Statistica Ordinis Fratrum Minorum - OFM
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10 AN. CXXV – IANUARII-APRILIS 2006 – FASC. I<br />
ministero di Ministri e Custodi? Il Vangelo<br />
di oggi ci parla di prudenza e di semplicità.<br />
Non si tratta di cercare la persecuzione o il<br />
martirio, nemmeno di esporci alle difficoltà.<br />
L’agnello fugge il lupo. Dobbiamo<br />
essere prudenti per evitare il pericolo, quando<br />
è possibile, ma allo stesso tempo dobbiamo<br />
essere semplici, consapevoli che,<br />
quando a causa della nostra sequela di Cristo<br />
e del suo Vangelo sorgono difficoltà, allora<br />
lo Spirito Santo darà testimonianza in<br />
nostro favore. Di fronte alla persecuzione il<br />
discepolo sa di non essere solo. La prudenza<br />
è quindi certamente necessaria, ma altrettanto<br />
lo è la fiducia: «non siete infatti<br />
voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro<br />
che parla in voi» (Mt 10,20). Gesù continua<br />
a dire anche a noi: «Perché avete paura,<br />
uomini di poca fede?» (Mt 8,26). In<br />
quanto Ministri e Custodi come stiamo a<br />
prudenza e semplicità/fiducia?<br />
Dobbiamo comunque chiederci anche<br />
come presentiamo la sequela di Cristo ai<br />
nostri Frati. Non credete che in molti casi,<br />
talvolta per paura di ritrovarci soli, altre<br />
volte per giustificare la nostra mediocrità,<br />
corriamo seriamente il rischio di presentare<br />
una sequela “decaffeinata” o, come si dice<br />
oggi “light”? Dobbiamo essere consapevoli<br />
che un tale tipo di sequela non sarà mai<br />
un’autentica sequela di Gesù e non sarà mai<br />
adatta per attuare una profonda “rifondazione”<br />
del nostro Ordine. Una sola è la strada<br />
che è permesso al discepolo di seguire, se<br />
desidera raggiungere la vita: quella della<br />
porta stretta (cf Mt 7,13-14). Questa, però,<br />
comporta di assumere le difficoltà proprie<br />
della condizione del discepolo, di chi ha<br />
scelto Gesù e, in non pochi casi, di affrontare<br />
la persecuzione, l’odio, le accuse ingiuste,<br />
fino alla stessa morte. Coloro che non<br />
conoscono questa porta stretta e non entrano<br />
per essa – secondo le parole di Gesù –<br />
sono dei «falsi profeti … in veste di pecore,<br />
ma dentro sono lupi rapaci» (Mt 7,16).<br />
La seconda sfida che ci presenta la festa<br />
liturgica dei santi Berardo e compagni è<br />
quella della missione ad gentes. La nostra<br />
Fraternità è nata come missionaria. L’Ordine<br />
non può – sarebbe infedele al carisma<br />
che ha ricevuto – rinunciare alla dimensio-<br />
ne missionaria. E non si può dire: «ogni<br />
Paese è terra di missione» o giustificarsi dicendo:<br />
«quando saremo di più, allora manderemo<br />
dei Frati in missione ad gentes».<br />
Quando Francesco manda i Frati che oggi<br />
veneriamo con il titolo di Protomartiri dell’Ordine,<br />
nei lebbrosari di Assisi c’era molto<br />
da fare e i Frati erano davvero pochi. Ma<br />
Francesco li invia senza esitare. Cosa significa<br />
questo? L’Ordine ha al momento importanti<br />
progetti missionari a cui non può rinunciare.<br />
Alcuni, come il Marocco, la Terra<br />
Santa e l’Estremo Oriente sono progetti antichi<br />
quanto l’Ordine, altri, come il progetto<br />
Africa, la Tailandia, la Russia e il Kazakistan,<br />
il Sudan, Mianmar, la Namibia, il<br />
Burkina Faso… sono più recenti. Tutti hanno<br />
bisogno di Frati. Non possiamo rinunciare<br />
ad una dimensione costitutiva del nostro<br />
Ordine, quella missionaria, solo per<br />
continuare a mantenere delle presenze che,<br />
per quanto importanti, certamente non sono<br />
una nostra esclusiva. E voglio qui ricordare<br />
che non si tratta di una scelta, ma di una<br />
«ispirazione divina» a cui i Frati che la ricevono<br />
devono rispondere con generosità (cf<br />
Rb 12,1) e alla quale i Ministri e i Custodi<br />
non possono opporsi, poiché saranno tenuti<br />
a rendere ragione al Signore, se in questo o<br />
in altre cose avranno proceduto senza discrezione<br />
(cf Rnb 16,4). Come ci poniamo<br />
rispetto a questa dimensione essenziale del<br />
nostro Ordine? Vi invito ad essere e vi chiedo<br />
di essere generosi, perché «c’è più gioia<br />
nel dare che nel ricevere» (At 20,35).<br />
Un ultimo aspetto che desidero sottolineare,<br />
a partire dalla memoria liturgica dei<br />
santi Berardo e compagni: la missione è<br />
sempre in fraternità. Francesco, seguendo<br />
l’esempio di Gesù, non ha mai inviato i suoi<br />
Frati da soli, ma sempre in fraternità: due a<br />
due o, come in questo caso, in un gruppo di<br />
cinque. Siamo, come ci ricordano spesso i<br />
documenti recenti, “Fraternità-in-missione”,<br />
non “individui” che realizzano una<br />
missione.<br />
Cari Ministri e Custodi, come ci poniamo<br />
di fronte a questa esigenza? Quali decisioni<br />
siamo chiamati a prendere per rispondere<br />
a questa caratteristica della nostra missione?<br />
Vi invito ad essere coraggiosi. Non