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PAROLA DI DIO e dalla Vita - Webdiocesi

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Pensieri, spunti, riflessioni <strong>dalla</strong><br />

<strong>PAROLA</strong> <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O e <strong>dalla</strong> <strong>Vita</strong>


Mese di GIUGNO 2004<br />

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore<br />

Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al<br />

Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le<br />

gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione<br />

dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella<br />

grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.<br />

In particolare:<br />

Perché tutti i cristiani crescano sempre più<br />

nella consapevolezza della loro responsabilità<br />

personale e comunitaria nel testimoniare<br />

l‘amore Dio per ogni persona eper l‘intera<br />

umanità.<br />

Perché nei Paesi dell‘Asia la libertà religiosa,<br />

diritto fondamentale d‘ogni essere umano, sia<br />

sempre più rispettata.<br />

Perché i giovani scoprano la loro missione nel<br />

mondo e vivano con entusiasmo il loro<br />

servizio nella Chiesa.<br />

Cuore di Gesù, fa che i tuoi sacerdoti<br />

approfondiscano ogni giorno il dono da te ricevuto.<br />

2


Stampato in proprio<br />

3<br />

GIUGNO 2004<br />

MARTE<strong>DI</strong>’ 1 GIUGNO (riprende la IX settimana del Tempo Ordinario)<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

A CRISTO LA GLORIA ORA E NEL GIORNO DELL’ETERNITA’<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: ABACHIRION, Santo, Martire<br />

Sembra fosse originario della città di Antinopolis sul corso del Nilo,<br />

visse nel III secolo e fu martire ai tempi di Diocleziano. Una ―Passio‖<br />

insicura racconta le innumerevoli torture che subì e le conversioni che<br />

ci furono attorno alla sua morte.<br />

Parola di Dio: 2Pt. 3, 12-15.17-18; Sal. 89; Mc. 12,13-17<br />

Dal Vangelo secondo Marco 12,13-17<br />

[13]Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in<br />

fallo nel discorso. [14]E venuti, quelli gli dissero: .<br />

[15]Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: . [16]Ed essi<br />

glielo portarono. Allora disse loro:


dell‘imperatore (che, ricordate, veniva considerato un Dio sulla terra).<br />

Quando Gesù dice: ―Rendete a Cesare quello che è di Cesare‖. intende<br />

soprattutto: ―Restituitegli la sua immagine‖ cioè: ―Non cadete nel<br />

peccato di idolatria. Invece rendete a Dio la vostra immagine di uomini<br />

creati a somiglianza del vostro Creatore‖. L‘uomo con il potere, il<br />

denaro, il successo crea idoli e si nasconde dietro maschere false, però<br />

perde la sua vera grandezza e misconosce la propria identità, dare a<br />

Dio quello che è di Dio significa rimettere le cose al loro giusto posto<br />

cioè riscoprire la nostra identità di Figli di Dio, quindi riscoprire il vero<br />

rispetto di noi stessi e dei nostri valori, riscoprire il prossimo come<br />

creatura di Dio al quale siamo uniti da fratellanza, riscoprire Dio come il<br />

nostro comune Padre buono che vuole la nostra salvezza.<br />

MERCOLE<strong>DI</strong>’ 2 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

TU SEI IL <strong>DI</strong>O DEI VIVI, IL <strong>DI</strong>O DELLA VITA.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: ERASMO Santo, Vescovo e Martire<br />

Originario di Antiochia, fu costretto durante la persecuzione di<br />

Diocleziano, nel III secolo, a nascondersi sul monte Libano. Arrestato e<br />

torturato fu miracolosamente liberato. Si recò in Illiria dove operò<br />

numerose conversioni. Nuovamente arrestato su ordine dell'imperatore<br />

Massimiano, sarebbe stato ancora liberato dall'arcangelo Michele che lo<br />

avrebbe condotto a Formia dove divenne vescovo e dove subì il<br />

martirio.<br />

Parola di Dio: 2Tm.1,1-3.6-12; Sal. 122; Mc. 12,18-27<br />

Dal Vangelo secondo Marco 12,18-27<br />

[18]Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è<br />

risurrezione, e lo interrogarono dicendo: [19].<br />

[24]Rispose loro Gesù:


isusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito,<br />

ma saranno come angeli nei cieli. [26]A riguardo poi dei morti che<br />

devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del<br />

roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio<br />

di Isacco e di Giacobbe? [27]NON È UN <strong>DI</strong>O DEI MORTI MA DEI<br />

VIVENTI! Voi siete in grande errore>>.<br />

L‘ abitudine e i condizionamenti socio-ambientali sono i grandi nemici<br />

del manifestarsi libero e sereno della fede e della religiosità. Ne é un<br />

esempio il brano evangelico di oggi dove vediamo questi sadducei che<br />

per il rispetto di una legge (quella del levirato che serviva per poter dar<br />

prole ad un parente defunto) arrivano fino alla estremizzazione quasi<br />

ridicola di questa donna che va in moglie a sette fratelli senza saper di<br />

quale sarà in un presunto aldilà cui loro non credevano. Ma anche la<br />

nostra fede nella risurrezione dei morti e le abitudini sociali di certa<br />

parte del clero, che sui morti ci hanno sempre guadagnato, hanno<br />

spesso reso Dio e la religione della gioia e della vita come se fossero i<br />

―becchini della morte‖. Specialmente prima della riforma liturgica. ma<br />

in alcuni casi anche oggi, la Messa è stata ―venduta‖ per i morti.<br />

C‘erano Messe a ―tre‖ (celebrante, diacono e suddiacono), Messe<br />

cantate, suonate, con catafalco, con tomba o con ―tombino‖ (come<br />

diceva un certo parroco per indicare la messa ―più bassa che ci fosse‖<br />

contrassegnata solo da un tappeto nero messo per terra) e<br />

naturalmente questo corrispondeva ad un tariffario quasi che Dio e la<br />

Chiesa a seconda della cifra mandassero in paradiso più o meno in<br />

fretta. Io credo che l‘Eucarestia sia il dono, il Testamento più grande<br />

che Gesù ci ha lasciato. E‘ dunque bello e valido che in questa<br />

celebrazione della vita che vince la morte, nel ricordo reale di Cristo<br />

che si fa pane per tutti e che con questo attua la salvezza, si ricordino<br />

anche i nostri morti. Questo per pregare per loro, con loro ma anche<br />

per ricordarci della misericordia di Gesù che arriva a tutti vivi e defunti,<br />

per rinnovare la nostra fede nella risurrezione e il nostro impegno a<br />

vivere bene qui, per realizzare il piano di Dio ed essere poi con Lui e<br />

con i nostri cari per l‘eternità, ma da questo a ritenere la Messa valida<br />

o meno se il prete ha detto il nome del defunto, c‘è proprio una<br />

mentalità diversa. Non facciamo diventare Dio il Dio dei morti, non<br />

facciamo diventare la Chiesa il ―becchino prezzolato a servizio delle<br />

pompe funebri‖. Anche a proposito dell‘offerta (e dovrebbe essere<br />

sempre offerta e non tariffa) essa non dovrebbe mai servire a<br />

―comprare la Messa‖ ma al massimo potrà essere un riconoscere un<br />

servizio o, meglio ancora, un offrire qualcosa per il bene di altri in<br />

memoria e a favore del defunto per il quale vogliamo pregare. Dunque,<br />

5


anche in queste cose ricordiamoci che Dio è il Dio non dei morti ma dei<br />

vivi qui sulla terra e dei vivi per l‘eternità.<br />

GIOVE<strong>DI</strong>’ 3 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

