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Brochure CYPMED - Arsia

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Tenuto conto di queste considerazioni, quando il processo necrotico riguarda solo il cimale della pianta,<br />

la tempestiva svettatura dello stesso al di sotto del limite del cancro potrà portare al risanamento e al<br />

buon recupero vegetativo della pianta. Comunque, se in alcuni casi può essere accettabile togliere 2-3<br />

metri di cimale da una pianta di 18-20 m di altezza, non è detto, anzi, è improbabile, che la stessa operazione<br />

possa essere effettuata su una pianta alta 10-12 m.<br />

Eliminazione del materiale di risulta<br />

Il materiale di risulta derivante dagli interventi di abbattimento e di risanamento è costituito principalmente<br />

da due categorie di assortimenti:<br />

• ramaglia e tronchi di dimensione non commerciabile;<br />

• tronchi commerciabili.<br />

La ramaglia e il materiale di dimensione non<br />

commerciabile devono essere eliminati con<br />

l’abbruciamento, o quando ciò non sia possibile, allontanati<br />

dal cantiere di lavoro (Fig. 11), con trasporto in vicine<br />

discariche autorizzate. Per evitare il diffondersi del<br />

fungo responsabile della malattia, lo smaltimento della<br />

ramaglia infetta deve essere eseguito in tempi molto brevi<br />

rispetto alle operazioni di taglio, meglio se effettuato in<br />

contemporanea all’intervento stesso.<br />

Anche i tronchi di dimensione commerciale (con diame-<br />

Fig. 11 - Risanamenti e sramature dei cipressi atterrati<br />

producono ingenti quantitativi di ramaglia. Anche<br />

il loro incenerimento può porre problemi in penuria<br />

di spazi idonei.<br />

COSTI DI INTERVENTO<br />

tro di punta maggiore a 20 cm), devono essere rapidamente<br />

allontanati dal cantiere per evitare la permanenza<br />

del micelio del fungo che rimane vivo anche dopo alcuni<br />

anni dalla morte della pianta, e per prevenire la<br />

proliferazione di insetti corticicoli alcuni dei quali (Scolitidi)<br />

sono dei pericolosi vettori della malattia.<br />

A titolo puramente indicativo si riportano alcuni costi di intervento sostenuti nella provincia di Arezzo<br />

(Italia) per interventi di bonifica fitosanitaria del cipresso eseguiti in differenti condizioni di lavoro.<br />

a) Ambiti di intervento:<br />

a.1) Aree urbane. Aree poste all’interno di centri abitati ove sono presenti infrastrutture od ostacoli<br />

di varia natura che interferiscono e rallentano l’esecuzione delle operazioni di bonifica. In<br />

questa categoria sono compresi anche gli interni delle aree cimiteriali, dove talvolta le piante sono<br />

ubicate in condizioni di difficile accessibilità.<br />

a.2) Aree extraurbane. Aree ubicate fuori dei centri urbani, quali strade vicinali, comunali o provinciali,<br />

dove spesso i cipressi costituiscono viali o alberature di pregio paesaggistico. In queste<br />

aree la bonifica risulta di più agevole esecuzione, rispetto alle aree urbane per la minore presenza di<br />

ostacoli in prossimità delle piante.<br />

a.3) Aree boschive. Formazioni boschive di cipresso in forma pura o misti, fra cui rientrano anche<br />

i “boschi da seme” iscritti al Libro Nazionale Boschi da Seme in Italia.<br />

b) Dimensioni delle piante<br />

In relazione all’età, agli sviluppi diametrici, di altezza e all’espansione delle chiome delle singole<br />

piante, i costi della bonifica, possono risultare più o meno onerosi. Considerato altresì che detti<br />

parametri dendrometrici sono tra loro strettamente correlati, nelle analisi dei costi medi di seguito<br />

proposti, sono state stabilite due classi diametriche di riferimento: fino 50 cm ed oltre.<br />

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