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Nel Cristianesimo il termine comincerà ad essere riferito solo a Dio.<br />
Adoro ed adorando percepisco la sua grandezza, la sua maestà, la sua<br />
bellezza, la sua bontà. E qui la sua presenza reale e nascosta.<br />
Ma “adoro” è congiunto all’avverbio “devote”-devotamente.<br />
Devotamente indica insieme l’attaccamento, il servizio e l’interiorità.<br />
È fuorviante ora pensare alla devozione come pratica esteriore. La<br />
devozione come pratica esteriore è una conseguenza: la devozione è in<br />
primo luogo la disposizione del cuore.<br />
Tommaso d’Aquino in un altro suo scritto descrive la devozione in<br />
quanto “prontezza e disponibilità <strong>della</strong> nostra volontà a uniformarsi alla<br />
volontà di Dio e offrire se stessa a Dio”. È in questo senso che la<br />
devozione interiore prende corpo in atti di devozione.<br />
“Perché… quia te contemplans – contemplando te – totum deficit”<br />
Occorre tener presente il periodo in cui nascono questa solennità e<br />
questi testi. Oltre che essere un periodo caratterizzato dalla difficoltà a<br />
credere nella presenza reale di Cristo nell’eucaristia, era anche un periodo<br />
nel quale per una serie di motivi non era così agevole e frequente la<br />
comunione per i fedeli.<br />
Pensiamo alle condizioni poste per poter accedere alla comunione,<br />
quali il lungo periodo di digiuno, uno stato di penitenza, la confessione,<br />
l’astensione da rapporti coniugali.<br />
Ad una non frequente possibilità di ricevere l’eucaristia ecco<br />
rispondere l’esigenza di una frequente comunione spirituale, <strong>della</strong><br />
mostranza e dell’ostensione. È proprio in questo periodo, e precisamente<br />
nel 1196, l’introduzione dell’Elevazione nella Messa come in sostanza<br />
ancora oggi noi la concepiamo, con la mostranza dell’ostia ai fedeli<br />
sottolineata (fino alla riforma del Vaticano <strong>II</strong>) dal suono del campanello.<br />
Con la elevazione e con la mostranza tutti i fedeli erano aperti alla<br />
possibilità <strong>della</strong> contemplazione e <strong>della</strong> comunione spirituale. È ancora in<br />
questo periodo che nasce l’esigenza di aiutare la contemplazione<br />
all’Elevazione prima con un motetto e successivamente (cf XVI sec) con<br />
una toccata all’organo.<br />
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