DONACI INTELLIGENZA, SIGNORE PER CONOSCERE LA TUA LEGGE.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: EUGENIO I Papa<br />

Mentre il Papa Martino I era prigioniero a Costantinopoli, nel 654, viene<br />

eletto Eugenio I che si considererà vicario di Martino fino alla sua<br />

morte. Anch‘egli, come il suo predecessore rifiutò ogni compromesso<br />

con l‘eresia. Morì però troppo presto per risolvere i tanti problemi aperti<br />

per la Chiesa di allora, il 3 giugno 657.<br />

Parola di Dio: 2Tm. 2,8-15; Sal.24; Mc. 12,28-34<br />

Dal Vangelo secondo Marco 12,28-34<br />

[28]Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e,<br />

visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: . [29]Gesù rispose: . [32]Allora lo scriba gli disse: . [34]Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente,<br />

gli disse: . E nessuno<br />

aveva più il coraggio di interrogarlo.<br />

Mi è sempre piaciuta questa frase che Gesù rivolge al dottore della<br />

legge, anche perché spero che il Signore possa dirla anche per me. Ma<br />

come si fa a non essere lontani dal Regno di Dio? I Farisei erano sicuri<br />

di essere degli ottimi religiosi e invece erano in maggioranza degli<br />

ottimi ipocriti. Anche oggi senti spesso parlare dei cristiani che si<br />

sentono sicuri della loro fede, della loro morale precisa al millimetro,<br />

che hanno una risposta pronta e netta ad ogni interrogativo, che con<br />

baldanza sdottoreggiano su ogni argomento teologico. Per i rabbini di<br />

allora cercare quale fosse il primo comandamento rimaneva una delle<br />

6


tante questioni teoriche, una ricerca puramente intellettuale, ed anche<br />

per noi stabilire quali siano le cose migliori o quelle peggiori spesso<br />

serve per crearci dei parametri per poter nascondere la nostra<br />

mediocrità.<br />

Gesù non accetta queste classifiche ma ci dice che alla base di tutto ci<br />

sta l‘amore, l‘amore con cui ti lasci amare, l‘amore di Dio che previene,<br />

che accompagna, che provvede, l‘amore del prossimo che è<br />

riconoscersi figli di un unico Padre, che è riconoscere il potenziale di<br />

amore che è in ciascuno; l‘amore vero per se stessi che è volersi<br />

costruire non secondo il proprio egoismo ma secondo il piano di Dio.<br />

Sono ben conscio di non aver capito ―tutto‖ di Dio, so di non vivere una<br />

morale perfetta, so che il mio metro di giudizio non è preciso e che<br />

spesso comporta misure che sanno della mia povertà, so di vivere in<br />

mezzo a misteri divini e umani che vanno ben al di là delle mie capacità<br />

... Ma nella fede, a stento, so di voler bene a Dio. Mi hanno sempre<br />

fatto pensare molto le parole di quel grande apostolo, Paolo, che quasi<br />

al termine della sua vita dice: ―Ho corso la mia corsa, ho combattuto la<br />

mia battaglia: ho conservato la fede‖. Spero che anche a me succeda<br />

così, di arrivare alla fine, ammaccato, dubbioso, con tante sconfitte e<br />

qualche vittoria ma senza aver perso il dono prezioso della fede.<br />

VENER<strong>DI</strong>’ 4 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

LA TUA LEGGE, SIGNORE, E’ FONTE <strong>DI</strong> PACE<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: FRANCESCO CARACCIOLO, Santo<br />

Nato a Villa Santa Maria, nelle vicinanze di Chieti nel 1563 si chiamava<br />

al secolo Ascanio. Di nobile famiglia, fu ordinato sacerdote a ventidue<br />

anni e si dedicò particolarmente alla assistenza dei condannati a morte,<br />

collaborò con Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo alla fondazione e<br />

alla redazione delle costituzioni dell'ordine dei chierici regolari minori,<br />

dediti alla vita attiva e contemplativa. Le costituzioni furono approvate<br />

da Sisto V (1588). Nel 1591 divenne generale dell'ordine e fondò<br />

diverse case religiose in Spagna. Morì ad Agnone, Campobasso nel<br />

1608.<br />

Parola di Dio: 2Tm. 3,10-16; Sal. 118; Mc. 12,35-37<br />

Dal Vangelo secondo Marco 12,35-37<br />

[35]Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio:


mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici<br />

come sgabello ai tuoi piedi. [37]Davide stesso lo chiama Signore:<br />

come dunque può essere suo figlio?>>. E LA NUMEROSA FOLLA LO<br />

ASCOLTAVA VOLENTIERI.<br />

La parola di Dio è sempre uguale, ma e vero che ci sono predicatori<br />

che ascoltiamo più volentieri degli altri.<br />

Quand'è che la gente ascolta volentieri una persona? I motivi possono<br />

essere diversi, ad esempio, quando si crea una sintonia tra chi parla e<br />

ascolta, quando chi parla usa termini e gestualità che davvero<br />

comunicano, quando chi ascolta vede in colui che parla la realizzazione<br />

dei suoi pensieri, quando le parole dette corrispondono alle scelte di<br />

vita di chi parla….<br />

Perché la gente ascoltava volentieri Gesù? Perché era uno di loro,<br />

perché le sue non erano solo parole vuote ma accompagnate da gesti<br />

concreti di amore, perché richiamava l'essenza della loro fede e la<br />

liberava dalle pastoie della falsa religione, perché realizzava le<br />

aspirazioni dei poveri, perché usava con i semplici un linguaggio<br />

semplice, facilmente comprensibile…<br />

E oggi, noi andiamo ancora volentieri ad ascoltare Gesù? Troviamo il<br />

tempo per leggere e rileggere i Vangeli? Cerchiamo di riconoscere la<br />

realizzazione delle sue parole di liberazione e di speranza?<br />

Si può ascoltare per curiosità e poi lasciar scorrere le parole su di noi<br />

come fa l‘acqua che scorre su una pietra impermeabile. Si può<br />

ascoltare unicamente per trovare una risposta immediata ad un<br />

problema, si può ascoltare per cercare conferme o per poter criticare,<br />

ma la parola di Dio non ha bisogno di questi uditori.<br />

La parola di Dio va ascoltata ―come parola di Dio e non come parole di<br />

uomini‖. La Parola di Dio va accolta non come un lenitivo ma ―come<br />

una spada tagliente, a doppio taglio, che penetra fino alla divisione<br />

delle ossa‖. La parola di Dio va accolta come un ―seme che cade in<br />

terra buona e muore e porta frutto ora del 30, ora del 60, ora del 100<br />

per uno‖. La parola di Dio ―è viva, efficace‖, se accolta con amore ha il<br />

potere di trasformarci. Non basta andar dietro alla Parola di Dio perché<br />

piace, oppure a questo o quel predicatore perché dicono ciò che io<br />

voglio sentire. Dio parla a me. Dio si svela a me. Dio non risolve i miei<br />

piccoli problemi e non risponde in diretta alla mie piccole domande, ma<br />

mi dona Se stesso e se l‘accolgo, io cambio.<br />

8


SABATO 5 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

CON LA MIA VITA CANTERO’ LA TUA LODE<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: EOBAN O EOBANO,<br />

Santo, Vescovo e Martire<br />

Era un sacerdote anglosassone, dotto nelle Sacre Scritture e magnifico<br />

predicatore, fu monaco benedettino e compagno di apostolato di san<br />

Bonifacio, che lo consacrò vescovo di Utrecht. Assieme a san Bonifacio<br />

subì il martirio a Dokkum, nella Frisia, nel 755.<br />

Parola di Dio: 2Tm. 4,1-8; Sal.70; Mc.12,38-44<br />

Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44<br />

[38]Diceva loro mentre insegnava: . [41]E<br />

sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava<br />

monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. [42]Ma<br />

venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.<br />

[43]Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: .<br />

Il racconto della vedova che offre a Dio quanto ha (due monetine)<br />

conclude tutta una serie di discussioni che i ―dotti‖ avevano ingaggiato<br />

con Gesù. Erano venuti i ―maestri‖ a interrogare Gesù, avevano tirato<br />

fuori la loro scienza, le loro teologie e Gesù aveva cercato di riportarli<br />

<strong>dalla</strong> sfacciata ipocrisia alla semplicità e umiltà di vita. Dopo tanto<br />

parlare, disquisire di teologia, Gesù lascia che sia il gesto concreto di<br />

fede di questa donna a parlare. E il silenzio di questa donna,<br />

probabilmente analfabeta, parla più di tutte le affermazioni di scienza o<br />

di teologia.Non contano le parole, le manifestazioni altisonanti del culto<br />

e neppure i bigliettoni sbandierati di chi dà ma con la ricevuta fiscale<br />

detraibile dalle tasse degli uomini o da quelle presunte con Dio, conta<br />

questo gesto silenzioso ma di donazione totale nella fiducia che Dio è<br />

provvidenza. A noi, ―persone equilibrate‖ il gesto della vedova pare<br />

9


eccessivo. La vedova invece non e prudente, dà tutto, si fida di Dio.<br />

Non aveva sentito Gesù dire: "Va', vendi ogni cosa, poi vieni e<br />

seguimi!‖ ma lo mette in pratica. Gioca tutta la sua vita su Dio…<br />

eppure, sembra che nessuno si accorga di questo! Sono tutti ammirati<br />

dalle abbondanti elargizioni dei ricchi: che cosa può voler dire una<br />

piccola, insignificante figura nera con due spiccioli che non fanno<br />

neppure rumore? Qualcuno se ne accorge! Gesù legge dentro e vede la<br />

fede, quella fede che non fa rumore e non si esibisce davanti a platee<br />

per riceverne l'applauso.<br />

Se qualche volta proviamo a leggere gli eventi della storia con gli occhi<br />

di Gesù (noi non siamo Lui, ma in buona misura, se vogliamo,<br />

possiamo avvicinarci a Lui), troveremo anche noi tante sorprese:<br />

scopriremo in mezzo all'egoismo, alla melma quotidiana, questi piccoli<br />

e nascosti tesori e poco per volta comprenderemo che la vera fede è<br />

ancora viva, non tanto per le grandi cattedrali costruite nei secoli ed<br />

ora ridotte a museo di Dio e della fede, ma per "piccole, nere, vedove"<br />

che ancora giocano tutto sulla fiducia che Dio ci sia e ci ascolti.<br />

DOMENICA 6 GIUGNO<br />

SANTISSIMA TRINITA’<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: NORBERTO Santo Vescovo<br />

Nato a Wanten, in Germania, da una nobile famiglia renana, Norberto<br />

(1085-1134) fu in un primo tempo cappellano alla corte imperiale. Si<br />

convertì improvvisamente <strong>dalla</strong> vita mondana che conduceva, e si<br />

dedicò alla penitenza e alla predicazione itinerante. Divenuto vescovo<br />

di Magdeburgo, condusse una attiva opera di riforma.<br />

Parola di Dio: Pro. 8,22-31; Sal. 8; Rom 5,1-5; Gv. 16,12-15<br />

Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15<br />

[12]Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete<br />

capaci di portarne il peso. [13]Quando però verrà LO SPIRITO <strong>DI</strong><br />

VERITÀ, EGLI VI GUIDERÀ ALLA VERITÀ TUTTA INTERA, perché non<br />

parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le<br />

cose future. [14]Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve<br />

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l'annunzierà. [15]Tutto quello che il Padre possiede è mio; per<br />

questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.<br />

Se crediamo che Gesù è il Figlio di Dio, possiamo fidarci di ciò che Egli<br />

dice sul conto di Dio. Gesù,infatti non parla per astrazione, per<br />

ragionamento, per deduzione, ma per esperienza. Lui sa com‘è Dio<br />

perché Lui e il Padre sono una cosa sola. E Gesù ci svela qualcosa di<br />

inaudito, inimmaginabile, inatteso: Dio è Trinità: Padre, Figlio e Spirito<br />

Santo. Cioè: Dio non è il solitario, è festa, famiglia, comunione, danza,<br />

relazione, dono. Dio è tre persone che si amano talmente, che se la<br />

intendono così bene che noi – da fuori – vediamo uno. Un po‘ come<br />

quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli che si vogliono<br />

talmente bene da sembrare una cosa sola. Che bello! Vedere realizzato<br />

in Dio ciò che noi sempre desideriamo! Tre persone che non si<br />

confondono, che non si annullano in una indefinita energia cosmica.<br />

Riusciamo addirittura a delineare l‘opera, il lavoro di ognuno, il<br />

―carattere specifico‖ di ogni persona: riconosciamo l‘impronta del Padre<br />

nella Creazione, nello stupore della natura; riconosciamo l‘agire del<br />

Figlio nella sua volontà di salvezza dell‘uomo; riconosciamo l‘afflato<br />

dello Spirito che accompagna, porta a compimento e santifica l‘umanità<br />

pellegrina.<br />

Ma andiamo oltre. La Genesi ci dice che Dio per crearci si guardò allo<br />

specchio. Siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Quindi siamo<br />

fatti ad immagine e somiglianza della comunione. Allora capisco perché<br />

la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura, è contro la mia natura!<br />

