03.06.2013 Views

Nr 3/2012 - Maggio - Giugno - 2012 - Ristorazione e Catering

Nr 3/2012 - Maggio - Giugno - 2012 - Ristorazione e Catering

Nr 3/2012 - Maggio - Giugno - 2012 - Ristorazione e Catering

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Unilever Food Solutions: Via Paolo Di Dono 3/A 00142 - Roma - www.unileverfoodsolutions.it<br />

+ BUONA + COMPATTA + STABILE.<br />

NON CHIAMATELA COME LE ALTRE.<br />

È CREME DOLCE.<br />

Carte d’Or presenta Creme Dolce, il modo più semplice e veloce per decorare<br />

bevande e dessert. Si usa come una normale panna spray ma la la sua speciale<br />

ricetta la rende più ricca e e cremosa, così da garantire un risultato sempre<br />

perfetto e duraturo sia su preparazioni CALDE che FREDDE.<br />

ti, di superare questa emergenza, questa precarietà<br />

che ci attanaglia e arriva a far ammalare diversi<br />

nostri concittadini, vogliamo continuare a vivere!”<br />

L’occhio della telecamera, dunque, avrebbe indagato,<br />

meglio forse solo ascoltato, gli umori di una<br />

città che, come un essere vivente che ha preso un<br />

forte scossone, stenta a rialzarsi, ma ha una ferrea<br />

volontà di farlo.<br />

Proprio quei fili, da ricucire dopo il violento strappo,<br />

sono le trame che MonnyB è andata a ricercare,<br />

nei volti, nelle parole, dette e non dette, delle<br />

persone che nei tre giorni di riprese l’intera troupe<br />

ha potuto scoprire e conoscere, fino a sentirsi<br />

sempre più vicino a ciascun amico incontrato. Con<br />

questi sentimenti il viaggio di Monny è approdato<br />

a L’Aquila: “per me – ha confessato Monny - è<br />

stato un viaggio che si è trasformato presto in un<br />

rincorrersi di emozioni contrastanti, dal turbamen-<br />

to per l’impatto scioccante che la vista dei luoghi<br />

del terremoto crea, all’entusiasmo che l’esempio<br />

dei tanti cittadini incontrati procura dopo l’iniziale<br />

approccio naturalmente diffidente.”<br />

In ognuna delle persone intervistate il momento<br />

iniziale è stato sempre di apparente chiusura, quasi<br />

che il callo alle domande si fosse indurito nel<br />

tempo, quasi che l’abitudine a veder telecamere<br />

e taccuini avesse reso gli aquilani degli attori di<br />

un teatro che ogni giorno rappresenta la tragedia<br />

di una comunità che aspetta di ritrovar se stessa<br />

e la città “impacchettata” è il simbolo di un nodo<br />

che non si scioglie più. I nodi, però si scioglievano<br />

subito, lo spirito di Monny e la forza d’animo<br />

di Marzia sono stati il grimaldello per aprire<br />

con naturalezza ed efficacia le porte del cuore di<br />

ciascuno dei protagonisti che son stati scelti per<br />

raccontare come L’Aquila, nonostante tutto voglia<br />

vivere, come le imprese, i bar, i ristoranti, le piccole<br />

attività di produzione di prodotti tipici straordinari,<br />

siano tutti insieme quella trama della maglia<br />

di una collettività che sta ritrovandosi, che non ha<br />

mai smesso di lottare affinché L’Aquila oltre ad un<br />

bellissimo passato avesse un dignitoso presente, e,<br />

certamente, un nuovo futuro.<br />

Facciamo, però, un passo indietro, anzi ripercorriamo<br />

con la memoria, i passi che abbiamo mosso<br />

durante il primo sopralluogo per scegliere luoghi<br />

e contenuti per le riprese: camminare sulle strade<br />

di L’Aquila procura sensazioni forti, già avvicinandosi<br />

al centro storico, vedere i palazzoni della<br />

periferia, databili tra gli anni 60 e 70, quasi tutti<br />

sfregiati, puntellati, vuoti incute un senso di turbamento<br />

che ammutolisce, ma è solo un’avvisaglia,<br />

arrivati sul curvone che immette sul lungo e bellissimo<br />

prato dell’Abbazia di Collemaggio, viene<br />

quasi da dire “ha resistito”, la meravigliosa facciata<br />

della chiesa chiude come sempre la prospettiva del<br />

rettangolone verde prospiciente, poi, però, entrando<br />

nella basilica, l’illusione crolla addosso come<br />

immaginiamo sian caduti i macigni della cupola<br />

che non c’è più. Lasciare l’auto e penetrare il centro<br />

storico è un’esperienza dura, che intimorisce<br />

e ti estrania dalla realtà, la città sembra ingessata<br />

a causa delle migliaia di pali e intelaiature metalliche<br />

che, come una ragnatela, imbrigliano ogni<br />

muro, invadono ogni strada, tengono su le facciate<br />

dietro le quali scorgi quasi sempre il nulla.<br />

La sensazione è di attraversare una città fantasma<br />

di quelle che si usavano come set cinematografi-<br />

cateringnews.it • maggio/giugno <strong>2012</strong> _ 31

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!