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05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo

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una volta, ed è la seconda, la classe politica ha fatto una scelta controproducente. La prima affossando la cosidetta<br />

strada dei cavatori, ora tagliando le gambe in modo definitivo <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento». La delusione a Barcon<br />

è enorme. Ed è sfociata in un lavoro notturno con l’affissone <strong>di</strong> manifesti, drappi, con scritte anche molto offensive,<br />

<strong>al</strong>l’in<strong>di</strong>rizzo soprattutto del segretario provinci<strong>al</strong>e della Lega Nord Granello, dell’assessore Renzo<br />

Franco, e del consigliere Oscar Bor<strong>di</strong>gnon. «A Barcon è il pensiero della maggioranza dei capi famiglia, dei<br />

senza lavoro, senza sussi<strong>di</strong>: abbiamo perso strade, occupazione, oneri provenienti d<strong>al</strong>le due aziende che non<br />

entreranno più nella casse comun<strong>al</strong>i. Ma non solo Barcon, anche la terra <strong>di</strong> frontiera verso Trevignano è nella<br />

stessa situazione. Chi contestava? Era giovani organizzati -<strong>di</strong>ce ancora la Vettoretto- non certo padri <strong>di</strong> famiglia.<br />

D’<strong>al</strong>tra parte un simile progetto non poteva andar bene a qu<strong>al</strong>che pensionato stat<strong>al</strong>e o a personaggi benestanti<br />

che a mezzogiorno si trovano sempre il piatto <strong>di</strong> minestra in tavola». Anche molti citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Vedelago<br />

sono delusi, mentre <strong>al</strong>tri invece hanno esultato. E spiega bene perchè Fiorenza Morao <strong>di</strong> Primavera Civica:<br />

«L’area agricola che correva il rischio <strong>di</strong> essere sopraffatta dagli interessi <strong>di</strong> pochi a scapito del territorio, e dei<br />

suoi abitanti, è s<strong>al</strong>va. Ci auguriamo che questa sia una soluzione definitiva e che la campagna <strong>di</strong> Barcon non<br />

debba essere sacrificata a favore della cementificazione. Atten<strong>di</strong>amo ora il responso fin<strong>al</strong>e della Giunta Region<strong>al</strong>e,<br />

auspicando che il progetto sia archiviato per sempre». In re<strong>al</strong>tà, in una situazione <strong>di</strong> caos, non solo<br />

in paese e nelle frazioni ma anche <strong>al</strong>l’interno della Giunta, il sindaco Paolo Quaggiotto non ha ancora perso<br />

tutte le speranze. E me<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tornare <strong>al</strong>la carica. Come? Riproponendo ai citta<strong>di</strong>ni il progetto, spiegando loro<br />

tutti i dettagli e poi riportandolo in Consiglio. Dovesse accadere, c’è da attendersi un fuoco <strong>di</strong> sbarramento.<br />

Come se questa faccenda non volesse morire mai.<br />

Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />

10 ottobre 2012<br />

VEDELAGO<br />

«Appuntamento con la storia che questo paese ha sprecato»<br />

Il sindaco Quaggiotto torna sulla bocciatura dell’assemblea comun<strong>al</strong>e<br />

«L’inse<strong>di</strong>amento avrebbe risolto viabilità, occupazione, lavoro e sviluppo»<br />

Tre anni <strong>di</strong> battaglia politica, <strong>di</strong> comitati spontanei e organizzati, <strong>di</strong> gente comune pro e contro il progetto,<br />

per arrivare a un soffertissimo verdetto quando il Consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la fine ha detto «no» <strong>al</strong> progetto Barcon.<br />

La cartiera della Rotocart <strong>di</strong> Gelain e il macello della Colomberotto dovranno dunque trovarsi un <strong>al</strong>tro<br />

sito. A Vedelago lunedì sera sono state quasi 4 ore ad <strong>al</strong>ta tensione con lo spazio riservato <strong>al</strong> pubblico occupato<br />

in anticipo dai sostenitori dell’inse<strong>di</strong>amento. Ma c’era tantissima gente anche <strong>al</strong>l’esterno, costretta a seguire<br />

la seduta attraverso le finestre. Non sono mancate scintille e spintoni tra i sostenitori delle opposte<br />

fazioni. Davanti <strong>al</strong> municipio c’era <strong>di</strong> tutto: torce accese, manifestini, per<strong>fino</strong> due vuvuzelas che hanno strombazzato<br />

per <strong>al</strong>cuni minuti, <strong>al</strong> punto che potrebbe scattare una denuncia per <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> pubblica seduta. Insomma,<br />

serata durissima anche per i carabinieri e polizia loc<strong>al</strong>e. In questo clima da sta<strong>di</strong>o è stata presa una<br />

decisione che avrà inevitabili ripercussioni sul futuro del paese. E il sindaco Paolo Quaggiotto lo riba<strong>di</strong>sce<br />

anche il giorno dopo: «Sono sereno e consapevole <strong>di</strong> aver fatto ciò che deve fare un sindaco per la sua gente<br />

in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficili come quello che stiamo vivendo. Per Vedelago il progetto Barcon era un appuntamento<br />

con la storia, purtroppo mancato. Eravamo a un bivio -continua il primo citta<strong>di</strong>no- ovvero rimanere così come<br />

siamo o svoltare e dare un vestito <strong>di</strong>verso a Vedelago. Le premesse per uno sviluppo c’erano tutte: siamo a<br />

ridosso del Corridoio 5, il Kiev-Lisbona, e con la Pedemontana Veneta avevamo un’<strong>al</strong>tra finestra sull’Europa.<br />

L’indotto attorno <strong>al</strong> polo avrebbe generato 20 milioni <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong> l’anno, senza contare i benefici derivati d<strong>al</strong>lo<br />

scavo». Una pausa. «Dovevamo solo aprire la strada -aggiunge- per poter entrare nella Conferenza dei Servizi<br />

e in quella sede stu<strong>di</strong>are il progetto. Lo ha capito la gente <strong>di</strong> Barcon, non l’ha capito chi ha votato «no». Purtroppo<br />

ci sono ren<strong>di</strong>te <strong>di</strong> posizione che hanno fatto bocciare l’operazione. Èf<strong>al</strong>lito un progetto che avrebbe risolto<br />

viabilità, occupazione, lavoro e sviluppo. Senza impresa non c’è lavoro. Senza lavoro non c’è famiglia.<br />

Senza famiglia non c’è società. Certa gente doveva pensarci. A Vedelago a abbiamo 1.454 <strong>di</strong>soccupati; <strong>di</strong><br />

questi 1.060 sono vedelaghesi. È vero, per anni il territorio è stato devastato. Ora che c’è fame, usarlo risolvendo<br />

il problema <strong>di</strong> sostenibilità soci<strong>al</strong>e, dare lavoro <strong>al</strong>la gente e s<strong>al</strong>vare le famiglie non era un errore». Poi<br />

una consapevolezza: «Chi sarà sindaco dopo <strong>di</strong> me, come farà ad assicurare i servizi? Hanno s<strong>al</strong>vato i campi,<br />

ma non hanno risolto tutti gli <strong>al</strong>tri problemi. E i camion continueranno a passare». Il clima a Vedelago è tur-<br />

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