Nr 3/2012 - Maggio - Giugno - 2012 - Ristorazione e Catering
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+ BUONA + COMPATTA + STABILE.<br />
NON CHIAMATELA COME LE ALTRE.<br />
È CREME DOLCE.<br />
Carte d’Or presenta Creme Dolce, il modo più semplice e veloce per decorare<br />
bevande e dessert. Si usa come una normale panna spray ma la la sua speciale<br />
ricetta la rende più ricca e e cremosa, così da garantire un risultato sempre<br />
perfetto e duraturo sia su preparazioni CALDE che FREDDE.<br />
ti, di superare questa emergenza, questa precarietà<br />
che ci attanaglia e arriva a far ammalare diversi<br />
nostri concittadini, vogliamo continuare a vivere!”<br />
L’occhio della telecamera, dunque, avrebbe indagato,<br />
meglio forse solo ascoltato, gli umori di una<br />
città che, come un essere vivente che ha preso un<br />
forte scossone, stenta a rialzarsi, ma ha una ferrea<br />
volontà di farlo.<br />
Proprio quei fili, da ricucire dopo il violento strappo,<br />
sono le trame che MonnyB è andata a ricercare,<br />
nei volti, nelle parole, dette e non dette, delle<br />
persone che nei tre giorni di riprese l’intera troupe<br />
ha potuto scoprire e conoscere, fino a sentirsi<br />
sempre più vicino a ciascun amico incontrato. Con<br />
questi sentimenti il viaggio di Monny è approdato<br />
a L’Aquila: “per me – ha confessato Monny - è<br />
stato un viaggio che si è trasformato presto in un<br />
rincorrersi di emozioni contrastanti, dal turbamen-<br />
to per l’impatto scioccante che la vista dei luoghi<br />
del terremoto crea, all’entusiasmo che l’esempio<br />
dei tanti cittadini incontrati procura dopo l’iniziale<br />
approccio naturalmente diffidente.”<br />
In ognuna delle persone intervistate il momento<br />
iniziale è stato sempre di apparente chiusura, quasi<br />
che il callo alle domande si fosse indurito nel<br />
tempo, quasi che l’abitudine a veder telecamere<br />
e taccuini avesse reso gli aquilani degli attori di<br />
un teatro che ogni giorno rappresenta la tragedia<br />
di una comunità che aspetta di ritrovar se stessa<br />
e la città “impacchettata” è il simbolo di un nodo<br />
che non si scioglie più. I nodi, però si scioglievano<br />
subito, lo spirito di Monny e la forza d’animo<br />
di Marzia sono stati il grimaldello per aprire<br />
con naturalezza ed efficacia le porte del cuore di<br />
ciascuno dei protagonisti che son stati scelti per<br />
raccontare come L’Aquila, nonostante tutto voglia<br />
vivere, come le imprese, i bar, i ristoranti, le piccole<br />
attività di produzione di prodotti tipici straordinari,<br />
siano tutti insieme quella trama della maglia<br />
di una collettività che sta ritrovandosi, che non ha<br />
mai smesso di lottare affinché L’Aquila oltre ad un<br />
bellissimo passato avesse un dignitoso presente, e,<br />
certamente, un nuovo futuro.<br />
Facciamo, però, un passo indietro, anzi ripercorriamo<br />
con la memoria, i passi che abbiamo mosso<br />
durante il primo sopralluogo per scegliere luoghi<br />
e contenuti per le riprese: camminare sulle strade<br />
di L’Aquila procura sensazioni forti, già avvicinandosi<br />
al centro storico, vedere i palazzoni della<br />
periferia, databili tra gli anni 60 e 70, quasi tutti<br />
sfregiati, puntellati, vuoti incute un senso di turbamento<br />
che ammutolisce, ma è solo un’avvisaglia,<br />
arrivati sul curvone che immette sul lungo e bellissimo<br />
prato dell’Abbazia di Collemaggio, viene<br />
quasi da dire “ha resistito”, la meravigliosa facciata<br />
della chiesa chiude come sempre la prospettiva del<br />
rettangolone verde prospiciente, poi, però, entrando<br />
nella basilica, l’illusione crolla addosso come<br />
immaginiamo sian caduti i macigni della cupola<br />
che non c’è più. Lasciare l’auto e penetrare il centro<br />
storico è un’esperienza dura, che intimorisce<br />
e ti estrania dalla realtà, la città sembra ingessata<br />
a causa delle migliaia di pali e intelaiature metalliche<br />
che, come una ragnatela, imbrigliano ogni<br />
muro, invadono ogni strada, tengono su le facciate<br />
dietro le quali scorgi quasi sempre il nulla.<br />
La sensazione è di attraversare una città fantasma<br />
di quelle che si usavano come set cinematografi-<br />
cateringnews.it • maggio/giugno <strong>2012</strong> _ 31