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05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo

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per Barcon. Mi chiedo perché Unindustria non vede che centinaia <strong>di</strong> zone industri<strong>al</strong>i nella nostra provincia<br />

sono <strong>di</strong>ventate siti semideserti. Molti <strong>di</strong> questi ad<strong>di</strong>rittura ancora nuovi, perché anche nelle aree industri<strong>al</strong>i<br />

negli anni scorsi si è sviluppata la speculazione e<strong>di</strong>lizia e si è continuato a costruire senza che ci fosse la<br />

domanda. Quanti industri<strong>al</strong>i nell’e<strong>di</strong>ficare il proprio stabilimento hanno costruito il doppio <strong>di</strong> quello che serviva<br />

con la speranza <strong>di</strong> poter vendere o affittare il surplus ad <strong>al</strong>tre attività. E per far questo si sono indebitati. Nel<br />

2005 il presidente Tomat presentando il pregevole stu<strong>di</strong>o promosso da Unindustria e Provincia sulle “Linee<br />

guida per gli interventi nelle aree produttive” scriveva che si doveva puntare “ad elevare la qu<strong>al</strong>ità delle nostre<br />

aree produttive, misurandoci con il pregio architettonico degli e<strong>di</strong>fici, l’impatto sul paesaggio e sulla natura,<br />

ma anche con l’accessibilità <strong>al</strong>le reti <strong>di</strong> comunicazione, <strong>al</strong>le infrastrutture e ai servizi”. Riba<strong>di</strong>va nel 2008 in<br />

occasione del workshop internazion<strong>al</strong>e “Urban Industri<strong>al</strong>” tenutosi a Conegliano che “un ciclo brillantemente<br />

iniziatosi trent’anni fa è terminato in<strong>di</strong>viduando che tra i fattori <strong>di</strong> base <strong>di</strong> quella stagione che ha visto il decollo<br />

industri<strong>al</strong>e della nostra provincia… c’erano sicuramente ambiente e territorio che hanno rappresentato un<br />

insostituibile elemento <strong>di</strong> vantaggio competitivo” concludendo che “quelle con<strong>di</strong>zioni e motivazioni si sono<br />

esaurite con la progressiva occupazione degli spazi”. Sempre nel medesimo stu<strong>di</strong>o quando si presenta il<br />

paesaggio industri<strong>al</strong>e contemporaneo della Provincia <strong>di</strong> Treviso si afferma che: “Una cosa è certa: la pervasività<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio industri<strong>al</strong>e generico (gli americani li chiamano shoe box, scatola <strong>di</strong> scarpe) può essere riconosciuta<br />

come una delle cause del degrado del paesaggio”. Lo stu<strong>di</strong>o va anche più nel dettaglio v<strong>al</strong>utando possibili<br />

soluzioni per il recupero del paesaggio industri<strong>al</strong>e così degradato d<strong>al</strong>le “shoe box” come <strong>al</strong>ternativa forse<br />

obbligata <strong>al</strong>la demolizione certamente molto costosa. Per il futuro detto stu<strong>di</strong>o in<strong>di</strong>ca come debba cessare<br />

la costruzione con le tipologie <strong>fino</strong>ra utilizzate per far luogo a strutture smontabili, trasportabili, esten<strong>di</strong>bili,<br />

modulabili a seconda delle esigenze delle aziende e dell’andamento del mercato. Strutture in acciaio ad<br />

esempio piuttosto che invasivi scheletri in c<strong>al</strong>cestruzzo. Sono concetti ampiamenti con<strong>di</strong>visibili e come t<strong>al</strong>i<br />

sono stati sottoscritti nel 2008 d<strong>al</strong> Presidente Muraro e Tomat assieme. Ma <strong>al</strong>lora d<strong>al</strong> 2008 <strong>al</strong> 2012 cosa è<br />

cambiato? Sul cambiamento <strong>di</strong> idea da parte del politico leghista si può <strong>di</strong>re che in questi ultimi tempi ci<br />

siamo abituati a vedere un continuum <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ti <strong>di</strong> corsia, anche se <strong>al</strong>tri leghisti la pensano in modo opposto.<br />

