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Scalabrini - Induismo Buddismo.pdf - Webdiocesi

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3.2. I tre gioielli<br />

Il monaco zen, il giapponese Dogen (1200-1253) spiega così la formula del triplice gioiello: “Noi ci<br />

rifugiamo nel Buddha perché egli è il nostro grande maestro; nella Legge perché è buona medicina; e<br />

nell’Ordine perché è formato da eccellenti amici,<br />

3.3. Il Dhamma<br />

Per quanto riguarda la dottrina, cioè il Dhamma, essa coincide, in definitiva, con la “Via di mezzo”. Infatti, il<br />

Buddha inizia il sermone di Benares, rivolto ai cinque asceti, contestando i due estremi ai quali egli era giunto<br />

attraverso un movimento pendolare, e scartando tali estremi. Ai suoi cinque compagni propone come ideale la<br />

“Via di mezzo”, la Via delle quattro nobili verità. Illustriamo qui le quattro nobili o sante verità.<br />

a. La prima verità:<br />

“È questa, o monaci, la Santa Verità circa il dolore: la nascita è dolore, la vecchiaia è dolore, la malattia è<br />

dolore, la morte è dolore; l’unione con quel che dispiace è dolore, la separazione da ciò che piace è dolore, il<br />

non ottenere ciò che si desidera è dolore...” (Mahavagga 1,6,10). Questa verità, che riguarda il dolore nel<br />

<strong>Buddismo</strong>, è vista in rapporto alla non permanenza delle cose. La sofferenza, il dolore, è un concetto<br />

amplissimo, che implica il dolore fisico come la malattia, la vecchiaia, la morte e i fenomeni psichici<br />

concomitanti, come solitudine, angoscia, tristezza. Tutto questo include, però, anche i fattori della non<br />

permanenza, della transitorietà e della limitatezza delle cose. Nel nostro linguaggio filosofico chiameremmo<br />

questo lo scandalo della contingenza.<br />

b. La seconda verità:<br />

“Questa, o monaci, è la Santa Verità circa l’origine del dolore: essa è quella sete che è causa di rinascita,<br />

che è congiunta con la gioia e con il desiderio, che trova godimento or qua, or là; sete di piacere, sete di<br />

esistenza, sete di estinzione.<br />

c. La terza verità:<br />

Questa, o monaci, è poi la Santa Verità circa la soppressione del dolore: è la soppressione di questa sete,<br />

annientando completamente il desiderio, è il bandirla, il reprimerla, il liberarsi da essa, il distaccarsi”.<br />

d. La quarta Nobile Verità:<br />

È quella della via allo spegnimento del dolore e consiste nel nobile ottuplice sentiero. Scrive il Dhammapada<br />

191-192: “Colui che invece cerca rifugio nel Buddha, nella Legge e nella Comunità, scorge con retta<br />

cognizione le quattro nobili verità: il dolore, l’origine del dolore, la cessazione del dolore e il nobile ottuplice<br />

sentiero che conduce all’ acquietarsi del dolore.<br />

1. La retta fede: la vista e l’opinione e la comprensione giusta e adesione incondizionata alle quattro verità.<br />

2. La retta risoluzione, o volontà pura con retto proposito, oppure pensiero ed intenzione giusta.<br />

3. La retta parola, ovverosia la parola giusta, l’astensione dalla falsità e dalle false azioni.<br />

4. La retta azione, con l’astenersi dall’uccidere, dal rubare e da ogni impudicizia. È l’attività giusta!<br />

5. Il retto comportamento, ovverosia retta condotta di vita, cioè retto modo di procurarsi il sostentamento e i<br />

modi di esistenza giusti.<br />

( Questi tre sentieri riguardano il comportamento morale (retta parola, retta azione, retto contegno).<br />

6. Il retto sforzo, cioè la volontà di incrementare le qualità buone, orientate ad evitare ciò che è nocivo e a<br />

rafforzare ciò che è salutare.<br />

7. Il retto ricordo, l’attenzione giusta rivolta all’osservazione e al controllo del corpo, delle sue percezioni,<br />

del pensiero e delle presunte realtà del mondo.<br />

8. La retta concentrazione, ovverosia la meditazione giusta cui si tende attraverso lo sprofondamento dei<br />

vari stati meditativi, che rendono possibile la conoscenza perfetta.<br />

3.4. Il Sangha<br />

Il terzo gioiello è costituito dal Sangha, termine che significa gruppo, congregazione, e indica propriamente<br />

la comunità dei monaci buddisti. È una comunità in cui è possibile vivere l‟accentuazione che caratterizza<br />

l‟etica buddista, non fatta solo di rinunce, ma di attenzione ai sentimenti di amicizia, di compassione. Il<br />

<strong>Buddismo</strong> si presenta come la prima religione, in ordine di tempo, che abbia predicato la fratellanza umana. Per<br />

questa apertura universale della sua predicazione il Buddha non può accettare il sistema sociale delle caste<br />

indù…<br />

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