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Nr 3/2012 - Maggio - Giugno - 2012 - Ristorazione e Catering

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co dei film western. Quelle facciate sono lì che ti<br />

guardano e aspettano e, se tu guardi loro, non riesci<br />

a non notare come non sia solo la ferita di un<br />

muro, la presenza dei calcinacci, la mancanza del<br />

tetto a mostrarti la desolazione lasciata dal terremoto,<br />

ma sia il silenzio che le fa sembrare così diverse<br />

dalle facciate di una qualsiasi altra città, non<br />

senti i suoni tipici delle nostre case, non ci sono<br />

radio o televisioni accese, mamme che chiamano<br />

bambini, giovani affacciati per chiacchierare con<br />

chi passa in strada, anche perché in strada non<br />

passa nessuno. La tristezza aumenta con il passare<br />

delle ore e il buio della sera, quando ti rendi conto<br />

che una città senza luce è morta.<br />

Questo è ciò che è successo a L’Aquila, nell’immediato<br />

dopo terremoto, la maggior parte dei cittadini<br />

è stata spostata in case nuove, sparse nella<br />

vallata intorno al centro storico, il tetto sopra la<br />

testa è stato il primo problema, giusto, ma poi ci<br />

si è dimenticati che, senza recuperare il centro, i<br />

pubblici esercizi, la comunità avrebbe ineluttabilmente<br />

rischiato la disgregazione sociale, un timore<br />

paventato all’inizio, diventato triste realtà dopo tre<br />

anni. Le luci della città però, piano piano, timidamente,<br />

cominciano a riaccendersi, e noi andiamo<br />

a trovare i nuovi amici, uno ad uno e lasciamo che<br />

ci raccontino le loro esperienze, ma, soprattutto, le<br />

loro speranze. Marzia è una di loro, ha acceso anche<br />

la musica in strada per farsi notare e per tenere<br />

allegra la gente che passa vicino a Percorsi di Gusto,<br />

il locale che è riuscita a riaprire dopo il sisma,<br />

pur con un’autorizzazione parziale e provvisoria,<br />

ma che le ha permesso, però, di riprendere là dove<br />

aveva interrotto il suo percorso professionale.<br />

32 _ cateringnews.it • maggio/giugno <strong>2012</strong><br />

Anzi, l’interruzione e la precarietà nella quale si<br />

trova con cucina ed attrezzature (gli allacciamenti<br />

alla rete sono ancora lontani ed usa le bombole a<br />

gas) è stata l’occasione per una scelta nella proposta<br />

culinaria, una virata sul suo tradizionale menu<br />

che è stata anche una scoperta di vita: “Ho cominciato<br />

a fare pizze gourmet, grazie all’insegnamento<br />

prezioso e generoso di Simone Padoan, e sono<br />

stata “iniziata” alla religione del lievito, è stata<br />

una folgorazione, ma, più di tutto una metafora di<br />

quello che ogni giorno cerco di ripetere ricreando<br />

la vita tra le mie mani grazie all’impasto che manipolo<br />

e che tutti i giorni diventa alimento.” La<br />

vita che continua, un mantra che abbiamo poi ritrovato<br />

nelle parole di diversi piccoli produttori di<br />

straordinari prodotti di questa terra, come Mauro<br />

De Paulis che ha sottolineato come per lui sia “un<br />

dovere morale raccogliere l’eredità di alcune ge-<br />

nerazioni prima di lui, per trasmetterle a mio figlio<br />

che già scorrazza nelle cantine dove i miei salumi<br />

sono l’esempio migliore di una tradizione che nessun<br />

terremoto può spezzare”.<br />

I prodotti, questi i simboli di una terra, di una<br />

continuità, di un valore che anche Carlo Cracco,<br />

durante l’emozionante conferenza stampa tenutasi<br />

all’Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele<br />

di Milano, ha tenuto a evidenziare: “Sto preparando<br />

un risotto alla milanese ed oggi uso lo Zafferano<br />

dell’Aquila, un segno, un tesoro che questa<br />

terra continua a offrirci.” In conclusione riprendo<br />

l’incipit, visitate L’Aquila, è istruttivo, è un’emozione<br />

forte che fa bene, perché insegna qualcosa<br />

di impossibile da raccontare, un sentimento che<br />

accomuna e aiuta a comprendere meglio l’altro.<br />

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