Brochure CYPMED - Arsia
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L’IMPORTANZA DEL CIPRESSO NELL’AREA MEDITERRANEA<br />
Reginaldo Serra, Massimo Tognotti, Giuseppina Di Loreto<br />
Provincia di Livorno<br />
Il cipresso tra storia, mitologia e arte<br />
La diffusione del cipresso comune (Cupressus sempervirens L.) nell’area mediterranea è andata di pari<br />
passo con la migrazione delle civiltà umane da est a ovest. L’uomo lo ha coltivato fin dalla più remota<br />
antichità, apprezzandone i pregi del legname, dalle particolari caratteristiche, utilizzato nei più svariati<br />
settori di attività quotidiana. Questa pianta “domestica”, connotata di valenze simboliche e religiose e<br />
frequentemente usata a scopo ornamentale, documenta le dinamiche del popolamento e le modificazioni<br />
insediative e ambientali prodottesi nei tempi. La sua stretta connessione con le popolazioni e il paesaggio<br />
mediterranei ne fa una testimone delle civiltà che si sono succedute in questa area geografica.<br />
In epoca remota i boschi naturali di cipresso ricoprivano aree molto più vaste rispetto a quelle odierne e<br />
costituivano la più comune foresta spontanea del bacino del Mediterraneo, soprattutto nell’attuale Grecia.<br />
Tale era la fama delle foreste di cipresso dell’isola di Creta da far dire che se ne percepisse l’aroma molto<br />
prima di raggiungerla. Per millenni queste formazioni boscate furono oggetto di sfruttamento intenso. Le<br />
popolazioni ne utilizzarono il legname, particolarmente pregiato e ricercato in tutto il bacino del Mediterraneo,<br />
tanto da essere esportato in grande quantità come materiale utilizzato soprattutto per le costruzioni<br />
navali (in cipresso erano costruite la flotta del re cretese Minosse, le flotte egiziane e fenicie, le navi usate<br />
da Alessandro Magno in Babilonia, le navi romane e turche).<br />
Come materiale da costruzione il legno di cipresso era usato anche in ambito civile. Ne sono un esempio<br />
le colonne dei palazzi cretesi di Knossos, Festos e Malia, la cui caratteristica rastrematura verso il basso<br />
veniva ottenuta praticando una particolare tecnica di taglio: il taglio dei tronchi, a circa due metri dal suolo,<br />
determinava, al di sotto della sezione, una crescita dei rami laterali tale da formare la rastrematura. I<br />
tronchi diritti e colonnari venivano utilizzati per le coperture degli edifici. In Grecia il travame delle case<br />
signorili era generalmente in cedro o in cipresso. Tale utilizzo si è mantenuto fino a tutto il sec. XVII,<br />
soprattutto nell’architettura delle abitazioni isolane di Cipro e di Rodi.<br />
Anche presso i romani il legno di cipresso era apprezzato a tal punto che le cipressete avevano un<br />
rendimento tale da essere definite “la dote della figlia” (in Grecia, fino ad epoca recente, si è conservata<br />
l’usanza di piantare piccoli fitti boschetti di cipressi alla nascita di una bambina).<br />
L’elevata stabilità dimensionale e le buone proprietà meccaniche, nonché la durabilità, rendevano il legno<br />
di cipresso particolarmente idoneo all’impiego in ambiente esterno. Le porte dei templi greci, le porte di<br />
ingresso a Costantinopoli e le porte delle basiliche romane venivano realizzate in cipresso. La fama di<br />
questo legno venne rinnovata dai trattatisti rinascimentali, come Leon Battista Alberti, che sostenevano<br />
fosse uno dei migliori legnami da costruzione.<br />
Per l’aroma intenso che agisce da repellente per gli insetti dannosi, venivano realizzati in cipresso i sarcofagi<br />
destinati ad ospitare i corpi imbalsamati delle mummie egizie, ma anche i contenitori per la conservazione<br />
di tessuti e materiali deteriorabili.<br />
Il cipresso simbolo e oggetto di culto<br />
Addomesticato, coltivato e diffuso dall’uomo il cipresso assunse valenze simboliche ed estetiche che si<br />
sono sviluppate in ogni civiltà del Mediterraneo. Le sue caratteristiche (la longevità, la forma, le caratteristiche<br />
del legname, il suo essere sempreverde) ne hanno fatto un elemento presente nella religiosità di<br />
molti popoli antichi. Sul piano simbolico il cipresso è stato sempre identificato come rappresentazione<br />
ambivalente della vita e della morte. Nelle civiltà dell’area medio orientale si ritrova prevalente il significa-<br />
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