Capisco perché quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco<br />

ad accogliere e ad essere accolto sto così bene: realizzo il fine per cui<br />

Dio mi ha creato. La festa della Trinità, allora, è la festa del mio<br />

destino, è lo specchio della mia attitudine profonda, è il segreto della<br />

mia felicità.<br />

LUNE<strong>DI</strong>’ 7 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

SIGNORE, TU SEI IL MIO CUSTODE, CON LA TUA OMBRA MI COPRI.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTONIO MARIA GIANNELLI,<br />

Santo Vescovo<br />

Nacque il 12 aprile 1789 a Cereto, presso Chiavari (Genova). Nel 1829<br />

fondò le Figlie di Maria Santissima dell'Orto, conosciute ancora oggi con<br />

il nome di Suore Gianelline. Esse compiono il loro apostolato<br />

prevalentemente in America Latina. Nel 1838 venne eletto vescovo di<br />

Bobbio. Morì il 7 giugno 1846.<br />

11


Parola di Dio: 1Re 17,1-6; Sal. 120; Mt. 5,1-12<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12<br />

[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere,<br />

gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li<br />

ammaestrava dicendo: [3]


MARTE<strong>DI</strong>’ 8 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

RISPLENDA SU <strong>DI</strong> NOI, SIGNORE, LA LUCE DEL TUO VOLTO.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: MEDARDO, Santo, Vescovo<br />

Era nato in Francia, in Piccardia nel VI secolo. Fu nominato Vescovo<br />

della diocesi di Vermand che, a causa delle invasioni barbariche trasferì<br />

poi a Noyon. Svolse una particolare attività missionaria nelle Fiandre.<br />

Morì verso l‘anno 545, Nel Medioevo veniva invocato contro il mal di<br />

denti.<br />

Parola di Dio: 1Re 17,7-16; Sal. 4; Mt. 5,13-16<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16<br />

[13]VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA; ma se il sale perdesse il sapore,<br />

con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad<br />

essere gettato via e calpestato dagli uomini. [14]VOI SIETE LA LUCE<br />

DEL MONDO; non può restare nascosta una città collocata sopra<br />

un monte, [15]né si accende una lucerna per metterla sotto il<br />

moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che<br />

sono nella casa. [16]Così risplenda la vostra luce davanti agli<br />

uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al<br />

vostro Padre che è nei cieli.<br />

Proviamo a sentirle rivolte a noi personalmente queste parole. E‘ Gesù<br />

che dice a me: ―Tu sei il sale della terra… Tu sei la luce del mondo!‖.<br />

Quale grande fiducia ha in noi il Signore. Se io guardo la mia vita mi<br />

accorgo che ci sono più domande che risposte, più ombre che luci, più<br />

debolezze che sicurezze… come faccio ad essere luce e gusto della vita<br />

per gli altri? E‘ vero che di mio c‘è molto poco, ma se credo a Gesù io<br />

sono il tempio dello Spirito Santo che Lui mi ha donato, io sono il figlio<br />

che può dialogare con Dio suo Padre, io sono fatto a immagine e<br />

somiglianza di Dio, io posso rappresentare il volto di Cristo sulla terra…<br />

Tutte queste cose me le ha dette Lui, il Figlio di Dio morto e risorto per<br />

me e per tutti noi, mi ha anche detto che dove è carità e amore lì c‘è<br />

Lui, che qualunque gesto fatto con amore è fatto a Lui, che Lui sarà<br />

con noi per tutti i secoli… Allora non posso nascondere la sua luce, non<br />

chiudo in dispensa a doppia mandata il suo sale che può dar gusto alla<br />

vita di tante persone. Il cristiano non porta se stesso, quando lo fa<br />

porta solo le proprie miserie, ma è chiamato a portare Gesù. Ci riuscirò<br />

allora nella misura in cui io scompaio per lasciare posto a Lui. Io ho<br />

13


difficoltà al perdono, ma Gesù perdona me e tutti i miei fratelli. Io ho<br />

difficoltà ad amare certe persone, ma Lui ama tutti e ciascuno in modo<br />

particolare. Io ho difficoltà ad annunciare il Vangelo, ma se lascio<br />

parlare Lui, Lui riesce ad arrivare ad ogni cuore magari servendosi<br />

anche delle mie povertà e dei miei errori. Non perdiamoci d‘animo:<br />

nonostante le nostre debolezze, ogni sforzo di bontà, di amore<br />

evangelico non va perduto ma a suo tempo produce il frutto desiderato<br />

da Dio per il nostro bene e per quello dei fratelli.<br />

MERCOLE<strong>DI</strong>’ 9 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

SEI TU IL MIO SIGNORE, SENZA <strong>DI</strong> TE NON HO ALCUN BENE.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: EFREM Santo,<br />

Diacono e Dottore della Chiesa<br />

Teologo e poeta, Efrem (306—373) rifiutò il sacerdozio per umiltà e fu<br />

diacono a Nisibi, in Turchia, e poi a Edessa. Scrisse in siriaco una serie<br />

di commenti biblici, di omelie e di inni che gli hanno meritato il<br />

soprannome di ―cetra dello Spirito Santo‖. I suoi poemi esprimono una<br />

profonda devozione alla Vergine.<br />

Parola di Dio: 1Re 18,20-39; Sal. 15; Mt. 5,17-19<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19<br />

[17]NON PENSATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I<br />

PROFETI; NON SON VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE<br />

COMPIMENTO. [18]In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e<br />

la terra, non passerà neppure un iota o un segno <strong>dalla</strong> legge, senza<br />

