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Dispense Patrologia 1 e 2 - Istituto Teologico Marchigiano

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Organizzazione ecclesiale<br />

Anche Policarpo presenta i presbiteri come un collegio che è a capo della chiesa insieme<br />

ai diaconi (Phil, pref.) e ci dà uno spaccato su una comunità, quella di Alessandria, che<br />

alla stessa epoca di Ignazio è organizzata in modo differente. Del resto quando si viaggia<br />

nella patristica si deve essere abituati a questa varietà di stili nella chiesa e a queste vere e<br />

proprie diversità di organizzazione tra le chiese. La lettera di Policarpo non fa alcuna<br />

menzione del vescovo singolo, come anche quella di Ignazio ai Romani. 19 Conosce il<br />

binomio vesocovi-diaconi e poi presbiteri.<br />

La data della Pasqua<br />

Agli inizi del pontificato di Aniceto e preciamente verso la fine dell'anno 154, Policarpo<br />

venne a Roma onde trattare con il Papa di diverse questioni, ma principalmente di quella<br />

che riguardava la data della celebrazione della Pasqua, data sulla quale però essi non<br />

riuscirono a trovare un accordo (i quartodecimani=Gv; vs sinottici). Malgrado ciò essi<br />

rimasero uniti tra loro e nell'assemblea dei fedeli Aniceto a titolo di onore concedette a<br />

Policarpo di celebrare l'Eucaristia e si separarono l'un dall'altro in pace, dando così a<br />

vedere che la differenza delle consuetudini poteva essere tollerata quando non intaccava<br />

l'unità fondamentale della Chiesa. Comunità capaci di sopportare le differenze.<br />

Martirio<br />

Policarpo fu messo a morte nell’anfiteatro di Smirne nel 155 (o 176), all’età di 86 anni<br />

(“era il grande sabato”), per non rinnegare pubblicamente la fede cristiana. Abbiamo una<br />

preziosa testimonianza del suo martirio sul rogo, scritta da un’autore anonimo alla chiesa<br />

di Filomelio: il Martirium Polycarpi, che è il più antico esempio di Acta Martyrum<br />

autentici, e che fu inviato dalla Chiesa di Smirne "a tutte le comunità cristiane della santa<br />

Chiesa cattolica, che sono in ogni luogo" (Martyr. Polyc., saluto). Insieme con la lettera di<br />

Ignazio d’Antiochia ai romani, questo testo ci dà una delle testimonianze più forti della<br />

brama nella Chiesa dei primi secoli di essere unita con Cristo nel martirio. Per la prima<br />

volta chiamto “padre” un vescovo e appare il termine martire.<br />

Osservazioni<br />

Conosce la I Clementis<br />

Esiste una Vita Polycarpi attribuita a Pionio, che però è opera leggendaria del 400, scritta<br />

per completare il martirio.<br />

[LETTURA DALL’ANTOLOGIA 2]<br />

19 Sulla cogenza dell'argomento e silentio non possiamo contare, ma anche la lettera di Clemente di Roma si<br />

presenta come una lettera della chiesa di Roma a quella di Corinto, testimonianza a dire di Camelot (34) di<br />

un periodo e una zona in cui ancora il vescovo non esercitava la sua autorità senza il collegio presbiterale.<br />

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