Il bene e il male che mangiamo - Erboristeria Arcobaleno
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zavorrata di polline oppure cade a terra quando è prossima alla sua fine, per <strong>il</strong> resto<br />
la sua esistenza la passa all'interno dell'alveare dove vive entro un mondo di fiori:<br />
miele, cera, pappa reale, propoli... oppure volando di fiore in fiore.<br />
Sua cugina, la vespa, invece è molto più impregnata dalle forze terrestri, infatti per lei<br />
è indifferente nidificare per terra, sopra di un albero, sotto una grondaia o peggio<br />
dentro <strong>il</strong> vano delle persiane.<br />
L'ape no. L'ape è un insetto non insetto <strong>che</strong> se ne sta a metà tra <strong>il</strong> mondo ani<strong>male</strong> e<br />
quello vegetale. Essa costruisce un ponte tra <strong>il</strong> Sole e la Terra.<br />
Dunque in un tempo lontano l'umanità si rivolgeva al miele e al tempo stesso al sole<br />
e ai fiori per trarre godimento (nonché minerali, zuc<strong>che</strong>ri e vitamine).<br />
L'umanità guardava alle altezze delle origini e trovava <strong>il</strong> miele, guardava al dolce<br />
ricordo del sapore latteo <strong>che</strong> nutre ogni infante e ritrovava traccia di questo nel miele.<br />
Per chi volesse conoscere meglio l'essenza delle api ed <strong>il</strong> loro compito sulla Terra Vi<br />
consiglio di leggere "Le api" di Rudolf Steiner editrice Antroposofica.<br />
Alessandro <strong>il</strong> Macedone (356 - 323 a.C.), <strong>che</strong> ebbe come precettore Aristotele e <strong>che</strong><br />
è conosciuto per le sue gesta come Alessandro Magno, ebbe <strong>il</strong> destino di unire<br />
l'Occidente all'Oriente. Con <strong>il</strong> suo poderoso esercito condusse una delle più<br />
memorab<strong>il</strong>i imprese della storia. Combatté e vinse ripetutamente <strong>il</strong> re persiano Dario<br />
terzo Codomano, fondò nel 332 a.C. Alessandria d'Egitto ed <strong>il</strong> suo sogno fu quello di<br />
creare una monarchia universale. I soldati della falange macedone erano<br />
equipaggiati con lance molto più lunghe di quelle impiegate da ogni altro esercito, si<br />
chiamavano "sarisse", e dimostravano <strong>che</strong> l'ingegno supera la forza fisica, infatti le<br />
sarisse arrivavano a contatto con l'avversario prima <strong>che</strong> la lancia di questi potesse<br />
arrivare a contatto con i soldati alessandrini.<br />
Arrivando infine, dopo tanto combattere, alle sponde dell'Indo, Alessandro si fermò e<br />
mentre si trovava in quei luoghi così lontani i suoi generali vennero a riferirgli <strong>che</strong><br />
avevano trovato "un miele <strong>che</strong> non aveva bisogno delle api". Si trattava della canna<br />
da zuc<strong>che</strong>ro <strong>che</strong> a quei tempi in Asia era già coltivata, da essa si estraeva un liquido<br />
<strong>che</strong> veniva mangiato dopo essere stato asciugato (processo di cristallizzazione)<br />
dentro a delle grandi foglie.<br />
Nel suo ritorno verso la Grecia Alessandro portò con sé la canna da zuc<strong>che</strong>ro <strong>che</strong><br />
venne così piantata nei luoghi dove egli passava. Dopo la scoperta o meglio la<br />
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