04.06.2013 Views

CAR004. Iscrizione di Amabilis, dei serbus. Lastra marmorea ...

CAR004. Iscrizione di Amabilis, dei serbus. Lastra marmorea ...

CAR004. Iscrizione di Amabilis, dei serbus. Lastra marmorea ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

1-2. Il testo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile lettura, propone <strong>di</strong>versi interrogativi a seconda dell’interpretazione degli<br />

ultimi caratteri della l. 2. Partendo dalla lettura <strong>di</strong> G. Sotgiu, che propone una lettura qui (ma la i<br />

non è visibile) si potrebbe intendere la sigla ND <strong>di</strong> l. 3 come un’abbreviazione <strong>di</strong> n(otarius) (et)<br />

d(efensor) oppure, in seconda battuta, <strong>di</strong> n(otarius) (et) d(omesticus). La prima tra le due<br />

espressioni è nota dal papiro P. Pom. Lat. 14r. (“probably written in Ravenna” cfr. TEITLER 1985,<br />

p.120) e datato al 411 d.C. A prescindere dalla stranezza già rilevata dell’epitafio (o degli epitafi), si<br />

noti ancora come all’interno del testo in l. 4 si parli della carica, o meglio del rango <strong>di</strong> tribunus che,<br />

sempre sulla scorta <strong>di</strong> TEITLER 1985, p. 280 n. 25, si potrebbe sostituire alla più completa formula<br />

tribunus et notarius espressione che a sua volta farebbe intravvedere il grado <strong>di</strong> notarius<br />

ecclesiasticus (questo <strong>di</strong>scorso ci tornerà utile più avanti per la corretta comprensione della carica<br />

citata alle ll. 3-4). È poi solo un caso che dall’altro lato (l’iscrizione è opistografa; cfr. CAR056)<br />

compaia Menas notar(ius) sub regiona/rius s(an)c(t)ae Rom(anae) eccl(esiae) et rect(or), in<br />

sostanza un ‘pari grado’ del nostro, oppure dobbiamo intendere che si tratti <strong>di</strong> un reimpiego operato<br />

all’interno <strong>di</strong> una stessa famiglia <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> alto rango (i notarii e i defensores erano dello stesso<br />

livello <strong>dei</strong> vicarii o <strong>dei</strong> consulares) o almeno della stessa classe? Accogliendo una lettura del genere<br />

è necessario supporre che si tratti o <strong>di</strong> una doppia incisione dovuta ad un errore tecnico (il lapicida<br />

ha sbagliato e poi ha ripreso ex novo il testo in l. 3) oppure che si tratti <strong>di</strong> una doppia depositio <strong>di</strong><br />

due in<strong>di</strong>vidui (padre e figlio) che rivestirono in vita la stessa carica. Non sembra praticabile poi la<br />

considerazione che le ll. 1-2 più la sigla ND siano cronologicamente posteriori che quin<strong>di</strong> in un<br />

secondo tempo nel seppellire Iohannes filius accanto a Iohannes ex tribunu si sia voluto scolpire<br />

nell'unico spazio libero (non sufficente) un epitafio.<br />

La lettura proposta sembra essere, con qualche piccolo problema che verrà debitamente considerato,<br />

la più cre<strong>di</strong>bile in quanto riprende uno schema <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazione della filiazione che, seppur raro, è<br />

abbastanza noto. Si vedano ad esempio CIL X, 4506=DIEHL 3549 De/usdona filius con/dam (!)<br />

Proberenti da Capua (del 560); CIL XII, 936=DIEHL 1808 Pe/trus filius con/da (!) Asclipi da<br />

Arelate e soprattutto CIL III, 755 B(onae) m(emoriae) Aureliae Marcel/linae (omissis) filia<br />

q(uon)d(am) Marcellini ex praef(ecto) leg(ionis) III / Gallicae, Danavae (i.e. Danabae) Damasco da<br />

;46⎺Β ≅ 84Η ΒΔ∈Η 3ΦϑΔ∑ nel quale, come nel nostro caso, viene ricordata la carica svolta dal padre per<br />

qualificare (una piccola vanità!) il rango del defunto. La nostra iscrizione va dunque intesa in questo<br />

modo: qui riposa Iohannes <strong>di</strong> buona memoria, figlio <strong>di</strong> Iohannes già dell’ufficio ecclesiastico nel<br />

rango <strong>di</strong> notarius, che visse etc.<br />

A questa lettura osta il caso errato ad in<strong>di</strong>care la filiazione poiché ci saremmo aspettati un genitivo;<br />

vista la tarda età <strong>di</strong> composizione del testo, probabilmente non anteriore alla seconda metà del VI<br />

sec., non ci meraviglia la confusione <strong>dei</strong> suoni e ed i. Più del figlio è interessante per noi, dal punto<br />

<strong>di</strong> vista prosopografico Iohannes padre. Il nostro potrebbe essere un militare al pari dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

menzionato in DIEHL 441A=CIL V, 6213 Der<strong>di</strong>o ex tribuno militavit ann(os) / XL int(er) Iovianos<br />

sen(iores) anche se sembra più probabile, in base a quanto detto precedentemente, si tratti <strong>di</strong> un<br />

membro (un notarius ?) dell’ufficio ecclesiastico caralitano (ve<strong>di</strong> supra). Normale e tarda la<br />

chiusura o>u. 7. Si noti il sistema <strong>di</strong> datazione progressivo, comunemente ritenuto caratteristica <strong>di</strong><br />

un periodo tardo (GROSSI GONDI 1920, p. 196 lo fa iniziare nel V sec.; concorda TESTINI 1980,<br />

p. 397 e MAZZOLENI 1998, pp. 884-885 registra un incremento <strong>di</strong> utilizzo a partire dal VI sec.;<br />

ve<strong>di</strong> inoltre FERRUA 1985), e che in Sardegna viene usato solo in altri tre casi: CAR063, CRN002<br />

e GUR001. 8. Con ogni probabilità, dopo la croce, il monogramma col nome z30F@ØH, che<br />

GROSSI GONDI 1920, p. 67 mette in relazione con un lettera <strong>di</strong> Barnaba (IX, 8) e del quale<br />

avremmo menzione anche in Clem. Al. Strom., VI, 11, 84; Tert. Adv. Marc. III, 22 e Prud. Psychom.<br />

Praef. V. 56. Il nostro monogramma, che sembra trovare un confronto quasi speculare in uno<br />

analogo molto antico e proveniente da Priscilla (cfr. ICVR IX, 26239, ma anche ICVR IX, 24553<br />

dai Giordani), riporterebbe i primi due caratteri del nome legati in nesso ad una croce. Un<br />

monogramma simile sembra ricorrere in Sardegna a Turris Libisonis (TUR007) ed è strano notare<br />

come in una iscrizione così tarda compaia un monogramma così antico.<br />

Datazione: V-VI sec.<br />

Foto archivio Sotgiu; tav. XII.<br />

TAVOLE<br />

Epigrafia Latina 2 10 Anno Accademico 2011/2012

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!