che tutto sia compiuto. [19]Chi dunque trasgredirà uno solo di<br />

questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare<br />

altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li<br />

osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel<br />

regno dei cieli.<br />

Siamo perfettamente convinti che ―La legge di Dio non passerà!‖ ma<br />

altrettanto crediamo a quel motto di sant‘ Agostino che dice: ―Ama e fa<br />

ciò che vuoi‖. Come mettere insieme queste due affermazioni? E‘<br />

sempre difficile coniugare nella vita morale ciò che è la legge di Dio,<br />

generale e oggettiva per tutti gli uomini, con quella che è la libertà<br />

portata da Cristo. Questo non ci stupisca: Gesù ha trovato difficoltà in<br />

chi lo ascoltava a questo riguardo; nella chiesa primitiva (vedi<br />

14


soprattutto le lettere di Paolo, di Giacomo, gli Atti degli Apostoli) è<br />

stato motivo di discussioni accanite e anche di divisioni. Forse però la<br />

chiave per avvicinarci a comprendere e vivere questo argomento sta<br />

proprio nelle parole di Gesù che meditiamo oggi. Dio ha parlato. Ha<br />

dato una legge universale con un linguaggio storico. Questa legge,<br />

nella sua essenza, è immutabile. Gesù non è venuto né ad abolirla né a<br />

cambiarla, ma a svelarcene il senso e il modo di viverla. In parole<br />

povere: io posso osservare tutti e dieci i comandamenti, e faccio bene,<br />

ma se alla base non c‘è l‘amore di Dio e del prossimo non serve a<br />

niente. Se invece io amo Dio che mi dà la sua legge e il prossimo come<br />

mio reale fratello, osserverò la legge con amore, perché è un dono<br />

prezioso ma saprò anche andare oltre alla legge quando l‘amore lo<br />

richiede. Per un cristiano, ad esempio, il comandamento ―Non<br />

uccidere‖, non è solo più negativo ma diventa: ama la vita, tua, degli<br />

altri, delle cose, e, sempre nell‘amore, diventa addirittura come per<br />

Gesù: ―Non c‘è amore più grande che dare la propria vita per il<br />

fratello‖.<br />

GIOVE<strong>DI</strong>’ 10 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

IL TUO POPOLO, O SIGNORE, SI NUTRE DEI TUOI BENI.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: ENRICO DA BOLZANO, Beato<br />

Enrico nacque a Bolzano intorno al 1250 e lì visse poveramente come<br />

operaio. Sposatosi, si trasferì a Treviso con la moglie e il figlio. Dopo la<br />

loro morte visse in una modestissima stanza messogli a disposizione da<br />

un notaio. Negli ultimi anni si ridusse in estrema povertà, accettando<br />

l'elemosina. Durante la sua vita, sia a Bolzano, che a Treviso, fu un<br />

assiduo uomo di preghiera; si racconta che a Treviso visitava<br />

quotidianamente tutte le chiese della città. Molto ammirata fu la sua<br />

vita di penitente: dormiva su un duro giaciglio, portava un ruvido saio,<br />

praticava lunghe veglie in preghiera. Quando si spense, tutto solo nella<br />

sua stanza, i trevisani dissero che era morto un santo.<br />

Parola di Dio: 1Re 18,41-46; Sal. 64; Mt. 5,20-26<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26<br />

[20]Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli<br />

scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. [21]Avete inteso<br />

che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà<br />

sottoposto a giudizio. [22]Ma io vi dico: chiunque si adira con il<br />

15


proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello:<br />

stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà<br />

sottoposto al fuoco della Geenna. [23]SE DUNQUE PRESENTI LA TUA<br />

OFFERTA SULL'ALTARE E LÌ TI RICOR<strong>DI</strong> CHE TUO FRATELLO HA QUALCHE<br />

COSA CONTRO <strong>DI</strong> TE, [24]LASCIA LÌ IL TUO DONO DAVANTI<br />

ALL'ALTARE E VÀ PRIMA A RICONCILIARTI CON IL TUO FRATELLO E POI<br />

TORNA AD OFFRIRE IL TUO DONO. [25]Mettiti presto d'accordo con il<br />

tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti<br />

consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in<br />

prigione. [26]In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia<br />

pagato fino all'ultimo spicciolo!<br />

San Paolo in una delle sue lettere ci invita a riflettere prima di ricevere<br />

l‘Eucarestia per poterla ricevere degnamente affinché Essa non diventi<br />

motivo di condanna per noi. Credo che ciascuno di noi, prima di<br />

accostarsi all‘Eucarestia si faccia l‘esame di coscienza. Solamente che<br />

l‘abitudine e un certo tipo di insegnamento che abbiamo ricevuto ci<br />

porta a vedere se ―sono degno di ricevere Gesù‖ quasi che la<br />

Comunione sia un premio che noi meritiamo o meno a seconda delle<br />

nostre opere; nel brano di vangelo odierno Gesù ci dice qualcosa di più:<br />

l‘Eucarestia è impossibile se non é comunione d‘amore per i fratelli. Il<br />

culto e la religione devono rispecchiare la vita e viceversa. Mangiare il<br />

Corpo del Signore richiede amore nel cuore e pace con i fratelli, perché<br />

Cristo è il segno dell‘amore di Dio Padre per l‘uomo.<br />

In fondo è come se Gesù ci dicesse: non essere ipocrita, non<br />

nasconderti dietro la tua falsa giustizia, il tuo perbenismo, il tuo<br />

formalismo. Non pensare di comprarti Dio solo con qualche messa o<br />

con qualche candela. Dio ―ti scruta e ti conosce‖, sa benissimo che cosa<br />

c‘è dietro le apparenze, vede la realtà del tuo sforzo. Gioca con Lui a<br />

carte scoperte.<br />

Sii onesto, digli piuttosto che non ce la fai ancora sulla strada del<br />

perdono ma dimostragli che sinceramente la stai cercando. Per Gesù<br />

anche la ricerca faticosa della vera fraternità passa davanti al servizio<br />

cultuale di Dio; o piuttosto, è il servizio vero di Dio, quello che Egli si<br />

aspetta da te. E, oltretutto, la riconciliazione dei fratelli che professano<br />

uno stesso credo è la testimonianza che sarà meglio capita dal mondo<br />

di oggi.<br />

16


VENER<strong>DI</strong>’ 11 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

ANNUNZIERO’ AI FRATELLI LA SALVEZZA DEL SIGNORE.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: AMABILE, Santo, Sacerdote<br />

Era un sacerdote della cattedrale di Clermont. Morì verso il 475 in<br />

concetto di santità anche per aver liberato i dintorni da vari animali<br />

velenosi. E‘ patrono di Riom ed è invocato a favore dei dementi e degli<br />

indemoniati.<br />

Parola di Dio nella festa di San Barnaba: At. 11,21-26; 13,1-3;<br />

Sal. 97; Mt. 10,7-13<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-13<br />

[7]E STRADA FACENDO, PRE<strong>DI</strong>CATE CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO.<br />

