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L’acqua in natura<br />
Grotta carsica<br />
clorofilla e di biomassa lagale), le acque non si presentano del tutto trasparenti in quanto,<br />
anche nei periodi di bassa piovosità, il carico sedimentario è presente.<br />
Nel periodo estivo o comunque di scarsa piovosità, le acque lasciano scoperte aree di sponda,<br />
prima sotto il livello dell’acqua, quindi non protette dal manto vegetale. I movimenti<br />
delle acque erodono tali superfici sgretolandole in particelle che rendono “torbida” l’acqua.<br />
Gli ambienti carsici<br />
A secondo del clima, delle rocce e delle situazioni morfologiche locali, la parte di acqua<br />
piovana che si infiltra nel terreno può prevalere sull’altra o viceversa. In ambienti caldi<br />
l’aliquota soggetta a evapotraspirazione è notevole; in zone caratterizzate da rocce<br />
particolari, come quelle carbonatiche o più o meno fratturate, prevale invece la parte che<br />
penetra nel sottosuolo: è il caso degli ambienti carsici.<br />
Le acque meteoriche possono esercitare sulle rocce un’azione solvente, dando luogo a<br />
cavità sotterranee che prendono genericamente il nome di grotte.<br />
Il fenomeno si verifica solo in rocce particolarmente solubili, come i calcari, il gesso (solfato<br />
di gesso biidrato) e il salgemma (cloruro di sodio).<br />
Questi ultimi sono molto solubili in acqua pura, mentre le rocce calcaree, costituite essenzialmente<br />
da carbonato di calcio, lo sono pochissimo.<br />
La solubilità dei calcari è dovuta al fatto che le acque naturali contengono sempre una<br />
certa quantità di anidride carbonica, che causa la trasformazione del carbonato di calcio<br />
in bicarbonato di calcio, molto solubile.<br />
CaCO3 + H2O + CO2 ➞ Ca(HCO3)2<br />
L’acqua asporta il bicarbonato in soluzione e le fessure via via si allargano, trasformandosi<br />
in condotti sempre più ampi, verticali (pozzi), inclinati o orizzontali (gallerie e cunicoli),<br />
spesso collegati tra loro a formare sistemi sotterranei aventi uno sviluppo che può andare<br />
da poche centinaia di metri a decine di chilometri. Circolando entro i condotti l’acqua e i<br />
detriti da essa trasportati esercitano anche un’importante azione meccanica, che contribuisce<br />
all’ampliamento delle grotte.<br />
L’azione solvente delle acque sulle rocce carsogene non si esplica solo in<br />
profondità, ma anche in superficie, dando origine alle doline, tipiche depressioni<br />
a forma di imbuto localmente molto frequenti, che conferiscono al paesaggio<br />
un aspetto del tutto particolare.<br />
Un corso d’acqua superficiale può essere catturato da una grotta (inghiottitoio)<br />
e circolare nel sottosuolo formando un torrente sotterraneo.<br />
Dopo un percorso più o meno lungo le acque sotterranee ricompaiono in superficie<br />
attraverso fratture della roccia oppure uscendo da una grotta; il punto di<br />
affioramento delle acque prende il nome di risorgente carsica.<br />
Spesso i torrenti che percorrono le grotte si originano in profondità derivando<br />
dall’unione di stillicidi provenienti dalle fessure delle rocce.<br />
Le acque sotterranee, circolando entro le rocce carsogene non danno luogo solo a fenomeni<br />
di dissoluzione, ma possono originare anche sedimenti chimici. Consideriamo una<br />
grotta in cui si verificano degli stillicidi: le acque meteoriche, filtrando attraverso i terreni<br />
sovrastanti, raggiungono la volta delle grotte dopo un percorso entro le fessure del calcare,<br />
per cui possono essere sature di bicarbonato di calcio in soluzione. Passando alla volta<br />
della grotta le acque perdono anidride carbonica e, divenute sovraccariche, depositano<br />
carbonato di calcio secondo il processo inverso a quello della dissoluzione<br />
Il carbonato depositato forma inizialmente un piccolo anello, che col tempo si trasforma