Parole, proverbi, modi di dire, tutto quello che ricorda un ... - Agyrion
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Ho raccolto in questo primo capitolo quei <strong>proverbi</strong> <strong>che</strong> contengono le<br />
regole fondamentali della vita quoti<strong>di</strong>ana. Una sorta <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
comportamento molto elementare, <strong>che</strong> può sinteticamente riassumersi<br />
nella necessità <strong>di</strong> lasciarsi guidare nelle varie circostanze della vita dal<br />
buon senso e dalla prudenza; <strong>un</strong> co<strong>di</strong>ce etico <strong>che</strong> ci consente, per quanto<br />
possibile, <strong>di</strong> intrattenere buoni rapporti con tutti. Con <strong>un</strong> invito<br />
ricorrente a non giocare d'azzardo con la fort<strong>un</strong>a, a non mettersi in urto<br />
coi potenti e i prepotenti, a rifuggire dai rischi, ad aver cura <strong>di</strong> se stessi e<br />
della propria famiglia, e a pensare sempre, prima <strong>di</strong> agire, al male <strong>che</strong><br />
può venire dalle cose. Pensa o mali se vuoi u beni. Sono regole, come si<br />
potrà facilmente notare scorrendo molti <strong>di</strong> questi <strong>proverbi</strong>, ispirate, oltre<br />
<strong>che</strong> ad <strong>un</strong> atteggiamento il più delle volte esasperatamente prudenziale,<br />
an<strong>che</strong> ad <strong>un</strong>a morale <strong>un</strong> pò labile, casereccia, <strong>che</strong> con <strong>un</strong> occhio guarda<br />
agli insegnamenti della chiesa, e con l'altro non <strong>di</strong>sdegna il più comodo<br />
utilitarismo e le giustificazioni autoassolutorie; regole <strong>che</strong> da <strong>un</strong>a parte<br />
invitano a sopportare cristianamente le avversità della vita, perchè u<br />
Signuri a chi affriggia n<strong>un</strong> abbann<strong>un</strong>a, e a comportarsi verso il<br />
prossimo secondo gli insegnamenti del Vangelo, (chiddu ca ppi tia n<strong>un</strong><br />
vuoi ad autru n<strong>un</strong> fari), e dall'altra affermano, con altrettanta forza e<br />
convinzione, <strong>che</strong> o stuortu o rittu ad<strong>di</strong>fenna u to oppure <strong>che</strong> cu avi pietà<br />
de carni i l'autri i so si manginu i cani. Insegnamenti, come si vede, in<br />
aperta antitesi tra loro e certamente ben lontani dal vero Cristianesimo.<br />
Ma come poteva essere <strong>di</strong>versamente? Non poteva probabilmente<br />
assumere atteggiamenti più decisi, nè permettersi molti <strong>di</strong>aloghi con la<br />
propria coscienza, chi la vita doveva contenderla ad <strong>un</strong> destino non certo<br />
benevolo, o chi per l<strong>un</strong>ghi secoli è stato costretto a barcamenarsi e a fare<br />
i conti con angherie d'ogni genere, sia da parte <strong>di</strong> <strong>un</strong>o Stato<br />
lontanissimo, ma sempre più esoso e predone, <strong>che</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong>a classe <strong>di</strong><br />
padroni ottusi, ignoranti e prepotenti, sordamente arroccati nei propri<br />
privilegi. Al povero, come sempre, non rimanevano molte scelte.<br />
Praticamente <strong>un</strong>a sola: sottomettersi senza fiatare e imparare a proprie<br />
spese <strong>che</strong> così va il mondo. M<strong>un</strong>nu a statu e m<strong>un</strong>nu è. Imparare <strong>che</strong><br />
bisogna fare buon viso alla mala sorte, attaccari u sceccu <strong>un</strong>ni vola u<br />
patr<strong>un</strong>i e rassegnarsi persino a vasari i manu a cu si mierita tagghiati.<br />
Che vantaggi, infatti, si potevano mai ottenere dal mettersi in urto coi<br />
prepotenti e i malandrini? Come si <strong>di</strong>ce? U fuiri è vriogna, ma è<br />
sarbamientu i vita! Non sarà certamente <strong>un</strong> atteggiamento eroico, ma<br />
quelli erano i tempi. E poi, forse <strong>che</strong> i tempi non si assomigliano <strong>un</strong> pò