[8]Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i<br />

demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. [9]Non<br />

procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre<br />

cinture, [10]né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né<br />

bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. [11]In<br />

qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche<br />

persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. [12]Entrando<br />

nella casa, rivolgetele il saluto. [13]Se quella casa ne sarà degna, la<br />

vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la<br />

vostra pace ritorni a voi.<br />

Gesù, mandando i dodici in missione, vuol farci capire una cosa molto<br />

semplice: se tu hai trovato una cosa bella, l‘unica maniera di gioirne<br />

appieno è di farne partecipi gli altri; e, ancora: se tu hai a cuore le<br />

prove, le difficoltà, la ricerca dell‘uomo, tu ami quest‘uomo non solo<br />

dicendogli: ―poverino!‖, ma aiutandolo a trovare Colui che è il senso del<br />

suo gioire e del suo soffrire. Quanto è diverso il ―modo missionario‖ di<br />

Gesù da certi ―modi missionari‖ organizzati dalle chiese! Gesù non bada<br />

che i dodici abbiano capito tutto. Non sono neppure ancora passati<br />

attraverso lo scandalo della croce, non sono neppure ancora arrivati ad<br />

affermare che Gesù è il Figlio di Dio, non sono teologi perfetti, non<br />

hanno fatto corsi di formazione missionaria, non hanno lauree<br />

universitarie né sono andati a corsi di dizione o di canto gregoriano per<br />

liturgie inappuntabili. Sono poveri perché non hanno nulla, ma sono<br />

poveri soprattutto perché non hanno nulla di proprio da portare agli<br />

altri e anche il loro messaggio è umile e rispettoso delle persone a cui è<br />

17


indirizzato: ―Il Regno di Dio è vicino a voi‖. Non sono mandati perché<br />

―venga la chiesa‖ ma perché ―venga il tuo Regno‖. Non hanno da dire:<br />

―Venite da me che ho la verità, che vengo a darvi il vero Dio. Venite da<br />

noi perché noi siamo i migliori‖, ma semplicemente: ―Guardate che Dio<br />

è già qui, sta operando in voi‖.<br />

Il missionario è colui che ha profondo rispetto per coloro ai quali è<br />

mandato e per quanto essi hanno già colto ed espresso di quel Dio che<br />

vive ed agisce in tutti gli uomini molto prima che essi lo abbiano<br />

riconosciuto.<br />

La predicazione deve essere fatta ―strada facendo‖. Non c‘è bisogno di<br />

cercare chissà quali strade, ognuno di noi ha la sua strada, il suo<br />

quotidiano, il suo prossimo da incontrare ogni giorno in casa, al lavoro,<br />

in vacanza… ―strada facendo‖ nei giorni migliori come in quelli più duri,<br />

negli incontri più impensati come in quelli più abituali. Davvero, davanti<br />

a questo tipo di missione non abbiamo scuse per tirarci indietro.<br />

SABATO 12 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

SIGNORE, TU SEI FEDELE, SANTO IN TUTTE LE TUE OPERE.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: NAZARIO e CELSO, Santi, Martiri<br />

Nazario e Celso, giunti a Roma da Milano, divennero compagni di<br />

martirio nelle persecuzioni del I secolo: conobbero insieme la<br />

flagellazione e la decapitazione, irremovibili nella loro fedeltà a Cristo.<br />

Parola di Dio: 1Re 19,19-21; Sal. 15; Mt. 5,33-37<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 5,33-37<br />

[33]Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare,<br />

ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; [34]ma io vi dico: non<br />

giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; [35]né per la<br />

terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme,<br />

perché è la città del gran re. [36]Non giurare neppure per la tua<br />

testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo<br />

capello. [37]SIA INVECE IL VOSTRO PARLARE SÌ, SÌ; NO, NO; IL <strong>DI</strong> PIÙ<br />

VIENE DAL MALIGNO.<br />

Come è difficile incontrare delle persone sincere! E‘ molto più facile<br />

trovare persone che ci fanno vedere una faccia e poi sono<br />

completamente diversi, persone che ti parlano con parole suadenti,<br />

che sono accattivanti, ma che lo fanno per loro interessi particolari,<br />

persone che ti dicono mezze verità per portarti <strong>dalla</strong> loro parte…E se è<br />

18


vero che quando andavamo a confessarci da ragazzi, uno dei peccati<br />

più facilmente individuabile erano le famose ―bugie‖, è altrettanto vero<br />

che da grandi, se siamo corretti nel nostro esame di coscienza,<br />

dovremmo ancora confessarci per aver attentato tante volte alla verità<br />

in modi magari ben più gravi: per averla nascosta agli altri o a noi<br />

stessi; per aver insinuato cose che a base di ―forse‖, ―ma‖, ―mi pare‖,<br />

hanno portato altri su giudizi non veri; per non averla cercata la verità<br />

perché poi ci sarebbe costata troppo; per aver mascherato dietro parole<br />

di vana cultura la nostra povertà e vuotezza interiore...<br />

Con questa frase, poi, Gesù non solo ci invita alla sincerità, all‘evitare<br />

le bugie, ma anche ad usare bene del nostro modo di parlare e di porci<br />

davanti agli altri. Qui tutti, io per primo, abbiamo molto da imparare.<br />

Noi siamo tutti dei grandi parolai e chiacchieroni. Spesso pensiamo che<br />

con le nostre parole possiamo convincere o addirittura ‗convertire‘. E<br />

non ci rendiamo invece conto che la semplicità, la sincerità e la<br />

testimonianza dei fatti parlano certamente più di tante chiacchiere o di<br />

tanti salotti religiosi, sfoggio di presunte culture, che lasciano<br />

indifferenti e creano ancora maggiori divisioni tra credenti. Non lo avete<br />

notato che quelli che parlano di più sono spesso coloro che hanno meno<br />

cose da trasmettere? Guardiamo ancora una volta a Gesù, nostro<br />

modello: ha lavorato in silenzio per trent‘anni ed ha predicato solo tre<br />

anni; quello che diceva lo viveva; non si lasciava ingannare né dalle<br />

maschere e neanche dalle belle apparenze di religiosità; sapeva leggere<br />

nei cuori e scorgere il bene anche dove altri vedevano solo colpa e<br />

peccato da punire; odiava l‘ipocrisia; anche ai suoi discepoli non ha<br />

chiesto che andassero a fare quali prediche, ma solo una testimonianza<br />

gioiosa dell‘opera di Dio; le sue sono sempre parole di Verità, anche<br />

quando questo gli costa la morte, sono parole a volte molto esigenti nei<br />

nostri confronti, ma sono sempre anche parole di serio<br />

incoraggiamento, di presenza consolante, di impegni dati sulla fiducia.<br />

DOMENICA 13 GIUGNO<br />

FESTA DEL CORPO E SANGUE DEL SIGNORE<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

SEI TU SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: IGNAZIO MALOYAN,<br />

Beato, Confessore della fede<br />

Nacque a Mardine, in Turchia il 19 aprile 1869. Entrò in convento a<br />

Bzommar in Libano e divenne sacerdote nel 1896. Nel 1897 fu in<br />

missione prima ad Alessandria poi al Cairo. Nel 1911 fu eletto<br />

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Arcivescovo di Nardine. Nel 1915, essendo la Turchia alleata con la<br />

