong>al</strong>e tra le vie Sile e<br />

Lovara<br />

CASTELFRANCO Comincia a perdere pezzi il progetto della contestatissima mega-area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon.<br />

La Rotocart <strong>di</strong> Piombino Dese, la cartiera interessata ad affiancare Colomberotto nell’operazione Barcon, si<br />

sfila, cerca e parrebbe aver trovato un’<strong>al</strong>ternativa. Rotocart, infatti, ha avviato contatti con l’amministrazione<br />

<strong>di</strong> Castelfranco che lunedì sera ha compiuto il primo atto form<strong>al</strong>e per consentire <strong>al</strong>la Rotocart l’acquisto <strong>di</strong><br />

120 mila metri quadrati <strong>di</strong> terreno compresi tra via Lovara, via Sile e le due ferrovie. Si tratta dell’area a nord<br />

dello sc<strong>al</strong>o merci e degli e<strong>di</strong>fici dell’ex Istituto agrario, <strong>di</strong> cui costituivano la campagna. A confermarlo è lo<br />

stesso assessore <strong>al</strong> Patrimonio e <strong>al</strong>l’Urbanistica Roberto Filippetto, leghista, che sgambetta così (involontariamente)<br />

il sindaco leghista <strong>di</strong> Vedelago che sull’operazione Barcon si è giocato faccia e carriera politica. In<br />

pratica Rotocart, viste le <strong>di</strong>fficoltà a Barcon si è guardata intorno e ha manifestato interesse per Castelfranco,<br />

probabilmente proprio per l’area resa appetibile d<strong>al</strong>la presenza dello Sc<strong>al</strong>o merci decisamente sottoutilizzato,<br />

come conferma Filippetto: «Hanno un traffico fra i 3 e i 400 carri <strong>al</strong>l’anno, quando ne servirebbero 10 volte<br />

tanti per stare in pie<strong>di</strong>. Ovvio che con un’operazione del genere anche il raccordo ferroviario avrebbe una sua<br />

ragione <strong>di</strong> esistere. E poi», inc<strong>al</strong>za l’assessore, «dopo 30 anni avremo fin<strong>al</strong>mente un’azienda che torna a inse<strong>di</strong>arsi<br />

da noi, tra tante che vanno via o chiudono». L’assessore parla <strong>di</strong> un investimento <strong>di</strong> 110 milioni <strong>di</strong><br />

euro, con 200 posti <strong>di</strong> lavoro e turni <strong>di</strong> 24 ore su 24. «Ci siamo informati ci mancherebbe», confessa can<strong>di</strong>damente.<br />

Intanto lunedì sera in Commissione Bilancio e Patrimonio e successivamente in Commissione Urbanistica<br />

è stata portata la Variante <strong>al</strong> Piano Alienazioni, per mettere <strong>al</strong>l’asta (sic!) il terreno su una base <strong>di</strong> 5<br />

milioni e 300 mila euro. Stante il fatto che le recenti aste del Comune per lotti minori sia <strong>di</strong> importo che <strong>di</strong><br />

estensione sono andate tutte deserte, non ci vuole molto a tirare le ovvie conclusioni: non saranno molti i<br />

concorrenti intenzionati a partecipare e a far s<strong>al</strong>ire il prezzo. Come faccia il Comune a essere così sicuro sulla<br />

buona riuscita dell’operazione non si sa, avrà avuto delle garanzie. Certo è che l’asta si farà ad ottobre e a<br />

gennaio le ruspe dovrebbero cominciare a spianare l’area. Ma è <strong>al</strong>trettanto certo che chi non starà zitta è l’opposizione<br />

che già in Commissione ha espresso la propria contrarietà a cominciare d<strong>al</strong> consigliere del Pd Sebastiano<br />

Sartoretto: «Ma chi volete che concorra se non è già d’accordo?», chiede, «Io resto stupefatto d<strong>al</strong>la<br />

<strong>di</strong>sinvoltura <strong>di</strong> questa amministrazione: ha le aste che vanno deserte, cambia in corsa il Piano Alienazioni<br />

per mettere <strong>al</strong>l’asta un terreno che non era stato preso in considerazione per la ven<strong>di</strong>ta, cambia il Prg, il Pat,<br />

le destinazioni d’uso <strong>di</strong> un’area senza rendersi conto delle conseguenze giuri<strong>di</strong>che e senza v<strong>al</strong>utare l’impatto<br />

<strong>di</strong> una scelta presa in corsa», <strong>di</strong>ce come un fiume in piena, «intanto serve un mare d’acqua per lavorare la<br />

cellulosa, la pescheranno in f<strong>al</strong>da, con qu<strong>al</strong>i conseguenza? E lo sm<strong>al</strong>timento dove e come avverrà? D<strong>al</strong> punto<br />

<strong>di</strong> vista del traffico qu<strong>al</strong>e impatto ci sarà, senza contare che quello è uno dei pochi polmoni ver<strong>di</strong> rimasti fra<br />

Castelfranco, S<strong>al</strong>varosa, S<strong>al</strong>vatronda e Campigo. Si parla <strong>di</strong> 80-90 mila metri quadri coperti, con i tantissimi<br />

capannoni vuoti che già ci sono a Castelfranco. Il tutto in poche ore, perché vogliono portare le variazioni ai<br />

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