Machiavelli in America - Istituto per la storia della Resistenza e della ...
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a Vercelli (da Tor<strong>in</strong>o, Mi<strong>la</strong>no ecc.); il compito<br />
di accompagnamento presso i risicoltori<br />
fidati, lo svolge mia figlia Corea molto bene,<br />
facendo leva sulle sue ex compagne di scuo<strong>la</strong><br />
di famiglia agrico<strong>la</strong>. Insomma, lo spettro<br />
del<strong>la</strong> fame <strong>in</strong>combe e rende ancor più ansiosa<br />
<strong>la</strong> gente. Il 23 settembre spedisco al loro<br />
dest<strong>in</strong>o Cambria (maresciallo) e Amendolea<br />
(tenente), già miei ospiti prima a Vercelli poi<br />
a Dorzano.<br />
Spesso al<strong>la</strong> gente (ex militari più o meno<br />
sbandati) che si aiutava a mettersi <strong>in</strong> salvo,<br />
occorrevano abiti ed anche danaro. Da qui<br />
il ricu<strong>per</strong>o di qualche arma con le re<strong>la</strong>tive<br />
munizioni, con <strong>la</strong> conseguente idea di aiutare<br />
i fuggiaschi <strong>in</strong> modo più dignitoso e più utile<br />
<strong>per</strong> tutti. Inizio così il mio discorso con gli<br />
amici sul modo di organizzarsi <strong>per</strong> <strong>la</strong> lotta<br />
armata. Ad eccezione di Carlo Cerruti, <strong>in</strong> generale<br />
non riesco a farmi comprendere e seguire.<br />
Tento anche con don Tomè, parroco<br />
del Belvedere, esponendogli <strong>la</strong> mia idea di<br />
convogliare viveri, armi, attrezzi, ecc. <strong>in</strong> valle<br />
Cervo. Fare uno sbarramento di controllo al<br />
Bardone; <strong>in</strong>stal<strong>la</strong>re nei piccoli paesi del<strong>la</strong><br />
media ed alta val<strong>la</strong>ta <strong>la</strong>boratori di produzione<br />
e riparazione di armi da fuoco, bombe a<br />
mano ecc., servendoci degli sbandati di professione<br />
meccanici, al doppio scopo di metterli<br />
al riparo dal<strong>la</strong> cattura da parte dei tedeschi<br />
ed armare il maggior numero possibile<br />
di giovani o<strong>per</strong>ai <strong>per</strong> ogni evenienza. Incom<strong>in</strong>ciando<br />
dal parroco (che pure era antifascista)<br />
e da qualche altro suo amico presente<br />
al<strong>la</strong> mia esortazione, <strong>in</strong>contrai ovunque<br />
<strong>in</strong>differenza od ostilità <strong>per</strong> queste od altre<br />
analoghe <strong>in</strong>iziative aventi <strong>per</strong> oggetto azioni<br />
di difesa armata o militare. Il che vuol dire<br />
che <strong>in</strong> generale <strong>la</strong> gente di Vercelli non condivideva<br />
il mio pessimismo; ovvero si aspettava<br />
soluzioni meno scomode e meno rischiose<br />
di quelle ch’io andavo prospettando<br />
durante <strong>la</strong> seconda metà del mese di settembre<br />
1943.<br />
Giuseppe Cabrio<br />
Il 5 ottobre - ultima mia settimana di ferie<br />
1943 - vado a Dorzano e da qui a Lessona,<br />
ospite dell’amico Corrad<strong>in</strong>o Pizzaguerra (militante<br />
socialista), fermandomi <strong>per</strong> qualche<br />
giorno, onde poter rivedere ed <strong>in</strong>trattenere<br />
gli amici biellesi <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e al<strong>la</strong> nuova situazione.<br />
Ho <strong>in</strong>contrato Luigi Buratti, Costanzo<br />
Sormano, Luigi Ferro, Belloni, Vercellotti<br />
ecc., ma anche qui, come a Vercelli, le mie tesi<br />
vengono giudicate <strong>in</strong>accettabili. Lo stesso<br />
amico Corrad<strong>in</strong>o ritiene che io sia troppo<br />
pessimista sul<strong>la</strong> situazione che ci attende. [...]<br />
Il ritorno di Valerio Bona<br />
Il matt<strong>in</strong>o del 2 novembre (1943) ero <strong>in</strong><br />
fabbrica (Pett<strong>in</strong>atura Lane di Vercelli) e dal<strong>la</strong><br />
port<strong>in</strong>eria mi annunciarono <strong>la</strong> visita del<br />
comm. Valerio Bona. Suppongo che venga<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> V.E. F.lli Bona di Carignano - importante<br />
cliente del<strong>la</strong> Pett<strong>in</strong>atura - <strong>per</strong> cui prendo<br />
<strong>la</strong> scheda del cliente e mi reco <strong>in</strong> sa<strong>la</strong> d’attesa,<br />
contento di poter rivedere un vecchio<br />
e contrastato amico (<strong>in</strong> politica) che non vedevo<br />
più da almeno un paio d’anni. L’<strong>in</strong>contro<br />
fu patetico; ché lo sapevo esser stato<br />
combattente sul fronte greco col grado di<br />
capitano d’artiglieria. Gli esternai il mio s<strong>in</strong>cero<br />
compiacimento di rivederlo sano e salvo,<br />
nuovamente al suo posto di capo d’azienda.<br />
Valerio Bona, un po’ commosso, mi disse<br />
di essere venuto <strong>in</strong> Pett<strong>in</strong>atura solo <strong>per</strong><br />
pregarmi di voler uscire con lui <strong>per</strong> accompagnarlo<br />
al<strong>la</strong> Châtillon. Accettai senz’altro<br />
l’<strong>in</strong>vito e passando <strong>in</strong> port<strong>in</strong>eria feci rimandare<br />
<strong>in</strong> ufficio il libretto di <strong>la</strong>vorazione e <strong>la</strong><br />
scheda dal <strong>per</strong>sonale di servizio, <strong>in</strong>formando<br />
al tempo stesso che sarei rimasto assente<br />
<strong>per</strong> circa un’ora.<br />
Il mio ospite mi fece correggere l’ord<strong>in</strong>e,<br />
nel senso che sarei rientrato <strong>in</strong> fabbrica nel<br />
pomeriggio ed <strong>in</strong> caso diverso avrei telefonato.<br />
Il comm. Bona aveva <strong>la</strong> macch<strong>in</strong>a con<br />
l’autista; salimmo ambedue dietro ed appena<br />
52 l’impegno