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Marzo 2013 - Parrocchiadisalo.It

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Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri<br />

Lo scorso 16 dicembre 2012, noi,<br />

ragazzi del gruppo Sant’Angela,<br />

tappa Antiochia, ci siamo recati a<br />

fare visita alla Casa delle Figlie del Sacro<br />

Cuore di Gesù di Cisano, ossia alle<br />

suore ospiti di una “casa di riposo” per<br />

religiose.<br />

Le nostre catechiste ci avevano da tempo<br />

anticipato che questo sarebbe stato<br />

un modo diverso di vivere il nostro ritiro<br />

dell’Avvento e, per questo, avevamo<br />

per settimane lavorato ad alcuni<br />

lavoretti natalizi: bigliettini, segnalibro<br />

e semplici presepi di cartoncino realizzati<br />

con tanta cura durante i nostri<br />

incontri del giovedì e del sabato, destinati<br />

a rappresentare il nostro dono per<br />

le ospiti dell’istituto. Insomma eravamo<br />

preparati sia all’incontro che alla<br />

visita.<br />

Ma, all’ingresso nell’edificio, non appena<br />

abbiamo scorto le numerosissime<br />

suore e il meraviglioso (e immenso)<br />

presepe della sala che ci ha accolto…<br />

Un incontro speciale<br />

bè, abbiamo da subito capito che quello<br />

sarebbe stato un incontro speciale. I<br />

loro sorrisi, la voglia di conoscerci, di<br />

farsi conoscere, di cantare, di scherzare<br />

o anche i loro semplici sguardi ci hanno<br />

riempito di una gioia diversa. Pensavamo<br />

di essere noi destinati ad “animare”<br />

la loro domenica, ma siamo stati<br />

travolti dal loro entusiasmo e dalla loro<br />

dolcezza.<br />

Ecco qui alcuni dei nostri commenti<br />

alla giornata:<br />

“Di quel giorno mi ricordo le suore che ci<br />

hanno offerto la merenda (che buona!) e<br />

poi, in particolare, alcune religiose indiane,<br />

che erano più giovani rispetto alle altre”.<br />

“Mi ricordo del presepe che occupava quasi<br />

metà della sala e delle suore che si sono<br />

messe a cantare guidate da una maestra di<br />

musica, anche lei suora!”.<br />

“Il ricordo più bello di quella giornata è<br />

quando abbiamo dato alle suore i regalini di<br />

Natale e loro si sono commosse”.<br />

“Di quel giorno mi ricordo di quando le<br />

suore si sono messe a cantare e, quando<br />

abbiamo distribuito alle religiose i disegni,<br />

alcune di loro si sono messe a piangere”.<br />

Ci siamo salutati infine con una promessa:<br />

quella di rivederci in Quaresima<br />

e di vivere un altro allegro pomeriggio<br />

insieme! Alla prossima, dunque…!<br />

Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede<br />

Ecco in sintesi la lettera del papa per la giornata Mondiale delle Vocazioni<br />

La speranza è attesa di qualcosa di positivo per il<br />

futuro, ma che al tempo stesso deve sostenere il<br />

nostro presente, segnato non di rado da insoddisfazioni<br />

e insuccessi.<br />

Dove si fonda la nostra speranza? Guardando alla storia<br />

del popolo di Israele narrata nell’Antico Testamento,<br />

vediamo emergere un elemento costante: la memoria<br />

delle promesse fatte da Dio ai Patriarchi. Questa memoria<br />

chiede di imitare l’atteggiamento esemplare di Abramo,<br />

il quale, «credette, saldo nella speranza contro ogni<br />

speranza » (Rm 4,18). Una verità consolante e illuminante<br />

che emerge da tutta la storia della salvezza è allora<br />

la fedeltà di Dio all’alleanza, che è giunta a sigillare la<br />

nuova ed eterna alleanza con l’uomo, attraverso il sangue<br />

del suo Figlio, morto e risorto per la nostra salvezza.<br />

Qui sta il fondamento sicuro di ogni speranza: Dio non<br />

ci lascia mai soli ed è fedele alla parola data.<br />

In che cosa consiste dunque la fedeltà di Dio? Nel suo<br />

amore, manifestatosi pienamente in Gesù Cristo. L’amore<br />

di Dio segue a volte percorsi impensabili, ma raggiunge<br />

sempre coloro che si lasciano trovare. «Che cosa<br />

sarebbe la vostra vita senza questo amore? Dio si prende<br />

cura dell’uomo dalla creazione fino alla fine dei tempi,<br />

quando porterà a compimento il suo progetto di salvez-<br />

za. Nel Signore Risorto abbiamo la certezza della nostra<br />

speranza». Come avvenne nel corso della sua esistenza<br />

terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo le strade<br />

della nostra vita, e ci vede immersi nelle nostre attività,<br />

con i nostri desideri e i nostri bisogni. Proprio nel quotidiano<br />

continua a rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare<br />

la nostra vita con Lui, il solo capace di appagare<br />

la nostra sete di speranza. Egli, Vivente nella comunità<br />

di discepoli che è la Chiesa, anche oggi chiama a seguirlo.<br />

E questo appello può giungere in qualsiasi momento.<br />

Anche oggi Gesù ripete: «Vieni! Seguimi!» (Mc 10,21).<br />

Come fare quindi a seguirlo? Per accogliere questo invito,<br />

occorre non scegliere più da sé il proprio cammino.<br />

Seguirlo significa immergere la propria volontà nella volontà<br />

di Gesù, dargli davvero la precedenza, metterlo al<br />

primo posto rispetto a tutto ciò che fa parte della nostra<br />

vita: alla famiglia, al lavoro, agli interessi personali, a se<br />

stessi.<br />

Significa consegnare la propria vita a Lui, vivere con Lui<br />

in profonda intimità, entrare attraverso di Lui in comunione<br />

col Padre nello Spirito Santo e, di conseguenza,<br />

con i fratelli e le sorelle. Questa comunione di vita con<br />

Gesù il «luogo» privilegiato dove sperimentare la speranza<br />

e dove la vita sarà libera e piena!<br />

Anno LXII - n. 3 <strong>Marzo</strong> <strong>2013</strong> 10<br />

Anno LXII - n. 3 <strong>Marzo</strong> <strong>2013</strong>

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