Per la “mia” Unindustria qu<strong>al</strong>che m<strong>al</strong><strong>al</strong>ingua insinua che Tomat produce scarpe e Vardanega coppi e mattoni.<br />

Ma non voglio cadere in queste volgari provocazioni e chiedo che vengano pubblicamente <strong>di</strong>chiarate le ragioni<br />

per le qu<strong>al</strong>i il presidente Vardanega rifiuta <strong>di</strong> associarsi <strong>al</strong> coro degli <strong>al</strong>tri operatori economici sull’argomento.<br />

Sì sofferto a Ikea e Barcon<br />

La Provincia cambierà il Ptcp. Muraro si s<strong>al</strong>va grazie a Battaglion e Bonesso<br />

Via libera in Provincia <strong>al</strong>la mo<strong>di</strong>fica del piano urbanistico provinci<strong>al</strong>e. Di fatto, un primo passo per consentire<br />

ai due mega poli industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago e <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e <strong>di</strong> approdare nella Marca. Il voto è<br />

avvenuto lunedì, in una animatissima seduta del consiglio provinci<strong>al</strong>e. Presenti fra il pubblico ambient<strong>al</strong>isti,<br />

rappresentanti <strong>di</strong> Lav e del comitato contro Barcon. Ma è stato il <strong>di</strong>battito dagli “scranni” dei consiglieri a<br />

infuocare la seduta. Al voto del Sant’Artemio le linee guida - scritte dai capogruppo della Lega Giorgio Granello<br />

e del Pdl Roberto Fava – che definiscono i criteri per consentire <strong>al</strong> presidente della Provincia <strong>di</strong> andare a<br />

trattativa con i proponenti dei progetti industri<strong>al</strong>i (v<strong>al</strong>utando i benefici pubblici <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti) e <strong>di</strong><br />

derogare <strong>al</strong> Ptcp, il Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e. Piano che, così com’è stato elaborato nel<br />

penultimo mandato amministrativo del presidente Muraro, impe<strong>di</strong>sce nuove cementificazioni in provincia,<br />

consentendo l’inserimento delle nuove aree produttive solo in zone <strong>di</strong>smesse. Per mo<strong>di</strong>ficarlo serve una<br />

deroga <strong>al</strong> piano. Da qui l’or<strong>di</strong>ne del giorno approvato fra m<strong>al</strong>umori e <strong>di</strong>stinguo (in primis quelle del leghista<br />

Marco Prosdocimo, ex assessore <strong>al</strong>l’Aricoltura, e Franco Conte, ex assessore <strong>al</strong>l’Urbanistica e “padre” del Ptcp)<br />

da 13 consiglieri della maggioranza Lega e Pdl, con l’astensione del pi<strong>di</strong>ellino Franco Bonesso e il voto<br />

contrario <strong>di</strong> Mario Gabrielli (Pdl). A una maggioranza a <strong>di</strong>r poco scomposta, ha fatto da contr<strong>al</strong>tare il voto<br />

contrario <strong>di</strong> 11 consiglieri delle minoranze, che però hanno dovuto fare i conti con l’astensione del consigliere<br />

del Pd e sindaco <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e Bruna Battaglion. Assente, proprio nel corso della <strong>di</strong>scussione, Muraro, uscito poco<br />

prima del punto e rientrato poco dopo, con <strong>di</strong>sappunto del capogruppo del Pd Floriana Casellato che ha<br />

definito “vergognoso” il comportamento. Pesanti le accuse del consigliere <strong>di</strong> Sel Luigi Amendola. E non solo<br />

<strong>al</strong>la maggioranza, ma anche <strong>al</strong> Pd. «La maggioranza intende cambiare il Ptcp entrato in vigore solo un anno<br />

fa, e fissa dei criteri che chiunque ora potrà invocare per pretendere l’assenso su proposte che ad oggi<br />

sarebbero invece contrarie <strong>al</strong> Piano – <strong>di</strong>ce - Oggi è stato fatto il patatrac e <strong>di</strong>spiace constatare che bastava<br />

che i due consiglieri e sindaci Battaglion del Pd e Bonesso del Pdl, anziché astenersi avessero votato contro<br />

la pessima proposta <strong>di</strong> stravolgimento del Ptcp, questa sarebbe stata bocciata».<br />

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