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continuo in una forma musicale altamente standardizzata. A differenza dei solfeggi di Leonardo Leo, gli<br />

esercizi contenuti nelle raccolte composte da Francesco Durante vengono dedicati con maggiore<br />

frequenza alla voce di basso e privilegiano una scrittura fugata, dove l’ingresso delle voci avviene sempre<br />

in stretta imitazione. Tale procedimento, oltre a mostrare tutta la sapienza contrappuntistica di Durante,<br />

lascia intuire che forse tali solfeggi venissero eseguiti da due voci di basso senza alcun<br />

accompagnamento.<br />

A partire dai solfeggi di Leo e Durante è possibile individuare, quindi, due diversi modelli di scrittura,<br />

il primo caratterizzato maggiormente da un rigoroso modello formale e il secondo da una ricerca<br />

contrappuntistica, ai quali si sono allineati i compositori successivi.<br />

La presente ricerca, successivamente all’analisi dei differenti tipi di scrittura presenti nei solfeggi degli<br />

autori del XVIII secolo, cercherà di delineare le caratteristiche proprie della produzione di Nicola<br />

Zingarelli che, sebbene da un lato ha il merito di sintetizzare la tradizione didattica del secolo precedente,<br />

dall’altro rende l’esercizio del solfeggio una pratica dalla valenza spiccatamente multidisciplinare. Il<br />

solfeggio, infatti, appare attraverso l’analisi dell’intera produzione del maestro napoletano come un<br />

esercizio comune a tutti gli insegnamenti del conservatorio: non solo esercizio di canto, quindi, ma anche<br />

tappa obbligata per strumentisti e compositori. Le numerose fonti, a causa delle diverse finalità didattiche<br />

che il solfeggio poteva assumere, si presentano in maniera piuttosto eterogenea; sarà quindi possibile<br />

individuare dapprima i solfeggi dedicati agli alunni di canto, presenti nelle raccolte denominate Scale,<br />

salti e solfeggi, successivamente gli esercizi composti ad uso esclusivo degli allievi strumentisti che<br />

dovevano dapprima cantare e poi suonare i solfeggi secondo l’antica concezione che “chi canta suona”,<br />

ed infine i solfeggi che Nicola Zingarelli faceva comporre agli allievi di composizione. Numerosi sono,<br />

infatti, quaderni di esercitazione redatti sotto la guida del maestro napoletano da suoi alunni, tra cui<br />

Francesco Florimo, Francesco Rondinella e Nicola Fornasini, dove i solfeggi diventano un vero e proprio<br />

esercizio di scrittura inserito nella scuola di contrappunto e complementare alla pratica del partimento.<br />

L’analisi dei diversi solfeggi scritti da Nicola Zingarelli e dai suoi allievi, unitamente alle<br />

testimonianze coeve, fra cui quelle di Francesco Florimo e il Piano di riforma del Real Collegio di<br />

Musica di S. Sebastiano, una proposta di riforma didattica del Conservatorio redatta a Napoli nel 1816 e<br />

mai applicata, permetterà di riportare alla luce aspetti inediti della didattica napoletana di inizio Ottocento<br />

di cui Nicola Zingarelli sicuramente rappresenta uno dei massimi esponenti.<br />

(1) Per quanto riguarda l’analisi della forma nei solfeggi di Leonardo Leo cfr. Paolo Sullo, I Solfeggi di Leo e lo studio<br />

della forma nella Scuola Napoletana del Settecento, «Rivista di Analisi e Teoria Musicale», 1/2009, pp. 97-115<br />

PAOLO TEODORI,<br />

La forma di una musica narrativa: Hans Zimmer, Il parricidio, dalla colonna<br />

sonora del film Il gladiatore<br />

Fini dello studio<br />

Studi analitici sulla musica da film non esistono. Qui si vuole guardare alla forma di una musica in<br />

cui struttura, tempi, contenuti si devono adeguare a un oggetto esterno già confezionato.<br />

L’analisi sarà prettamente musicale, tenuto conto dello sfondo per il quale la musica è stata<br />

composta, della condizione emotiva generale e delle sue articolazioni nel corso della scena. Lo<br />

studio non ha per fine di analizzare il modo attraverso cui la musica si lega alla scena (studi del<br />

genere già esistono).<br />

La colonna sonora è originale, non si tratta di meri effetti di sonorizzazione (tipo cartone animato<br />

Tom e Jerry), né si tratta di musica di sottofondo appena udibile. Musica come questa, in altre<br />

parole, può essere apprezzata indipendentemente dal contesto per cui è stata creata.<br />

Lo scopo dello studio è di mostrare le ragioni e i modi della capacità di autonomia della musica, sia<br />

sul piano della forma che su quello dei significati.

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