05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo
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dustri<strong>al</strong>i trevigiani? Il Veneto, modello turbo nord-est, è stato l’esempio <strong>di</strong> questa filosofia, visto che ci sono<br />
poche regioni dove l’impetuoso sviluppo <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che decennio fa è stato fatto con una simile assenza <strong>di</strong> criteri<br />
e programmazione; ricordo per esempio che ci sono migliaia <strong>di</strong> metri quadri per zone industri<strong>al</strong>i che oggi<br />
non servono, non saranno mica sorti da soli? Il territorio ad urbanizzazione <strong>di</strong>ffusa, cioè quello dove non si<br />
vede più il confine tra una città ed il comune vicino non sarà mica opera <strong>di</strong>vina? L’industria trevigiana ha dato<br />
molto in termini <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e lavoro, ma si è anche preso molto in termini <strong>di</strong> territorio e beni comuni. Ricordate<br />
il rogo della De Longhi? Avete qu<strong>al</strong>che ricordo <strong>di</strong> cos’era la zona <strong>di</strong> Villorba sulla Pontebbana circa 30 anni fa?<br />
Pensate che l’aeroporto Canova che si vuole ampliare sia un elemento <strong>di</strong> v<strong>al</strong>orizzazione del fiume Sile? É<br />
corretto <strong>di</strong>re che serve un nuovo patto soci<strong>al</strong>e, ma il fatto è che un patto esiste se ci sono dei contraenti <strong>di</strong><br />
pari livello, <strong>di</strong>gnità e con obiettivi chiari da raggiungere. L’industri<strong>al</strong>e veneto tipo è sempre stato molto governativo,<br />
in<strong>di</strong>pendentemente d<strong>al</strong> colore della ban<strong>di</strong>era che c’è stata <strong>al</strong> potere ; anzi è sempre stato meglio che<br />
il politico fosse <strong>di</strong> basso livello, perché è stato sempre molto semplice ottenere molto per sé. Non ci sono<br />
però pregiu<strong>di</strong>zi e siamo lieti se ci sarà un cambiamento nei fatti. È però il caso <strong>di</strong> ricordare agli industri<strong>al</strong>i che<br />
gli oneri <strong>di</strong> urbanizzazione non sono una tangente leg<strong>al</strong>izzata, ma una mod<strong>al</strong>ità per tenere conto del fatto<br />
che ogni trasformazione comporta oneri per la collettività oltre che vantaggi; non sono un’invenzione <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che<br />
pazzo stat<strong>al</strong>ista, ma una risorsa che spesso viene sprecata da politici imbelli. Per fare un esempio <strong>di</strong> contropartite<br />
ri<strong>di</strong>cole, ricordo che Aertre pensa <strong>di</strong> fare una rotonda sulla No<strong>al</strong>ese per risolvere la questione traffico<br />
con l’ipotizzato raddoppio dei voli e dei relativi passeggeri! Per chiarire il tipo <strong>di</strong> industri<strong>al</strong>izzazione che non<br />
serve, ricor<strong>di</strong>amo il caso <strong>di</strong> Barcon che si sta sgonfiando a Vedelago per migrare in parte a Castelfranco. Possibile<br />
che gli industri<strong>al</strong>i nostrani non riescano a fare come i colleghi tedeschi che producono acciaio rispettando<br />
norme europee e senza aiuti <strong>di</strong> Stato? Cosa sono i tedeschi: dei geni industri<strong>al</strong>i? Allora importiamoli! Romeo<br />
Scarpa presidente It<strong>al</strong>ia Nostra<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
28 settembre 2012<br />
Cartiera in via Sile sit-in <strong>di</strong> protesta stasera in Consiglio<br />
CASTELFRANCO Cartiera in via Sile, scatta la mobilitazione. Questa sera il coor<strong>di</strong>namento del Partito Democratico<br />
ha promosso un sit-in <strong>di</strong> protesta contro il progetto in consiglio comun<strong>al</strong>e. Il piano <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzazione<br />
della maxi cartiera nell’area <strong>al</strong>l’angolo tra via Sile e via Lovara sarà <strong>di</strong>scusso nell’ambito del piano delle <strong>al</strong>ienazioni<br />
immobiliari. L’area (120mila metri quadri, <strong>di</strong> cui 90mila previsti a coperto) è <strong>di</strong> proprietà comun<strong>al</strong>e.<br />
Nell’arco <strong>di</strong> pochi giorni la maggioranza leghista ha prima portato la ven<strong>di</strong>ta dell’area in commissione urbanistica<br />
e stasera in consiglio. La ven<strong>di</strong>ta s<strong>al</strong>verebbe le casse comun<strong>al</strong>i d<strong>al</strong>la catastrofe dello sforamento del<br />
patto <strong>di</strong> stabilità. Ma la ven<strong>di</strong>ta «frettolosa» è una scelta criticata d<strong>al</strong> Pd che chiede un approfon<strong>di</strong>mento sulle<br />
conseguenze urbanistiche che potrebbe avere il progetto. Per il sindaco Luciano Dussin si tratta <strong>di</strong> un progetto<br />
positivo per la città. «Da decenni si auspica <strong>di</strong> dare inizio <strong>al</strong> servizio <strong>di</strong> sc<strong>al</strong>o merci citta<strong>di</strong>no», osserva il primo<br />
citta<strong>di</strong>no, «dopo il f<strong>al</strong>limento dello sc<strong>al</strong>o merci pubblico, inaugurato e mai utilizzato, una <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> trasporti ha<br />
recentemente investito in quell’area a ridosso della ferrovia, ma ha bisogno <strong>di</strong> aumentare il volume <strong>di</strong> merci<br />
per attivare il servizio. Un’azienda che lavora carta a uso domestico e ha bisogno <strong>di</strong> essere vicina a luoghi <strong>di</strong><br />
spe<strong>di</strong>zione, ha manifestato interesse per l’area. A Castelfranco servono nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi vista la<br />
crisi occupazion<strong>al</strong>e esistente. Serve uno sc<strong>al</strong>o merci che porterà <strong>al</strong>tra occupazione. Oltre a questo in città<br />
servono risorse, visti i continui tagli <strong>di</strong> trasferimenti, da investire su asili, scuole e case popolari, il resto è già<br />
stato eliminato. L’area è già destinata, d<strong>al</strong> prg attu<strong>al</strong>e, a utilizzo anche <strong>di</strong> attività produttive, ovviamente andrà<br />
<strong>al</strong>l’asta pubblica nella massima trasparenza. Spero, visti i tempi <strong>di</strong> crisi che viviamo, che a Castelfranco Veneto<br />
possano concretizzarsi opportunità e una potrebbe essere questa». Per ora c’è un progetto <strong>di</strong> massima che<br />
prevede la re<strong>al</strong>izzazione della cartiera che doveva essere re<strong>al</strong>izzata a Barcon nell’ambito del maxi polo industri<strong>al</strong>e<br />
osteggiato d<strong>al</strong>l’intera frazione vedelaghese. La Rotocart ha deciso <strong>di</strong> spostarlo a Castelfranco con un<br />
investimento che potrebbe superare i 100 milioni <strong>di</strong> euro e garantire 200 posti <strong>di</strong> lavoro. Numeri in<strong>di</strong>cativi<br />
che però danno ‘l’idea dell’imponenza del progetto.<br />
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