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a crisi<br />

emente, creando forti problemi di b<strong>il</strong>ancio<br />

che fino ad oggi si è occupato<br />

prevalentemente di commercializzare<br />

sui mercati mondiali<br />

<strong>il</strong> vino prodotto dalle cantine<br />

sociali associate - <strong>il</strong> piano Pedron<br />

prevede la trasformazione<br />

del consorzio in una Spa<br />

commerciale, facendo emergere<br />

valori che oggi non figurano<br />

nel b<strong>il</strong>ancio del consorzio. In<br />

questo modo, alle 11 cantine<br />

socie verrebbe trasferita pro<br />

quota una partecipazione di<br />

almeno 10 m<strong>il</strong>ioni di euro ciascuna.<br />

A questo punto, le cantine<br />

socie potrebbero vendere<br />

una parte di queste quote per<br />

ridurre <strong>il</strong> loro indebitamento.<br />

Il governo di Cavit Spa dovrebbe<br />

essere garantito dalle cantine<br />

sociali tramite la stipula di<br />

alcuni accordi parasociali per<br />

la gestione del 51% del capitale<br />

sociale di Cavit Spa.<br />

Al livello delle cantine sociali,<br />

Pedron ha progettato un piano<br />

di razionalizzazione e dismissione.<br />

La più indebitata di tutte,<br />

la cantina La-Vis, dovrebbe<br />

tornare a concentrarsi solo sulla<br />

produzione di vino sul territorio<br />

provinciale, dismettendo<br />

le cantine extraprovinciali acquisite<br />

nel corso degli anni. La-<br />

Vis dovrebbe vendere anche <strong>il</strong><br />

ramo spumantistico di Cesarini<br />

Sforza (che potrebbe essere<br />

acquisito a Cavit per integrare<br />

la sua offerta spumantistica sui<br />

mercati internazionali con un<br />

marchio più forte dello stesso<br />

Cavit); lo stesso futuro si prospetta<br />

per <strong>il</strong> ramo commerciale<br />

di Casa Girelli, su cui gioca<br />

anche un importante riassetto<br />

urbanistico, visto che la società<br />

incorpora una vasta area ormai<br />

posta nel cuore residenziale nel<br />

quartiere della Clarina a Trento<br />

su cui si tra progettando una<br />

destinazione urbanistica residenziale<br />

con conseguente sensib<strong>il</strong>e<br />

rivalutazione del valore<br />

del terreno.<br />

Per la cantina di Nomi si prospetta<br />

una ristrutturazione del<br />

debito, oltre che una sua in-<br />

corporazione in Vivallis, strada<br />

su cui se<strong>mb</strong>ra avviata anche la<br />

vicina cantina di Aldeno allo<br />

scopo di fare una massa critica<br />

sufficiente in Vallagarina.<br />

Razionalizzazione con fusione<br />

anche per le cantine di Toblino<br />

che dovrebbe andare a nozze<br />

con l’Agraria di Riva del Garda.<br />

Quanto alle altre cantine (Roverè<br />

della Luna, Rotaliana Mezzolo<strong>mb</strong>ardo,<br />

Mori Colli Zugna,<br />

Isera ed Avio) continueranno<br />

sulla loro strada, così come lo<br />

farà <strong>il</strong> colosso di Mezzacorona<br />

assieme alla sua commerciale<br />

Nosio Spa.<br />

Pedron va anche oltre, affermando<br />

che oggi in Trentino la<br />

presenza di ben 14 cantine sociali<br />

(11 delle quali aderenti a<br />

Cavit) sono forse troppe e che è<br />

giusto provvedere ad uno sfoltimento<br />

per valorizzare meglio<br />

gli 1,2 m<strong>il</strong>ioni di quintali di uve<br />

prodotti dagli 8.100 ettari di vigneto<br />

che fanno capo a 8.000<br />

viticoltori soci delle cantine<br />

cooperative. Una razionalizzazione<br />

che potrebbe iniziare<br />

da subito nello sfoltire la parte<br />

amministrativa delle cantine<br />

sociali, accentrando i servizi<br />

in un’unica struttura. Azioni<br />

che potrebbero portare ad un<br />

risparmio di 15-20 m<strong>il</strong>ioni di<br />

euro all’anno, incrementando<br />

le liquidazioni agli agricoltori.<br />

La strategia punta anche sulle<br />

tipologie di vini su cui sv<strong>il</strong>uppare<br />

l’enologia trentina. Secondo<br />

Pedron è giunto <strong>il</strong> momento<br />

di ridurre la produzione<br />

di vitigni internazionali, puntando<br />

maggiormente sui cloni<br />

autoctoni per avere un migliore<br />

ritorno per i produttori.<br />

Infine una nota: la Federazione<br />

trentina delle cooperative è<br />

br<strong>il</strong>lata per non sapere “leggere”<br />

nei b<strong>il</strong>anci delle cantine socie<br />

ed intervenire con i mezzi a<br />

disposizione prima che la crisi<br />

deflagrasse. Davvero un cattivo<br />

esempio di come si gestisce un<br />

notevole patrimonio economico,<br />

sociale e d’immagine.<br />

m o n d o a g r i c o l o<br />

6/2010<br />

Mostra Vini Trentino 2010<br />

n Gran folla per <strong>il</strong> tradizionale evento<br />

enologico provinciale<br />

La “Mostra Vini del Trentino”<br />

2010 si è chiusa<br />

all’insegna del successo con<br />

numeri in crescita rispetto a<br />

quelli della passata edizione.<br />

Nei tre giorni della manifestazione<br />

sono stati quasi 4.000 i<br />

visitatori che hanno varcato<br />

la soglia del Teatro Sociale e<br />

dell’Enoteca provinciale di<br />

Palazzo Roccabruna.<br />

Tante le novità dell’edizione<br />

74 della mostra: accanto alle<br />

nuove aziende e a molte re-<br />

altà consolidate, sono stati<br />

protagonisti alcuni prodotti<br />

lanciati per la prima volta<br />

sul mercato ed etichette<br />

che rappresentano <strong>il</strong> meglio<br />

dell’enologia trentina.<br />

Oltre alle degustazioni dirette<br />

con le aziende presenti, cuore<br />

dell’evento, <strong>il</strong> pubblico è stato<br />

messo alla prova con molte<br />

altre attività inerenti i vitigni<br />

e i vini, che hanno registrato<br />

<strong>il</strong> tutto esaurito, come gli approfondimenti<br />

di cucina.<br />

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