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L’acqua in natura<br />
Non tutti i chiari presenti in Pialassa sono ad acque salmastre. Quelli più prossimi alla<br />
Pineta S. Vitale sono mantenuti rigorosamente ad acqua dolce, per preservare la salute dei<br />
pini, che mal sopportano la salinità dei suoli. Le acque più dolci risultano essere pertanto<br />
quelle del Chiaro del Comune, (mediamente la concentrazione dei cloruri è < a 3000 mg/l<br />
3 o /OO), le più salate, quelle dei chiari più prossimi ai canali che immettono acqua marina in<br />
pialassa con concentrazioni di NaCl di poco inferiori a 20000 mg/l (20 o /OO).<br />
Tutte le zone umide sono ricche di faune e flore interessanti dal punto di vista naturalistico-conservazionistico.<br />
Non infrequenti sono i fenicotteri rosa nelle saline di Cervia, il<br />
mignattino piombato nelle pialasse, il marangone minore a Punte Alberete, la moretta<br />
tabaccata nella Valle della Canna, le ninfee, il morso di rana, l’utricularia nelle acque dolci<br />
e l’astro settembrino negli ambienti salsi; e l’elenco potrebbe continuare.<br />
I corsi d’acqua<br />
I fiumi e i torrenti sono senza dubbio elementi fra i più significativi del paesaggio terrestre<br />
e, anche se l’acqua che vi scorre è una minima quantità di quella esistente sulla Terra, la<br />
loro importanza nell’economia del pianeta è grandissima.<br />
Le acque correnti, infatti, sono fra i più attivi agenti modificatori della crosta terrestre con<br />
la loro azione erosiva, di trasporto e di deposito del materiale eroso.<br />
Contribuiscono inoltre a ridistribuire l’umidità e le sostanze solubili, fra cui i nutrienti<br />
inorganici e le sostanze organiche disciolti, che convogliano ai laghi e al mare.<br />
I fiumi della Romagna, Santerno, Senio, Lamone, Montone, Rabbi, Ronco, Savio e tratto<br />
terminale del Marecchia, corrono circa paralleli fra loro nei fondovalle, propagandosi verso<br />
la pianura con direzione N-NE.<br />
I bacini idrografici sono separati da contrafforti che si staccano a spina di pesce dalla<br />
dorsale appenninica principale. I fiumi principali presentano lunghezza variabile, compresa<br />
fra i 70 e i 100 km circa, nascono da quote situate intorno ai 900-1200 m, in genere<br />
alimentati da diverse piccole sorgenti. Tutti i corsi d’acqua hanno carattere torrentizio,<br />
sono in piccola parte alimentati dalle sorgenti; l’acqua che scorre proviene soprattutto<br />
dalle precipitazioni atmosferiche, discontinue<br />
e imprevedibili, che determinano la<br />
portata variabile, con forti magre nei mesi<br />
estivi, da metà luglio fino alla fine di settembre<br />
e oltre. Le minori precipitazioni si<br />
hanno, infatti, nei mesi di luglio e agosto,<br />
mentre le massime si verificano nei mesi<br />
autunnali.<br />
Si ricorda che la portata è il volume di acqua<br />
che passa attraverso una sezione perpendicolare<br />
alla direzione della corrente nell’unità<br />
di tempo; si calcola moltiplicando l’area<br />
della sezione per la velocità media della<br />
corrente e si esprime in m 3 /sec.<br />
Di solito si distingue in portata “di minima” (magra), “di media” e “di massima” (piena).<br />
La differenza tra la massima e la minima è detta regime. Se la differenza è piccola, il corso<br />
d’acqua ha regime costante o fluviale, altrimenti presenta regime torrentizio, che è<br />
appunto il caso che si verifica nei nostri corsi.<br />
I fiumi nel primo tratto (di lunghezza compresa tra i 15 e i 25 km) scorrono stretti e