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05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo

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Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />

20 marzo 2012<br />

TREVISO - «Questa <strong>al</strong>tro non è che una porta definitivamente aperta per i progetti <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile e<br />

<strong>di</strong> Colomberotto e Roto-Cart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago». Così Gianluca Maschera, capogruppo dell’Idv, bolla il via<br />

libera (13 voti a 11) dato d<strong>al</strong>la maggioranza nel consiglio provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> ieri sera <strong>al</strong>le linee guida, scritte dai<br />

capogruppo <strong>di</strong> Lega e Pdl, che definiscono i criteri per c<strong>al</strong>are nel piano urbanistico della Marca i due mega<br />

inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i. E tutta l’opposizione è sulla stessa lunghezza d’onda. Quel che è certo è che ieri il<br />

centrodestra, con i pur pesantissimi <strong>di</strong>stinguo del leghista Marco Prosdocimo (ex assessore <strong>al</strong>l’Agricoltura) e<br />

dei pi<strong>di</strong>ellini Mario Gabrielli e Franco Conte (ex assessore <strong>al</strong>l’Urbanistica) ha aperto le porte a una <strong>di</strong>scussione<br />

approfon<strong>di</strong>ta tanto con il colosso del mobile tanto con le <strong>di</strong>tte che vedono Barcon come sede ide<strong>al</strong>e del<br />

macello e della cartiera. Come? Dando mandato a Muraro, presidente e assessore <strong>al</strong>l’Urbanistica (ieri però<br />

assente) <strong>di</strong> soppesare le proposte con (più <strong>di</strong>) un occhio <strong>di</strong> riguardo <strong>al</strong>la possibilità <strong>di</strong> creare nella Marca nuovi<br />

posti <strong>di</strong> lavoro. La questione, insomma, potrebbe arrivare a una sorta <strong>di</strong> asta <strong>al</strong> ri<strong>al</strong>zo del beneficio pubblico.<br />

«All’estero gli impren<strong>di</strong>tori seguono i piani - sbotta Maschera - qui invece vengono a comperare terreni e poi<br />

a chiedere <strong>di</strong> trasformarli». «Come si farà poi a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no ad <strong>al</strong>tri? Sarebbe la fine - inc<strong>al</strong>za Fiorenzo Silvestri<br />

(Udc) - fermiamo i ricatti e blocchiamo le deroghe <strong>al</strong> nostro piano urbanistico». «Perché dobbiamo sempre<br />

andare avanti a deroghe?», chiede Amendola (Sel). Sulla stessa lunghezza d’onda il Pd. Con l’astensione <strong>di</strong><br />

Bruna Battaglion, sindaco <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e che d<strong>al</strong> suo municipio ha benedetto il progetto Ikea. «Vergognoso che<br />

Muraro abbia s<strong>al</strong>tato questa <strong>di</strong>scussione», sbuffa la Casellato. Il centrodestra, comunque, va avanti. «Non è<br />

un via libera - taglia corto Granello, capogruppo della Lega - si dà solamente la possibilità a Muraro <strong>di</strong> parlare<br />

con i proponenti del progetto». E, si sa, una ciarla tira l’<strong>al</strong>tra.<br />

Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />

17 marzo 2012<br />

PEDEMONTANA VENETA<br />

TREVISO «Vincolare l’e<strong>di</strong>ficazione nelle aree <strong>di</strong> casello non significa, automaticamente, neutr<strong>al</strong>izzare il rischio<br />

<strong>di</strong> crescita <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata nel territorio pedemontano». Paolo Feltrin e Sergio Maset hanno stu<strong>di</strong>ato, per conto<br />

<strong>di</strong> Confartigianato Vicenza e AsoloMontebelluna, gli effetti della Superstrada Pedemontana Veneto sul<br />

territorio delle province <strong>di</strong> Treviso e Vicenza. E lanciano attraverso questo stu<strong>di</strong>o un richiamo preciso <strong>al</strong>la<br />

politica, che governa il territorio, sui rischi <strong>di</strong> una nuova colata <strong>di</strong> cemento su quel che resta della pianura<br />

veneta. Un <strong>al</strong>larme preciso, circostanziato, che fa riferimento <strong>al</strong>la norma region<strong>al</strong>e che detta come «le aree<br />

afferenti ai caselli autostrad<strong>al</strong>i, agli accessi <strong>al</strong>la rete primaria ed <strong>al</strong> SFMR per un raggio <strong>di</strong> 2 chilometri d<strong>al</strong>la<br />

barriera strad<strong>al</strong>e sono da ritenersi aree strategiche» e «sono da pianificare sulla base <strong>di</strong> appositi progetti<br />

strategici region<strong>al</strong>i». Non basta «congelare» i due chilometri dai caselli per risparmiare <strong>al</strong> Veneto una nuova<br />

ferita come quella causata d<strong>al</strong>la legge Tremonti nel 2001 –sostengono i due stu<strong>di</strong>osi – ma bisogna fare <strong>di</strong><br />

più, per una semplice ragione: «Non è eccessivo ipotizzare, in un’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo e<strong>di</strong>ficatorio non governato,<br />

dapprima la formazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> addendamento attorno a ciascun casello e successivamente, in un orizzonte<br />

tempor<strong>al</strong>e non troppo prolungato, la loro s<strong>al</strong>datura con la formazione <strong>di</strong> una fascia inse<strong>di</strong>ativa continua lungo<br />

tutto il tracciato della Pedemontana». C<strong>al</strong>colando che la nuova Superstrada Pedemontana Veneta, i cui lavori<br />

sono partiti lo scorso 10 novembre e si concluderanno entro il luglio 2016, è lunga 94,5 chilometri, significa<br />

avere una striscia d’asf<strong>al</strong>to costeggiata da una <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata quinta scenica <strong>di</strong> nuovi capanonni. Un’eventu<strong>al</strong>ità<br />

da scongiurare, visto che nella sola provincia <strong>di</strong> Treviso ci sono già 1.077 aree industri<strong>al</strong>i in 95 comuni e che<br />

<strong>di</strong>sponendo per lungo tutti i capannoni esistenti ne viene fuori un serpentone lungo da Treviso a Reggio<br />

C<strong>al</strong>abria. Insomma, il rischio esiste ed è abbastanza concreto: del resto, il braccio <strong>di</strong> ferro sul nuovo polo<br />

industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon è emblematico, con due industrie che vogliono re<strong>al</strong>izzare quasi un milione <strong>di</strong> metri<br />

quadri <strong>di</strong> nuove aree industri<strong>al</strong>i in cambio della re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un nuovo casello. «Uno scand<strong>al</strong>o – tuona la<br />

capogruppo del Pd in consiglio region<strong>al</strong>e, Laura Puppato – perchè quel casello serve in re<strong>al</strong>tà <strong>al</strong>le industrie<br />

stesse e non può essere c<strong>al</strong>colato come contropartita <strong>al</strong>la comunità ma solo come opera accessoria <strong>al</strong>le<br />

attività richiedenti». Quella dei «due chilometri» è una norma sbagliata anche per Legambiente, che denuncia<br />

come in questo modo venga scippato il governo del territorio agli enti loc<strong>al</strong>i (e dunque <strong>al</strong>le comunità civili),<br />

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