Germania, cominciò la persecuzione contro gli armeni. Il 13 Giugno<br />

1915 fu arrestato con 27 componenti la comunità. Al suo rifiuto di<br />

abbracciare l‘Islam fu colpito e torturato e poi ucciso.<br />

Parola di Dio: Gen. 14,18-20; Sal. 109; 1Cor 11,23-26; Lc. 9,11-17<br />

Dal Vangelo secondo Luca 9,11-17<br />

[11]Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a<br />

parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di<br />

cure. [12]Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si<br />

avvicinarono dicendo: . [13]Gesù disse loro:<br />

. Ma essi risposero: . [14]C'erano infatti<br />

circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: . [15]Così fecero e li invitarono a sedersi tutti<br />

quanti. [16]Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli<br />

occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li<br />

distribuissero alla folla. [17]TUTTI MANGIARONO E SI SAZIARONO e<br />

delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.<br />

E‘ abbastanza facile comprendere come il brano di Luca, oltre che<br />

raccontarci la moltiplicazione dei pani, vuole parlarci del dono<br />

dell‘Eucarestia. Gesù prima di tutto dona se stesso come parola, infatti<br />

noi abbiamo bisogno di una parola che sia buona notizia in mezzo alle<br />

prove della nostra vita, che ci illumini, ci guidi, ci sostenga. ―Beati quelli<br />

che hanno fame della Parola di Dio perché saranno saziati‖. E ogni<br />

volta che noi celebriamo l‘Eucaristia, con abbondanza ci viene rivolta la<br />

parola di Dio.<br />

Poi Gesù ci parla attraverso i segni. Ci dice san Luca, innanzitutto, che<br />

"guariva coloro che avevano bisogno di essere guariti", e poi ci narra il<br />

meraviglioso segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù<br />

Cristo, come amico e fratello dell‘uomo, come Signore della vita e della<br />

natura, è interessato a guarire le infermità, a saziare la fame naturale<br />

degli uomini. Potrebbe essere altrimenti? Ma il suo interesse maggiore<br />

sta nel fatto che gli uomini, mediante questi segni, siano capaci di<br />

elevarsi fino a Dio Padre, che amorosamente ha cura dei suoi figli, e<br />

fino al Regno di Dio, in cui ci sarà pane per tutti.<br />

20


E poi Gesù ci dà se stesso nel suo pane. Davanti a tutto questo non ci<br />

sarebbe da vivere nella meraviglia? Come mai l‘Eucarestia tra noi<br />

cristiani è così poco compresa? Perché anche persone buone e credenti<br />

la frequentano ―quando possono‖? Perché anche certi sacerdoti<br />

sembrano più celebranti di un rito che gioiosi portatore e usufruitori di<br />

un dono? Forse è perché l‘abitudine uccide tutto e la ritualità<br />

appiattisce ogni entusiasmo. Con la legge del dovere abbiamo perso il<br />

senso del dono. Con il mangiare troppo e scriteriatamente abbiamo<br />

perso il gusto del cibo, con la troppa familiarità il mistero e la<br />

meraviglia sono diventati banali. Qualcuno a rimedio di tutto questo<br />

suggerisce il ―digiuno eucaristico‖ per riappropriarci dei sensi veri<br />

dell‘Eucaristia. Non credo sia la ricetta migliore quella di far morire di<br />

fame per mancanza di cibo chi o è inappetente o non assimila.<br />

Suggerisco a voi e a me una cura molto semplice, dedicate dieci minuti<br />

prima della Messa (a casa, in chiesa se non è troppo fracassona o se<br />

non ci sono troppi rosari a impedire la concentrazione) per farvi alcune<br />

semplici domande: ―Che cosa vado a fare in Chiesa? Chi incontro? Ho<br />

bisogno di ascoltare la Parola di Dio? C‘è posto in casa mia per Cristo<br />

che vado a ricevere? Fare la Comunione significa cercare quali<br />

comunioni nella vita?….<br />

LUNE<strong>DI</strong>’ 14 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

ASCOLTA LA VOCE DEL MIO GRIDO, PERCHE’ TI PREGO, O SIGNORE.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELISEO, Santo profeta<br />

Vissuto fra l‘850—800 avanti Cristo fu chiamato da Elia a continuare la<br />

sua opera di profeta. La sua vita è costellata da prodigi di ogni genere:<br />

con il mantello di Elia divise le acque del Giordano; rese inesauribile<br />

l‘olio di una vedova; risuscitò il figlio di una sunamita che lo ospitava...<br />

Morì verso il 790 a.C. e fu sepolto nei pressi di Samaria.<br />

Parola di Dio: 1Re 21,1-16; Sal. 5; Mt. 5,38-42<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42<br />

[38]Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per<br />

dente; [39]ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti<br />

percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; [40]e a chi ti<br />

vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il<br />

mantello. [41]E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con<br />

21


lui due. [42]DÁ A CHI TI DOMANDA E A CHI DESIDERA DA TE UN<br />

PRESTITO NON VOLGERE LE SPALLE.<br />

Ho ritrovato una serie di racconti che un mio professore delle medie<br />

(don Piero Bossù che fu missionario in Guatemala per tanti anni)<br />

scriveva. Hanno il sapore di favole di una semplicità e delicatezza che<br />

commuove. Ve ne proporrò qualcuna quando avrò lo spazio sufficiente<br />

e quando mi sembrerà possano dare una risposta parabolica alla parola<br />

del vangelo del giorno.<br />

La casa, come tante altre case di questo mondo, possedeva un orto e,<br />

intorno all‘orto, correva una siepe in cui s‘apriva un cancello. Tutte le<br />

mattine ne usciva una donna, per avviarsi con la brocca alla fontana<br />

del villaggio. Che splendore! Se fosse uscita da un palazzo con le mura<br />

proprio di perla e le porte proprio d‘oro massiccio, non avrebbe potuto<br />

esser più bella. E camminava lungo la siepe con una maestà da<br />

oscurarne la regina di Saba. Eppure quella donna era povera. Dalla<br />

casa veniva tutto il giorno un picchiar di martello e uno strusciare di<br />

pialla; ma nonostante la fatica dello sposo legnaiolo, un uomo, anche<br />

lui, d‘una bellezza regale, quella donna era molto povera, come dico.<br />

Per il corredo del bimbo che doveva nascerle, aveva quasi dato fondo ai<br />

risparmi; e ieri, mentre lavorava a un corpettino di lana, il gomitolo<br />

s‘era esaurito all‘improvviso.―Ne chiederò un poco a Ruben‖ s‘era detta<br />

fra sé. Ruben era un pecoraio, che passava tutti i giorni col gregge<br />

lungo la siepe, e la sera dopo, quando un folto scalpiccìo e dei belati<br />

annunziarono l‘arrivo delle pecore, la donna si fece trovare nella<br />

viottola.<br />

―O Ruben, mi fareste la carità d‘un po‘ di lana? Vorrei finire il corredo al<br />

