29 marzo - Comune di Oderzo
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Quin<strong>di</strong> loro <strong>di</strong>cono: noi non vogliamo fare nessun accordo pubblico-privato; noi ci impegniamo solamente<br />
ad eseguire il Piano <strong>di</strong> recupero per la nostra parte, così come l’abbiamo concordato in poche parole. Gli altri<br />
tre invece proprietari presentano un accordo <strong>di</strong> programma con l’Amministrazione, perché infatti c’è <strong>di</strong><br />
mezzo anche la permuta con il <strong>Comune</strong> e, quin<strong>di</strong>, le carte presentate al <strong>Comune</strong> sono due impegni dei due<br />
privati a presentare il Piano <strong>di</strong> Recupero unitario e a realizzare le opere solo nel loro comparto, senza<br />
perequazioni, ad<strong>di</strong>rittura loro <strong>di</strong>cono senza neanche opere <strong>di</strong> urbanizzazione. Mentre gli altri tre presentano<br />
una proposta <strong>di</strong> accordo pubblico-privato. In questa proposta <strong>di</strong> accordo pubblico-privato i tre, quin<strong>di</strong> non<br />
Paludo ma gli altri tre, si impegnano a realizzare 400 metri quadrati <strong>di</strong> verde. E 400 metri quadrati non<br />
comprendono l’area <strong>di</strong> Paludo. Quin<strong>di</strong>, non solo è Paludo che <strong>di</strong>ce che non cede l’area, ma anche gli altri<br />
partecipanti alla riunione e all’accordo <strong>di</strong>cono che realizzeranno 400 metri. Il che vuol <strong>di</strong>re che l’area <strong>di</strong><br />
Paludo non era mai stata contemplata in cessione in quell’accordo. Il <strong>29</strong> presentano l’accordo. Come<br />
concordato con l’Amministrazione il <strong>29</strong> presentano il Piano <strong>di</strong> Recupero e il <strong>29</strong> sera c’è il Consiglio. In<br />
Consiglio ci viene portata questa scheda <strong>di</strong> orientamento progettuale, che è <strong>di</strong>fforme dal Piano <strong>di</strong> Recupero.<br />
Da Re ci <strong>di</strong>ce che non ha neanche fatto a tempo a vedere questo Piano <strong>di</strong> Recupero, sono loro che hanno<br />
presentato delle carte <strong>di</strong>verse dall’accordo che avevamo preso. L’accordo credo <strong>di</strong> aver capito, se ho capito<br />
bene che Da Re sostiene, l’accordo che avevamo è quello che ho presentato in Consiglio. Non so se sostiene<br />
questo, o se <strong>di</strong>ce: “non mi interessa niente qual era l’accordo che avevano loro, io in Consiglio presento<br />
questo”. Cioè quello che io voglio capire: l’accordo che è stato presentato in Consiglio secondo<br />
l’Amministrazione, era l’accordo preso con i privati o era qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso dall’accordo preso con i<br />
privati? Perché la trattativa con i privati c’è stata, la scheda <strong>di</strong> orientamento progettuale che è stata portata<br />
qui secondo l’Amministrazione rispetta l’accordo con i privati ed è Paludo che poi invece <strong>di</strong>ce… ecc, oppure<br />
invece l’Amministrazione vanta un <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> portare una scheda <strong>di</strong>versa da quella che era stata la trattativa<br />
fatta con i privati? Io non ho capito qual è la posizione.<br />
Cioè l’Amministrazione, sta vantando il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> presentare la scheda che vuole, a prescindere dalla<br />
trattativa con i privati, o sta <strong>di</strong>cendo: “no, l’accordo con i privati era quello, io ti ho portato quello?” Cioè la<br />
domanda è: qual è l’alternativa tra queste due? Può rispondere subito, oppure se vuole vado avanti.<br />
(Intervento fuori microfono)<br />
CONS. SCARDELLATO:<br />
Perché non era solo su questo punto. Il secondo caso, che invece è quello <strong>di</strong> cui abbiamo parlato oggi, lì non<br />
c’è la possibilità d’equivoco sul fatto che il privato poi ha cambiato idea, se l’ha cambiata, se si è adeguato e<br />
ha firmato. Lì il privato non l’ha proprio mai, mai più ratificato quell’accordo. Anzi, fa ad<strong>di</strong>rittura ricorso al<br />
TAR perché <strong>di</strong>ce: “io quell’accordo non l’ho mai firmato!” Allora io <strong>di</strong>co non lo so se c’è bisogno, io penso<br />
<strong>di</strong> sì, ma non ho una certezza perché non sono un Giu<strong>di</strong>ce. Né un avvocato né tanto meno un giu<strong>di</strong>ce per<br />
poter arrivare alla conclusione certa e matematica che c’è bisogno del consenso del cento per cento dei<br />
partecipanti per poter fare la variante, questo non lo so. Però chiedo a questo Consiglio che, quando mi si<br />
porta un accordo pubblico-privato a cui consegue una variante, mi si <strong>di</strong>ca a me Consigliere e a tutti i<br />
Consiglieri perché ripeto la domanda fatta nel punto prima, quanti <strong>di</strong> voi Consiglieri sapevano che c’era un<br />
<strong>di</strong>ssenso. E torno a chiederlo a tutti e nessuno mi ha risposto. Allora io domando a ciascun Consigliere se<br />
sapevano che c’era un <strong>di</strong>ssenso. Io non lo sapevo, e sono convinta che non lo sapeva nessuno. Allora è giusto<br />
presentarci un accordo pubblico-privato con un <strong>di</strong>ssenso senza <strong>di</strong>rcelo e noi votiamo un accordo pubblicoprivato<br />
a cui segue una variante urbanistica? No. Per cui chiedo che perlomeno, fino a che il Giu<strong>di</strong>ce non ci<br />
<strong>di</strong>rà come stanno le cose, il Consiglio comunale si esprima sulla necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere, eventualmente<br />
approvare, solo accor<strong>di</strong> pubblici-privati preventivamente accettati da tutti i privati che hanno la <strong>di</strong>sponibilità<br />
delle aree interessate o perlomeno che eventuali <strong>di</strong>ssensi siano chiaramente esplicitati in delibera e per questi<br />
venga prospettata una soluzione.<br />
L’Assessore prima mi ha detto che esistono altri mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare le varianti, certo che lo so. La variante del PRG<br />
che avevamo fatto mica avevamo chiesto l’approvazione a tutti i privati, ma era un altro strumento. Non era<br />
una variante legata all’accordo pubblico-privato dato dalla legge che cavolo è, art. 6 e via <strong>di</strong>cendo. Era un<br />
altro strumento, e quin<strong>di</strong> veniva votato con delle altre premesse e con delle altre posizioni.<br />
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