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05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo

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<strong>di</strong>fficile ma <strong>al</strong>meno ve<strong>di</strong>amo che non <strong>di</strong>ventino 1.076 con varianti ad hoc». Così il segretario della Cgil, Paolino<br />

Barbiero, riba<strong>di</strong>sce il suo «niet» ai progetti <strong>di</strong> Barcon e Cas<strong>al</strong>e. E non solo a quelli. «Il riutilizzo e il recupero <strong>di</strong><br />

zone industri<strong>al</strong>i abbandonate va affrontato anche per i piccoli inse<strong>di</strong>amenti - aggiunge - quelli da pochi ettari,<br />

Comune per Comune». L’importante, insomma, è non re<strong>al</strong>izzarne <strong>di</strong> nuovi. Almeno non senza l’obbligo <strong>di</strong><br />

recuperarni, in cambio, <strong>di</strong> vecchi. E in b<strong>al</strong>lo ci sono pure delle proposte per quanto riguarda Colomberotto e<br />

Ikea. «Pensiamo <strong>al</strong>la Zanussi, <strong>al</strong>la Fervet, <strong>al</strong>la Merloni e <strong>al</strong>la Marmitte Zara - conclude Barbiero - bisogna<br />

entrare nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee che si può e si deve lavorare con i cre<strong>di</strong>ti urbanistici».<br />

Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />

15 febbraio 2012<br />

Desidero con<strong>di</strong>videre <strong>al</strong>cune riflessioni in merito <strong>al</strong> <strong>di</strong>battito in corso sulle proposte <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi<br />

a Barcon <strong>di</strong> Vedelago – un enorme macello e una cartiera – e a Cas<strong>al</strong>e sul Sile – un nuovo punto ven<strong>di</strong>ta Ikea.<br />

Un’osservazione prima <strong>di</strong> tutto: le categorie produttive sono unite con i sindacati (la Cgil in questo caso) contro<br />

la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> questi gran<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti e esprimono dubbi, rifiuti o <strong>al</strong>ternative. Le Istituzioni – la Provincia<br />

in primis – si pronunciano fondament<strong>al</strong>mente a favore, con le note argomentazioni che parlano <strong>di</strong> sviluppo,<br />

occupazione e nuove opere pubbliche. E la domanda è dunque obbligatoria: le istituzioni chi rappresentano se<br />

importanti categorie interessate <strong>di</strong>rettamente da questi progetti si esprimono in senso opposto?<br />

È da anni ormai che si parla <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> suolo inarrestabile, della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> terreno agricolo, <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />

produttivi – i capannoni – vuoti e <strong>di</strong> case senza acquirenti. Eppure gli enti territori<strong>al</strong>i non sembrano essere<br />

capaci <strong>di</strong> invertire la rotta, <strong>di</strong> arrestare un processo che d<strong>al</strong> secondo dopoguerra ha portato ad aumentare<br />

del 500% le superfici urbanizzate. Non mi sembra qui la sede per riportare dati più precisi o fonti<br />

bibliografiche, anche perché temo sarebbe come cercare <strong>di</strong> far smettere <strong>di</strong> fumare un fumatore <strong>di</strong>cendogli<br />

che il fumo fa m<strong>al</strong>e: non funziona. Il punto è un <strong>al</strong>tro, evidentemente. Ci siamo smarriti completamente,<br />

viviamo spaesati in luoghi nei qu<strong>al</strong>i ci riconosciamo sempre meno, e non riusciamo a renderci conto che<br />

dobbiamo trovare <strong>al</strong>tre strade per rispondere <strong>al</strong>la crisi.<br />

Una proposta concreta, per quanto riguarda il polo <strong>di</strong> Barcon, è stata avanzata da Paolino Barbiero della Cgil<br />

e va, fin<strong>al</strong>mente, in una <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>versa: perché non utilizzare un’area industri<strong>al</strong>e già esistente ma <strong>di</strong>smessa?<br />

Considerazioni del tutto an<strong>al</strong>oghe si possono fare anche sul caso Ikea. Semplice, semplicissimo: si può fare,<br />

perché <strong>al</strong>lora non ci proviamo? Certo, il profitto c<strong>al</strong>erà e si dovrà magari rinunciare a qu<strong>al</strong>che opera prevista<br />

in compensazione, a venderci il territorio in cambio <strong>di</strong> una scuola, <strong>di</strong> una strada o <strong>di</strong> un po’ <strong>di</strong> oneri <strong>di</strong><br />

urbanizzazione – fonte primaria <strong>di</strong> introiti per i comuni che, se non vado errato, verrebbe persa in caso <strong>di</strong><br />

aree già urbanizzate: sarà per questo che gli amministratori non spingono in questa <strong>di</strong>rezione?<br />

Qu<strong>al</strong>cosa sarà perso, ma la collettività vedrà preservato, per sé e per i propri figli, uno dei suoi beni più preziosi<br />

– l’integrità del territorio e del paesaggio – mantenendo <strong>al</strong> tempo stesso i (non sempre certi) vantaggi in<br />

termini <strong>di</strong> occupazione.<br />

Proviamo dunque a partire d<strong>al</strong> semplice suggerimento <strong>di</strong> Barbiero: si può fare, subito, è già stato fatto, ed è<br />

molto meglio per quasi tutti.<br />

*<strong>di</strong>rettore Fondazione Benetton Stu<strong>di</strong> Ricerche<br />

Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />

14 febbraio 2012<br />

TREVISO - Il progetto del mega inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e proposto a Barcon continua a far <strong>di</strong>scutere. E<br />

a far litigare. «Nell’ultimo consiglio provinci<strong>al</strong>e abbiamo presentato una mozione che metteva in conto lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre soluzioni puntando <strong>al</strong> recupero <strong>di</strong> aree produttive <strong>di</strong>smesse, questa è stata bocciata d<strong>al</strong>la Lega<br />

e d<strong>al</strong> Pdl ma il giorno dopo Franco Bonesso se n’è uscito <strong>di</strong>cendosi assolutamente contrario <strong>al</strong> progetto -<br />

sbotta Gianluca Maschera, capogruppo dell’Idv - le cose sono due: o Bonesso è stato folgorato sulla via <strong>di</strong><br />

Damasco oppure teme <strong>di</strong> esprimere il suo vero pensiero con il voto in consiglio per non urtare la Lega e, <strong>di</strong><br />

conseguenza, far scricchiolare un’<strong>al</strong>leanza che in Provincia è a prova <strong>di</strong> colpo <strong>di</strong> vento». Una questione<br />

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