IL CALITRANO N. 21

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IN COPERTINA: Una bellissima fotografia dell’antica chiesetta di San Berardino, che ha dato anche il nome all’intera contrada, che si rispecchia nelle chiare acque della grande vasca prospiciente. Quale coinvolgente intreccio e conflitto di nostalgia evoca in chi ricordando il passato rimembra ancora il fitto cinguettìo dei bambini che andavano al vicino asilo dalle suore, il rumore frastornante del vecchio mulino adiacente, la salmodiante processione del venerdì Santo che saliva verso il Calvario! Foto Flash RICORDA CHE LA TUA OFFERTA È DECISIVA PER LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO GIORNALE IN QUESTO NUMERO Testimoni dell’amore di Raffaele Salvante 3 La XXI Fiera Interregionale di Calitri Il Cronista 4 Scuola Calcio Polisportiva Calitri 5 Cimiteri e sepolture in Calitri di Emilio dott. Ricciardi 6 Come arrivò a Calitri la scuola media di Michele prof. Cicoira 10 I 5 reali siti di Ambretta Cacciaguerra 13 ERBE DI CASA NOSTRA 15 LA NOSTRA BIBLIOTECA 16 VITA CALITRANA 18 DIALETTO E CULTURA POPOLARE 19 SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 20 MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22 REQUIESCANT IN PACE 23 Presso la Scuola Politecnica Federale di Lausanne (E.P.F.L.) FABIO CICOIRA (già laureato in Chimica presso l’Università degli Studi di Bologna) ha superato, in data 12,02.2002, l’esame previsto per il conseguimento del Dottorato di Ricerca. Su proposta della Facoltà S.T.I., sezione microtecnica, gli è stato, pertanto, conferito il titolo di Doctor ès Sciences Ha dimostrato le sue attitudini alla ricerca scientifica presentando la tesi intitolata “Electron Beam Intuced Depositino of Rhodium Nanostructures” Tale tesi è stata illustrata e difesa pubblicamente, con pieno successo, in data 01.03.2002, presso la sede dell’E.P.F.L. di Lausanne (Svizzera) alla presenza di un folto pubblico di docenti, studenti, amici e parenti. IL CALITRANO ANNO XXII - N. 21 n.s. Periodico quadrimestrale di ambiente - dialetto - storia e tradizioni dell’Associazione Culturale “Caletra” Fondato nel 1981 Sito Internet: www.ilcalitrano.it E-mail: info@ilcalitrano.it Direttore Raffaella Salvante Direttore Responsabile A. Raffaele Salvante Segreteria Martina Salvante Direzione, Redazione, Amministrazione 50142 Firenze - Via A. Canova, 78 Tel. 055/78.39.36 Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/C Legge 662/96, Firenze C. C. P. n. 11384500 La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le responsabilità di fronte alla legge. Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. Stampa: Polistampa - Firenze Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981 del Tribunale di Firenze Il Foro competente per ogni controversia è quello di Firenze. Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato a “IL CALITRANO” - Firenze oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via Bufalini, 6 - 50122 Firenze - ABI 6160 - CAB 2800 Chiuso in stampa il 30 novembre 2002
N. 21 n.s. – Settembre-Dicembre 2002 IL CALITRANO C’È UN CLIMA CHE FACILITA LA BANALITÀ DEL MALE TESTIMONI DELL’AMORE Oggi siamo davanti a nuove sfide in un mondo dove ancora vige la legge della forza e non la forza della legge. Bisogna cercare soluzioni praticabili, rafforzando la solidale accoglienza del prossimo più bisognoso, per coniugare pace, giustizia e libertà a livelli sempre più alti. segnali molto preoccupanti che vanno dal delit- Ito di Novi Ligure a quello di Leno ci pongono un vero intrigo di domande, con una sensazione di profondo e cupo disagio, che turba tutti intensamente per il suo carico di insicurezza, di angoscia, di paura che nelle mutate e mutevoli situazioni, nei cambiamenti sempre più accelerati, nelle crisi e nelle potenzialità del nostro vivere, alimentano il timore di una vera e propria disfatta della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici, mettendo in pericolo le sorti dell’intera umanità. Infatti, oggi, diventa sempre più difficile per i genitori seguire i propri figli nel corso della loro crescita, perché la distanza culturale fra le generazioni si fa sempre più grande a causa della tecnologia avanzata e dei mass media che dilatano sempre più la differenza e rendono più difficile, se non impossibile, la comunicazione. Difatti per i genitori diventa davvero angoscioso far fronte ai rischi che corrono i figli con esperienze sempre più imprevedibili e perniciose di fronte alla seduzione della droga, alle tentazioni della violenza, alle attrattive di un edonismo sfrenato, alle espressioni della disperazione impastate di complicità, omertà, corruzione, pigrizia ad ogni livello. Troppa libertà e troppi quattrini non sudati difficilmente generano responsabilità e quasi sempre per tanti genitori si tratta di una vera e propria abdicazione; nella civiltà del benessere Dio non è combattuto ma ignorato, il male non è considerato nella sua tragicità ma accolto con superficialità, l’ottusità rende tiepida la coscienza. Per essere portatori di speranza, bisognerà vincere la stanchezza, liberarci dalle tentazioni di lasciar perdere tutto, dallo