Brochure CYPMED - Arsia
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condizione fisiologica della pianta già resa precaria dall’attacco del parassita. Su cipressi fortemente<br />
debilitati dalla Cinara è stata frequentemente riscontrata la successiva invasione da parte di<br />
fitofagi secondari (segnatamente Scolitidi del genere Phloeosinus) il cui sviluppo nega ogni possibilità<br />
di ripresa vegetativa alla pianta.<br />
La dannosità dell’afide scaturisce dalla incessante e prolungata sottrazione di linfa e dalle sostanze<br />
tossiche immesse con la saliva nei tessuti dell’ospite nel momento in cui detto succhiatore si nutre.<br />
I cipressi più estesamente e intensamente parassitizzati in occasione di forti pullulazioni della Cinara<br />
(registrate a più riprese in Toscana) possono venire uccisi (Fig. 6). Diversamente, la pronta capacità<br />
di ricaccio estivo riconosciuta al cipresso comune (e negata ai cipressi dell’Arizona, ospiti<br />
preferiti dell’afide) ( Figg. 10, 11, 12) consente, in stagioni successive, un lento ripristino vegetativo<br />
dei rivestimenti fogliari danneggiati. In ogni caso nei settori inferiori delle chiome ove, come anzidetto,<br />
si esercita con maggiore intensità la parassitizzazione della Cinara i disseccamenti legnosi permarranno<br />
a testimoniare la dannosità del minuscolo fitomizo (Fig. 9).<br />
Alle generazioni autunnali dell’afide che dopo la rarefazione estiva vengono a svilupparsi sulle<br />
chiome dei cipressi viene riconosciuta una pericolosità di gran lunga inferiore.<br />
Figg. 10, 11, 12) La dannosità di Cinara cupressi con maggior frequenza si<br />
rende evidente sui cipressi nordamericani (Cupressus arizonica, C. glabra, C.<br />
macrocarpa), suoi ospiti preferiti. Al diffuso impiego ornamentale di dette<br />
cupressacee - C. glabra in particolare - si attribuiscono responsabilità certe<br />
negli spettacolari e periodici incrementi delle popolazioni dell’afide che<br />
coinvolgono anche il cipresso comune.<br />
Difesa. Vi è larga disponibilità, oggigiorno, di sostanze attive molto<br />
efficaci nei confronti dell’afide cinarino del cipresso:<br />
fosforganici e carbammati di vecchia registrazione, piretroidi,<br />
piretrine naturali e altri prodotti di origine naturale, insetticidi-afidici<br />
di sintesi dell’ultima generazione. I prodotti vanno<br />
usati comunque con grande oculatezza, scegliendo fra quelli<br />
a minore tossicità, di minore impatto ambientale e maggiormente<br />
selettivi nei confronti dell’acaro-entomofauna utile e<br />
dopo aver accertato una effettiva infestazione. Si tenga presente<br />
che contro l’afide è ammessa anche l’utilità di getti<br />
forzati di acqua, sufficienti a disaggregare e disperdere le<br />
colonie e così evitare il manifestarsi dei danni sulla vegetazione<br />
del cipresso.<br />
Il successo nella lotta all’afide – che deve essere raggiunto<br />
all’interno delle chiome ove inizia ad ingrossare le sue<br />
colonie – è legato comunque alla tempestività dell’intervento aficida. Si riescono ad evitare danni al<br />
cipresso solo quando si intervenga al primo incrementarsi della popolazione della Cinara, all’uscita<br />
dall’inverno quando inizia la fase riproduttiva. Interventi aficidi tardivi non impediscono affatto la<br />
comparsa dei seccumi di foglie e rametti sui cipressi infestati.<br />
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