(Il)legalità? - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2011/XV_1/cultura/scelti_per_voi<br />
Quale ne è la ragione? Immagino, e se mi<br />
sbaglio mi si corregga, che non si voglia<br />
infastidire i pii musulmani, le obbedienti<br />
masse arabe. Forse, inoltre, qualcuno pensa<br />
che sostenere i sogni di libertà iraniani<br />
sia fare il gioco del capitalismo occidentale.<br />
E’ una scemenza che mi è capitato<br />
di sentire da uno che si picca di essere un<br />
alternativo. Mica uno qualsiasi!<br />
E allora? Allora, rock! Tocca ancora una<br />
volta alla musica, alla canzone dare voce<br />
alle aspirazioni, ai desideri di chi vuole<br />
esprimersi, vivere. In una parola, provare<br />
a prendersi in mano la responsabilità e<br />
il senso della propria esistenza. La cosiddetta<br />
rivoluzione di velluto di Praga,<br />
quella che portò al potere Havel, prende<br />
il suo nome da un mitico gruppo rock,<br />
i Velvet (per l’appunto) Underground.<br />
Insomma, Nico, Lou Reed e soci… E<br />
in Iran? Vi consiglio due cd che vale la<br />
pena di ascoltare. <strong>Il</strong> primo, molto bello,<br />
è la colonna sonora di un film altrettanto<br />
bello e struggente: Gatti persiani del<br />
regista Bahman Ghobadi, perseguitato<br />
dalla censura del suo Paese. Se non lo<br />
avete ancora visto, procuratevelo perché<br />
ne vale la pena. Purtroppo, il film risente<br />
del prezzo che ha dovuto pagare alla repressione<br />
del moralismo dei mullah e dei<br />
loro compagni, ma è toccante, veramente.<br />
Mostra che cosa significa cercare di<br />
fare musica pop in una dittatura che non<br />
la tollera, che la vive come una minaccia<br />
ai saldi principi morali che l’ipocrisia religiosa<br />
detta. Su un numero di qualche<br />
mese fa della rivista Indice (mannaggia,<br />
io non lo trovo più, chissà dov’è, ma voi,<br />
voi che siete abili, potete cercarlo su internet…)<br />
si trova un’ottima recensione,<br />
molto accurata ed esaustiva, del film e<br />
delle vicissitudini che ha patito il regista.<br />
<strong>Il</strong> cd è di grande qualità e varietà, rac-<br />
coglie il contributo di diversi artisti. Si<br />
parte con un brano di rap iraniano, poi<br />
si prosegue con un pezzo pop cantato in<br />
inglese e via di seguito. E’ tutta gente che<br />
sa suonare con la tecnica e con l’anima.<br />
Sarò un romantico, ma la mia preferenza<br />
va alla traccia numero sette, in cui Mirza<br />
canta “Emshab”. <strong>Il</strong> pezzo vale da solo<br />
l’intero cd. Un pezzo che strappa il cuore,<br />
non ho aggettivi a cui ricorrere.<br />
Spegnete la luce, create il silenzio intorno<br />
a voi, alzate il volume e lasciate che<br />
la sua musica vi entri dentro, regalandovi<br />
una sensazione d’intensità rara, unica.<br />
E’ il miracolo che una canzone può<br />
produrre. Voi dite: non comprendiamo<br />
le parole. Lo so, rispondo, ma non importa.<br />
Ve lo assicuro.<br />
<strong>Il</strong> secondo cd, invece, è quello di Mohsen<br />
Namjoo, detto il Dylan persiano,<br />
e si chiama “Oy”. Trascinante il brano<br />
d’apertura che sfuma riprendendo addirittura<br />
“Bang bang” di Sonny & Cher.<br />
C’è poi anche una bella versione di “Cielito<br />
lindo”. Insomma, la musica gira, passa<br />
le frontiere, circola nelle fessure che apre<br />
nei muri. Non ama le cupe barbe dei pruriginosi<br />
mullah, le sentenze fascistoidi di<br />
deliranti imam, … Dimenticavo, un’eccezione.<br />
Avevo già scritto queste note,<br />
quando mi è capitato di vedere, una domenica<br />
sera alla televisione, le immagini<br />
di giovani iraniani picchiati, brutalizzati.<br />
In sottofondo passava una canzone partigiana:<br />
“Bella ciao”. La rete era la Sette, il<br />
programma “Niente di personale”, mi ha<br />
commosso, emozionato. Ascoltate i “gatti<br />
persiani” o Namjoo. Sarà il rock e non la<br />
bellezza, come supponeva il grande russo,<br />
a salvare il mondo? Chissà? Rock on …<br />
Un riff seppellirà i mullah fascistoni e i<br />
loro feroci e stupidi servitori!<br />
Angelo Villa<br />
Cultura<br />
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