Parole, proverbi, modi di dire, tutto quello che ricorda un ... - Agyrion
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gelosie per <strong>un</strong> nonnulla e si fomentavano rancori, spesso<br />
causati più dall'insofferenza per la quoti<strong>di</strong>ana convivenza <strong>che</strong><br />
da <strong>un</strong> torto subito. La vanedda era il regno della mal<strong>di</strong>cenza. In<br />
<strong>un</strong> baleno <strong>un</strong>a notizia, amplificata, spesso stravolta, faceva il<br />
giro delle orecchie e delle boc<strong>che</strong> <strong>di</strong> tutte le comari. C'erano<br />
comari all'arte per queste cose, protagoniste ante litteram delle<br />
moderne telenovelas. Con la più futile delle scuse, entravano e<br />
uscivano da tutte le case del vicinato per portare e prendere<br />
l'ultima notizia. Erano capaci d'imbastire storie infinite sui<br />
rapporti quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> suocere prepotenti e <strong>di</strong> nuore<br />
linguacciute; si trovavano in mezzo, apparentemente col ruolo<br />
<strong>di</strong> paciere, ma in realtà per fomentarle, a tutte le storie <strong>di</strong><br />
sgarbi e <strong>di</strong> ripic<strong>che</strong>, <strong>di</strong> malocchi e <strong>di</strong> maarìe; <strong>di</strong> ogni nuovo<br />
zitaggiu e <strong>di</strong> ogni matrimonio conoscevano an<strong>che</strong> i minimi<br />
dettagli; chissà come e chissà perchè, si trovavano sempre ad<br />
avere <strong>un</strong>a parte nelle liti furibonde <strong>che</strong> scoppiavano tra parenti<br />
quando c'era da spartirsi <strong>un</strong>'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> quattro stracci... -Mi<br />
raccomando, però- concludevano ogni volta, con <strong>un</strong> piede<br />
fuori e <strong>un</strong>o ancora dentro la porta- guarda <strong>che</strong> questa cosa la<br />
sai solo tu; non farne parola con ness<strong>un</strong>o, per carità; se<br />
proprio si deve sapere, non voglio <strong>che</strong> si sappia giusto da<br />
me...- E intanto già bussavano alla porta accanto. I telefoni<br />
ancora non c'erano... Come si <strong>di</strong>ce? I cani l'ossa d'intra i<br />
portinu fori. Guai, in <strong>un</strong> contesto così rigidamente chiuso e<br />
rigorosamente "controllato", a tentare <strong>di</strong> uscire dal gruppo e<br />
cercare <strong>di</strong> fare <strong>un</strong> passo più avanti degli altri. Si finiva<br />
inevitabilmente nel terribile trita<strong>tutto</strong> della mal<strong>di</strong>cenza più<br />
cattiva, del sarcasmo più astioso, del sospetto. Come accade<br />
an<strong>che</strong> oggi, d'altronde. Il mondo è sempre identico a se stesso.<br />
Qualc<strong>un</strong>o si mostrava più riservato e non dava eccessiva<br />
confidenza ai vicini? Ebbene, <strong>di</strong>ventava <strong>un</strong>o ca s'innavia<br />
acchianatu supra o castieddu da m<strong>un</strong>nizza, oppure gli si<br />
faceva capire <strong>che</strong> ccà tutti ccò 'ncrivu cirnimu. Un<br />
miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita, <strong>un</strong> piccolo<br />
arricchimento, erano sempre accompagnati dal sospetto. Tu<br />
n<strong>un</strong> fili, n<strong>un</strong> cusi e nu 'ncanni, d'<strong>un</strong>ni ti vinna stu gghiòmmiru<br />
ranni? Qualc<strong>un</strong>o nicchiava quando doveva saldare i suoi<br />
debiti? Al suo passaggio il cre<strong>di</strong>tore, il più delle volte <strong>un</strong>