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05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo

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possiamo attendere tutto questo tempo per avere una risposta. Se ne <strong>di</strong>scute da 3 anni, a noi non è ancora<br />

stata data una risposta. Non possiamo aspettare la politica, le banche, i comitati... Dopo un’estenuante e<br />

inutile trattativa abbiamo deciso <strong>di</strong> spostarci <strong>al</strong>trove». Loris Colomberotto, titolare dell’omonimo gruppo <strong>di</strong> <strong>al</strong>levamenti<br />

che avrebbe dovuto re<strong>al</strong>izzare il mega centro <strong>di</strong> macellazione, conferma. «Per quanto riguarda il<br />

progetto Barcon è finito tutto», riba<strong>di</strong>sce, «abbiamo deciso <strong>di</strong> lasciar perdere e <strong>di</strong> intraprendere <strong>al</strong>tre strade e<br />

<strong>di</strong> fare <strong>al</strong>tri investimenti. Dopo 3 anni <strong>di</strong> attesa cosa potevamo fare? Non ci sono <strong>al</strong>ternative. Il problema è<br />

che d<strong>al</strong> 2009 noi atten<strong>di</strong>amo una risposta d<strong>al</strong> mondo politico. Invece non ci è stata data. Se ci avessero<br />

detto no da subito, non ci sarebbe stato problema. Invece <strong>al</strong> momento non ci è stato detto né sì né no. Non<br />

possiamo più aspettare...». Gli impren<strong>di</strong>tori abbandono dunque il mega progetto previsto sulle campagne a<br />

nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Si spostano, ma non a causa <strong>di</strong> un <strong>di</strong>niego, sia chiaro. Si spostano per una mancanza<br />

<strong>di</strong> risposte da parte del mondo politico, che a tre anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza non ha ancora emesso un pronunciamento<br />

definitivo sulla cosa. Nessuno si è voluto assumere la responsabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>re sì o no, <strong>di</strong> mettere ai voti un progetto<br />

del genere, <strong>di</strong> fare delle scelte. A Vedelago l’approvazione dell’accordo <strong>di</strong> programma non è mai stata<br />

portata in consiglio comun<strong>al</strong>e. Il sindaco Paolo Quaggiotto lo ha sostenuto, sbriciolando <strong>al</strong> tempo stesso la<br />

sua maggioranza dove le voci <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenso sono ormai molteplici già <strong>al</strong>l’interno della giunta. E ancora si ostina<br />

a portare avanti il progetto. La Provincia non si è voluta esprimere. Leonardo Muraro si è trincerato <strong>di</strong>etro il<br />

rispetto delle normative per non voler esprimere un parere. Il suo era un sì, ma in aperto contrasto con l’opinione<br />

del segretario del carroccio Giorgio Granello più volte pronunciatosi contro. Nemmeno la Regione ha<br />

voluto assumersi l’onere <strong>di</strong> decidere. Per il governatore Luca Zaia prima della Regione si dovevano pronunciare<br />

tutti gli organi loc<strong>al</strong>i competenti. Solo successivamente sarebbe toccato <strong>al</strong>la Regione dare un parere, sempre<br />

che prima il progetto non fosse stato bloccato da qu<strong>al</strong>cuno <strong>di</strong> questi enti. Più in gener<strong>al</strong>e, ci si appella <strong>al</strong> rispetto<br />

<strong>di</strong> leggi e procedure, scaricando <strong>di</strong> fatto il barile su <strong>di</strong> un <strong>al</strong>tro ente. Intanto d<strong>al</strong> mondo industri<strong>al</strong>e si<br />

leva un grido <strong>di</strong> protesta. Alessandro Vardanega, presidente <strong>di</strong> Unindustria, ha puntato il <strong>di</strong>to contro le istituzioni<br />

it<strong>al</strong>iane. «Le imprese, nel nostro Paese, vivono in un clima ostile che oggi, complice la crisi, non può<br />

più essere tollerato - <strong>di</strong>chiarava nei giorni scorsi - la responsabilità degli impren<strong>di</strong>tori verso la comunità non<br />

deve più essere un impegno unilater<strong>al</strong>e. Se una azienda costruisce un capannone per dare lavoro non dovrebbe<br />

più essere chiamata anche a fare, come risarcimento, una rotonda o un marciapiede perché il Comune<br />

glielo chiede. Già la costruzione del capannone è una occasione <strong>di</strong> occupazione». Quello dei posti <strong>di</strong> lavoro<br />

