Machiavelli in America - Istituto per la storia della Resistenza e della ...
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Dal<strong>la</strong> ricostruzione al boom economico<br />
dove <strong>la</strong>vorano, affol<strong>la</strong>te di piccoli pezzenti<br />
come loro, <strong>la</strong> casa degli sfol<strong>la</strong>ti <strong>in</strong> cui si ammassano<br />
famiglie tentaco<strong>la</strong>ri, bamb<strong>in</strong>i mezzi<br />
nudi, gall<strong>in</strong>e chioccianti, donne impellicciate<br />
di dubbia professione. Gli <strong>in</strong>terni non<br />
sono meno squallidi, con le stanze tagliate<br />
<strong>in</strong> lungo e <strong>in</strong> <strong>la</strong>rgo dalle corde su cui stracci<br />
e co<strong>per</strong>te creano paraventi improvvisati.<br />
Nel<strong>la</strong> seconda parte del film, quel<strong>la</strong> più <strong>in</strong>timista,<br />
<strong>in</strong>centrata sull’amicizia di Pasquale<br />
e Giuseppe, compromessa dall’<strong>in</strong>sensibilità,<br />
dall’<strong>in</strong>adeguatezza e dall’impotenza degli<br />
adulti che dovrebbero educarli e dal<strong>la</strong> crudeltà<br />
dei coetanei guastati prematuramente,<br />
vediamo un altro triste segno dei tempi:<br />
il riformatorio stipato all’<strong>in</strong>verosimile, che<br />
con i suoi guardiani e dirigenti disumani, le<br />
celle piene di giovanissimi già vecchi dentro,<br />
<strong>in</strong>vece di redimere, f<strong>in</strong>isce <strong>per</strong> traviare.<br />
A esemplificare <strong>la</strong> situazione basterebbe lo<br />
scambio di battute fra il poliziotto che accompagna<br />
i ragazzi nel carcere m<strong>in</strong>orile e il<br />
direttore. “Buongiorno comandante. Ho portato<br />
dell’altra merce”. E l’altro: “Di questo<br />
passo li metteremo a dormire <strong>in</strong> cortile”.<br />
De Sica prosegue <strong>la</strong> sua rappresentazione<br />
di un paese dove <strong>la</strong> miseria è sempre dietro<br />
l’angolo <strong>in</strong> “Ladri di biciclette” (1948).<br />
Anche <strong>in</strong> questo caso l’<strong>in</strong>treccio è m<strong>in</strong>imo,<br />
quasi un pretesto <strong>per</strong> mettere a nudo situazioni<br />
e psicologie di gente comune, che non<br />
fa notizia e non fa spettacolo, ma che fa parte<br />
del<strong>la</strong> realtà, al<strong>la</strong> quale paga il suo tributo<br />
quotidiano di tribo<strong>la</strong>zioni.<br />
Antonio Ricci, disoccupato, ottiene un<br />
posto d’attacch<strong>in</strong>o municipale, ma un giovane<br />
<strong>la</strong>dro gli ruba <strong>la</strong> bicicletta, <strong>in</strong>dispensabile<br />
<strong>per</strong> il <strong>la</strong>voro. Dopo averlo cercato e <strong>in</strong>seguito<br />
<strong>in</strong>utilmente <strong>per</strong> tutto il giorno <strong>in</strong>sieme a<br />
suo figlio, il piccolo Bruno, Ricci tenta a sua<br />
volta di rubare una bicicletta. Gli manca <strong>per</strong>ò<br />
<strong>la</strong> stoffa del disonesto e viene subito preso.<br />
Il derubato, commosso dal pianto del bamb<strong>in</strong>o,<br />
non lo denuncia, e padre e figlio tornano<br />
a casa <strong>in</strong> <strong>la</strong>crime. Attraverso l’<strong>in</strong>fruttuoso<br />
<strong>per</strong>egr<strong>in</strong>are di Antonio, De Sica ci mette<br />
faccia a faccia con <strong>la</strong> dis<strong>per</strong>azione dei poveri,<br />
degli sconfitti, di quelli che non hanno<br />
né soldi né s<strong>per</strong>anza.<br />
Ci fu chi come Jacques Joly, sui “Cahiers<br />
du C<strong>in</strong>éma”, lo accusò di demagogia e populismo:<br />
“[...] quelle di De Sica sono le o<strong>per</strong>e<br />
di un onest’uomo che trova che il mondo<br />
manca veramente troppo di carità e si aggiusterebbe<br />
con una rivoluzione dell’elemos<strong>in</strong>a”<br />
5 . Ma si tratta delle affermazioni di uno<br />
di quei critici affetti da <strong>in</strong>tellettualismo narcisistico,<br />
nutriti di teorie estetiche, con <strong>la</strong> sterile<br />
tendenza a quel<strong>la</strong> vivisezione c<strong>in</strong>ematografica<br />
che si ferma all’apparenza dell’immag<strong>in</strong>e,<br />
mancandone poi c<strong>la</strong>morosamente <strong>la</strong><br />
sostanza.<br />
In realtà lo sguardo di De Sica è duro,<br />
accusatorio, senza compromessi. Per gli<br />
Antonio Ricci non ci sono vie d’uscita. I s<strong>in</strong>dacati<br />
non possono fare niente <strong>per</strong> loro <strong>per</strong>ché<br />
“se il <strong>la</strong>voro non c’è, <strong>la</strong> gente non se<br />
colloca” e Antonio, rivoltosi dopo il furto<br />
ai compagni del<strong>la</strong> “cellu<strong>la</strong>”, trova sì comprensione,<br />
ma non soluzioni. Così come non<br />
ne trova al commissariato, dove casi come<br />
il suo sono all’ord<strong>in</strong>e del giorno. A sua volta<br />
<strong>la</strong> carità cristiana e<strong>la</strong>rgita dai ceti benestanti,<br />
che obbedisce a una logica pietistica<br />
e ricattatoria, si limita a distribuire piatti<br />
di m<strong>in</strong>estra solo dopo <strong>la</strong> partecipazione coatta<br />
dei diseredati al<strong>la</strong> messa, come si vede nel<strong>la</strong><br />
scena <strong>in</strong> cui Ricci si reca al<strong>la</strong> mensa dei<br />
poveri dove un avvocato si presta “democraticamente”<br />
a fare da barbiere e una signora<br />
bene si occupa di organizzare i pasti. Con<br />
l’<strong>in</strong>quadratura f<strong>in</strong>ale di Antonio e Bruno che<br />
5 JACQUES JOLY, Un nouveau réalisme, <strong>in</strong> “Cahiers du C<strong>in</strong>éma”, n. 131, maggio 1962.<br />
a. XXV, n. s., n. 2, dicembre 2005 99