scoraggiamento e dall’egoismo che tende a farci pensare soltanto a noi stessi e acquisire, invece, generosità, entusiasmo, impegno, serietà, operosità, coscienza delle proprie azioni per affrontare la fatica dello stare insieme e del servizio ai fratelli. Bisogna guardare con rinnovato interesse ai tanti problemi, agli assilli, alle fatiche e ai progetti della nostra vita con occhio responsabile e generoso, senza sprofondare nel sonno dell’indifferenza, del grigiore, della freddezza spirituale, ma agognando fermamente ad una ordinaria quanto feconda opportunità personale di operare per la forma più alta di carità verso l’uomo, lacerato, sbandato e spesso angosciato, delle moderne metropoli, sempre meno a misura d’uomo. Soltanto così potremo dare ai giovani “sentinelle del mattino” che, per motivi generazionali e forti soprattutto della loro spinta ideale, dovranno portare avanti, il rinnovamento tanto atteso per una società più umana e più giusta, con fervore di propositi e concrete linee operative. Per far questo dobbiamo uscire dal guscio della nostra sprezzante ed illusoria autosufficienza, cercando e realizzando il senso del vivere essenzialmente verso l’apertura, l’accoglienza, l’ascolto: cioè il lungo, meditato e a volte sofferto “confronto” con gli altri, proprio nelle odierne circostanze in cui si avverte il clima pesante del secolarismo e del consumismo che appiattisce il senso cristiano delle coscienze di molti fedeli. Gli analisti sociali descrivono la nostra società come “la società del vuoto”, definizione suffragata da numerosi indici di malessere estremo: l’impennata dei suicidi, specie fra gli adolescenti, il crescente disagio mentale, l’aumento della violenza giovanile, il senso di frustrazione e di solitudine, l’incomunicabilità, l’apatia, l’indifferenza, aggravati dalla dipendenza dalla magia, l’ignoto, le messe nere, le sette, l’esoterismo, il demonismo ecc. Sarebbe errore fatale rassegnarsi alle attuali difficoltà, ma occorre saper lavorare con un impegno serio e costante che aiuti a formare le coscienze, a sviluppare la “cultura del dare”, a far scoprire i focolai delle violenze, a smascherare i venditori di morte che, con la droga, la schiavitù, la violenza, la brutalità appestano il mondo; il tutto con una spiccata vocazione all’accoglienza, al dialogo, al rispetto della diversità, combattendo aspramente la logica della rimozione o della rassegnazione. 3 La gravissima sciagura che ha colpito il Molise può essere anche per il nostro paese un segno premonitore perché dopo ben 22 anni dal terremoto dell’Irpinia, ci sono ancora edifici abitati che devono essere ristrutturati e per i quali, a suo tempo, venne anche quantificata la spesa con una lettera firmata dal Sindaco, che a tutt’oggi è restata soltanto una presa in giro. A quando la soluzione del problema? Non ci risulta – non diciamo l’esistenza di progetti capaci di occupare la forza lavoro presente in paese che è costretta, suo malgrado, ad emigrare in altre zone per trovare la possibilità di occupazione – ma neanche il tentativo, lo sforzo, la buona volontà di cercare un qualche espediente per il rilancio economico-strutturale del paese attualmente in un quadro generale di collasso, di sfiducia e profonda inquietudine, dovuta a quel nulla predicatorio, saccente ed impudente generato dalla mentalità, dal comportamento, dall’arroganza nel gestire il servizio pubblico ormai concepito come proprietà privata di chi occupa posizioni prevalenti, senza alcuna distinzione di colore politico. Noi restiamo dell’avviso che, siccome l’aiuto non potrà avvenire per infusione dello Spirito Santo, bisognerà rimboccarsi le maniche e mettersi alla ricerca di due o tre grandi aziende – salvaguardando l’ambiente già penosamente aggredito – capaci di offrire un congruo numero di posti di lavoro e dare loro anzitutto un terreno e l’esenzione dalle tasse per un periodo di almeno dieci anni. È l’esperienza più praticata e riuscita in molti paesi, perché non tentarla a Calitri? Bartolomeo Cestone (20.12.1937 † 25.11.2002) Raffaele Salvante La tua scomparsa improvvisa ed immatura ha colpito l’intera comunità di Calitri che riconoscente ti amava per la tua sempre gentile abnegazione, la tua cortese gentilezza nell’accorrere con premura da chi aveva bisogno del tuo aiuto, della tua esperienza di infermiere e massaggiatore, particolarmente pratico nel curare piaghe e ferite, il tutto sempre col sorriso sulle labbra, una buona parola di conforto e di speranza per l’ammalato. Anche nelle tue funzioni di impiegato comunale eri il punto di riferimento, il pilastro, la roccia , operoso, zelante, pacato, riservato nello svolgere le tue mansioni; tutti si rivolgevano a te sicuri e fiduciosi della tua comprensione. Eravamo già in stampa quando la Redazione del giornale, mai come in questo caso, è stata subissata di telefonate perché ti fosse conferito, accompagnato da vive preghiere, il giusto riconoscimento dell’intera comunità Calitrana che piange sentitamente la tua dipartita.
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Page 5 and 6: N. 21 n.s. - Settembre-Dicembre 200

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