Una suora “dietro le quinte” Con la “lampada accesa”, piena di opere buone, ha celebrato la sua pasqua terrena, alle prime luci dell’alba del 2 gennaio 2009, Suor Maria Eugenia Rosa. Aveva ottantadue anni, era nata il 26 gennaio 1927 a Conza della Campania, nell’avellinese, ed era entrata giovanissima tra le suore di Pompei. Qui, da religiosa, si è fatta apprezzare da tutti per la sua umiltà, la sua sensibilità, la sua umanità e la sua disponibilità, lavorando a tempo pieno per gli altri, in punta di piedi e con sobrietà, nei vari uffici che l’obbedienza le assegnava. Suor Maria Eugenia, in una foto di repertorio, con alcuni suoi nipoti. Dopo un breve periodo d’intensa sofferenza, Suor Maria Eugenia Rosa, delle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, ha lasciato alle prime luci dell’alba del 2 gennaio 2009, le realtà terrene, per raggiungere il luogo della “Festa senza fine”, accolta dallo Sposo divino. È stato un distacco sereno, lungamente atteso, portando con spirito forte l’esperienza della Croce. Aveva ottantadue anni ed era nata a Conza della Campania (AV) il 26/01/1927. Era entrata giovanissima in Noviziato, tra le suore di Pompei. Dopo un periodo di formazione, il 15 settembre 1952, emetteva i voti religiosi e il 17 settembre 1957 faceva la sua professione religiosa perpetua, pronunciando il suo “Si” sponsale, per sempre, al Signore. E in questo suo stato di consacrazione ha trascorso la sua avventura religiosa a Pompei, al servizio della Regina del Rosario, tra gli orfani delle Opere fondate dal Beato Bartolo Longo. Suor Maria Eugenia è stata una suora di animo umile, molto sensibile, schiva da ogni segno di riconoscenza o di lode. Ha lavorato “dietro le quinte” dedicandosi a tempo pieno agli altri, nei vari uffici che l’obbedienza le assegnava, rendendosi disponibile per ogni cosa le si chiedesse. Con queste predisposizioni d’animo è stata Economa dell’Istituto “Sacro Cuore”, tra le bambine orfane degli asili e del corso elementare, tra le quali ha profuso sentimenti di bontà e di tenerezza materna, con una presenza attiva e laboriosa. In seguito, fu assegnata, con lo stesso ruolo, alla cucina di Casa Madre, dove si è comportata con bontà e comprensione verso coloro che lavoravano con lei; la sua era una maternità speciale, fatta di “squisita cortesia”, alimentata dal suo grande amore a Maria, Regina del Santo Rosario. Negli ultimi anni, quando la malattia aveva fatto di Concetta Fabbricatore già capolino nella sua vita, lei ha offerto la sua disponibilità per le sorelle che lavoravano nell’Ufficio Stampa. Ovunque Suor Maria Eugenia si è rivelata “animatrice delle piccole cose” e munita di quella spiritualità genuina che aveva la sua fonte nella pratica della “regina delle virtù”, la carità, posseduta da lei in tutte le sfumature più delicate. Ha amato la “preghiera del cuore”, fatta non di tante parole, ma di contemplazione e di contatto con Gesù Eucarestia e con la Madonna del Rosario. Una devozione speciale era, poi, da lei riservata alla preghiera per le anime del Purgatorio e per il Fondatore, il Beato Bartolo Longo, che desiderava tanto vedere Santo. Quest’amore spirituale, coniugato con una carità operativa, una fedeltà incondizionata al Signore, una docilità alla voce dell’obbedienza, un generoso donarsi a tutti con gratuità, la rendevano oltremodo serena e felice, perché convinta che più si ama più si è amati dal Datore di ogni gioia: Cristo. Aveva già la “lampada accesa” piena di opere buone ed era preparata per l’incontro finale con lo Sposo, che ha lungamente invocato con amore prima del trapasso. Il suo cuore è stato vigile e sereno anche nelle pene e nei dolori che si sono raddoppiati nell’ultimo periodo della sua vita. Nel passaggio verso l’eternità di Dio, si è comportata com’era suo solito fare: serenamente e umilmente. Tutta la comunità pompeiana rende grazie al Signore per questa sorella, dalla cui testimonianza di fede e di trasparenza, emerge una vita vissuta all’insegna della bontà e di ogni virtù religiosa e umana. Il Rosario e la Nuova Pompei 46 Anno 125 - N. 2 - 2009 [94]
Il Rosario e la Nuova Pompei 47 Anno 125 - N. 2 - 2009 [95]