è il tema su cui i sostenitori hanno sempre insistito. Per i comitati oppositori, che hanno raccolto migliaia <strong>di</strong><br />

firme contro il progetto, il danno ambient<strong>al</strong>e sarebbe stato incommensurabile. Un’area <strong>di</strong> 90 ettari (poi leggermente<br />

ridotti) trasformata da terreno agricolo ad industri<strong>al</strong>e. Il tutto mentre la Regione lancia la campagna<br />

cubatura 0. E nella battaglia contro il progetto si è schierata anche la fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, capitanata d<strong>al</strong><br />

presidente Nicola Di Santo. Ne è nato uno scontro frontare Di Santo-Quaggiotto senza esclusione <strong>di</strong> colpi.<br />

Ora la rinuncia <strong>al</strong>l’operazione segna la vittoria del fronte del no, ma per il sindaco leghista nulla è ancora definitivo.<br />

Quaggiotto non molla «Approverò quel piano»<br />

Vedelago. Lunedì l’accordo <strong>di</strong> programma approderà in consiglio comun<strong>al</strong>e La Lega e i tre assessori <strong>di</strong>ssidenti<br />

restano per il no, Santin (in<strong>di</strong>pendente) v<strong>al</strong>uta<br />

VEDELAGO Se l’operazione Barcon è tramontata per gli stessi impren<strong>di</strong>tori proponenti, non lo è però per il<br />

sindaco Paolo Quaggiotto che insiste. Lunedì scorso ha firmato la convocazione del consiglio comun<strong>al</strong>e in<br />

cui si <strong>di</strong>scuterà – e, lui ne è sicuro, si approverà – l’accordo <strong>di</strong> programma per l’inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e<br />

<strong>di</strong> cartiera e macello a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. L’assemblea è stata chiamata a raccolta per le 20.30 <strong>di</strong> lunedì<br />

8 ottobre. Ieri sera un nuovo summit della maggioranza che sostiene – o ha sostenuto? – il sindaco per serrare<br />

le fila. Quaggiotto non molla: «Quel piano sarà approvato. Manderemo le carte presentate lo scorso luglio<br />

da Colomberotto e Rotocart in Regione e qui, sulla compatibilità ambient<strong>al</strong>e e sull’interesse pubblico dell’operazione,<br />

si esprimerà la conferenza dei servizi. Basta con questa cultura anti-impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e. A Vedelago<br />

abbiamo 1.454 <strong>di</strong>soccupati, il 20 per cento della popolazione attiva se togliamo bimbi, anziani, pensionati e<br />

studenti». Per il sindaco non si può rinunciare a «un investimento sul nostro territorio da 400 milioni <strong>di</strong> euro<br />

e a 600 posti <strong>di</strong> lavoro a tempo indeterminato». «Non certo adesso. E per s<strong>al</strong>vare che? Un filare <strong>di</strong> gelsi, il<br />

borgo me<strong>di</strong>ev<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Asolo che <strong>di</strong>sta da Barcon una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> chilometri, il panorama <strong>di</strong> villa <strong>Emo</strong> ben lontana<br />

da questa campagna». Due anni <strong>di</strong> trattative e <strong>di</strong>battito su un progetto, quello firmato d<strong>al</strong> re degli <strong>al</strong>levatori:<br />

Colomberotto, e d<strong>al</strong>l’impren<strong>di</strong>tore della carta: Gelain <strong>di</strong> Rotocart, che non convince i più. «Ho i numeri<br />

per approvarlo», riba<strong>di</strong>sce il sindaco. Ma in consiglio comun<strong>al</strong>e la verità pare essere un’<strong>al</strong>tra. D<strong>al</strong>la sua mag-<br />

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