mio bambino‖.<br />

Ma Ruben, ch‘era, quel che si dice, uno scorticapidocchi, la guardò<br />

appena, scosse la barbetta striminzita e tirò di lungo, senza far parola.<br />

E la Madonna — giacché si trattava proprio di lei — restò lì, a guardare<br />

tutta quella lana piena di sole, che s‘allontanava.<br />

Va e va e va. Giunto sul prato, il gregge si sbrancò e prese a brucare<br />

avidamente. Soltanto Sceicco, l‘ariete che guidava il gregge nelle sue<br />

quotidiane migrazioni, non si decideva a cominciare. Era un ariete<br />

venerando, dalle favolose corna ricurve; il vello selvoso, che gli si<br />

allargava a cornice intorno alla testa bella e saggia, gli conferiva una<br />

biblica solennità. Anche gli agnelli più irrequieti smettevano di far le<br />

bizze, al solo vederlo: quello, dicevano le pecore, era il nonno dei<br />

nonni. Ora strappava l‘erba di malavoglia e quel poco, che riusciva a<br />

buttar giù, gli andava in tanto veleno. Una figuraccia di quella sorta a<br />

una mamma, per un po‘ di lana! Non ci si poteva aspettar altro da quel<br />

22


taccagno d‘un padrone. Avaro come un sasso! Nemmeno la barba<br />

riusciva a crescere in quel terreno lì... E Sceicco scrollò il suo vello,<br />

candido e spumeggiante come le barbe di cento patriarchi messi<br />

insieme. Adagio adagio, era arrivato a pochi passi dal padrone e, al<br />

vederselo a tiro di corna, sentiva una gran voglia di caricarlo a testa<br />

bassa. Ma Sceicco sapeva che, a cornate, non si fa il corredo ai bambini<br />

e preferì mettersi a pensare con calma. Pensando, non perdeva<br />

d‘occhio il gregge e soprattutto un agnello, che da qualche tempo<br />

caracollava laggiù, quasi al margine del prato, trottando obliquo,<br />

impennandosi, impuntandosi, per poi tornare a incalzar chissà chi,<br />

certo un avversario, costruito lì per lì con l‘aria trasparente della sera.<br />

Ed ecco che mentre, springando con le zampe deretane, mandava<br />

rotoloni il nemico invisibile con un‘ultima capata vittoriosa, ecco che un<br />

rovo l‘artigliò per di dietro a tradimento.<br />

―Vediamo come va a finire questa faccenda‖ disse Sceicco, che<br />

osservava di lontano divertito.<br />

Dopo un attimo di smarrimento, l‘agnello aveva cominciato a<br />

divincolarsi e, tira tira tira, alla fine la spuntò.<br />

Galoppò via come un fulmine, ma il rovo si tenne un bel fiocco di lana<br />

ricciuta. Fu quel fiocco che dette al vecchio ariete l‘idea luminosa.<br />

―Quello che farò io faranno tutte‖ concluse fra sé, guardando le pecore<br />

abituate a seguirlo ciecamente, e, come liberato da un gran peso,<br />

cominciò a mangiare di gusto anche lui.<br />

Intanto le ore passavano. Il sole declinò rapidamente, poi annegò in un<br />

fantastico bagliore di fiamma. Da oriente dilagò, adagio adagio,<br />

l‘infinito languore violetto della sera e, d‘un tratto, una stella fiorì. Era<br />

così fresca che tutto il gregge allungò il muso a brucarla. Ma Ruben<br />

agitò il vincastro. Sceicco s‘incamminò per primo e il gregge si mosse<br />

dietro al suo battistrada. Va e va e va. Adesso il cielo era tutt‘un prato<br />

di anemoni, scintillanti di rugiada; qua e là, nella notte, squillavano i<br />

sonagli di altri greggi in cammino. ―Quello che farò io faranno tutte‖<br />

ripeté il vecchio ariete, infilando la viottola lungo la siepe. Da questa,<br />

sporgeva orizzontalmente un ramo corto e solido, con certi altri rametti<br />

disposti a raggiera, e Sceicco, marcando il dorso, ci passò sotto per<br />

primo. Dietro di lui, com‘era naturale, sfilarono ad una ad una le pecore<br />

e, da ogni vello, il ramo strappò un morbido fiocco. Allorché,<br />

zoppicando, fu passata l‘ultima pecora (ogni gregge, da millenni, ha in<br />

fondo la sua pecorella che zoppica) restò intorno al ramo come una<br />

vaporosa nuvoletta di lana.<br />

Al mattino, la Madonna vide la nuvoletta impigliata nella siepe e, tutta<br />

felice, zic! tagliò il ramo alla base. La prima rocca era nata fra le sue<br />

23


mani e, poco dopo, il fuso ronzava allegramente nel vano della finestra,<br />

aperta sull‘orto.<br />

Molto tempo trascorse da allora. Gli sposi, un giorno, erano partiti, con<br />

l‘asino e poche masserizie, lasciando vuota la casetta, e il gregge,<br />

adesso, percorreva muto, quasi triste, la viottola lungo la siepe, dietro<br />

cui l‘orto inselvatichiva a poco a poco. Ma una sera, tornando dai prati,<br />

Sceicco levò il muso a un tratto, e belò. Presso la siepe, la Madonna<br />

attendeva, col Bimbo tra le braccia, e il Bimbo ciangottava, annaspando<br />

con le manine rosa. Quando il gregge fu a tiro, la Madonna si curvò e le<br />

manine rosa affondarono nel vello fitto e morbido dell‘ariete. Ad una ad<br />

una le pecore sfilarono davanti al Bimbo e tutto il gregge sparì adagio,<br />

nell‘ombra, portandosi nella lana, come una ricompensa, il solco della<br />

sua carezza.<br />

MARTE<strong>DI</strong>’ 15 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

PERDONAMI, O SIGNORE, CONTRO <strong>DI</strong> TE HO PECCATO.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: IOLANDA D’UNGHERIA Beata<br />

Principessa, figlia del re Bela IV d'Ungheria e nipote di Santa Elisabetta<br />

d'Ungheria, nacque nel 1235. Ricevette la sua formazione cristiana<br />

<strong>dalla</strong> sorella maggiore, la beata Cunegonda. Si sposò al duca polacco<br />

Bodeslaus, principe di Kalishi in Pomerania. Terziaria francescana, unì<br />

ai doveri di sposa e madre, l'esercizio della carità nell'assistenza agli<br />

infermi e ai poveri. Nel 1279 rimase vedova e successivamente entrò<br />

nelle Clarisse del convento di Sandeck ove si distinse per la sua umiltà.<br />

Resse come badessa il convento di Gneson. Morì nel 1298. Fu<br />

beatificata nel 1827.<br />

Parola di Dio: 1Re 21,17-29; Sal. 50; Mt. 5,43-48<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48<br />

[43]Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo<br />

nemico; [44]ma io vi dico: AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER I<br />

VOSTRI PERSECUTORI, [45]PERCHÉ SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO<br />

CELESTE, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e<br />

fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46]Infatti se amate quelli<br />

che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i<br />

pubblicani? [47]E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa<br />

fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48]Siate voi<br />

dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.<br />

24


Se voi andate a dire ad una persona di amare il proprio nemico e non<br />

gli date una motivazione egli avrà mille motivi per dirvi che siete pazzi<br />

o addirittura per farvi corresponsabili del male. Se voi giustificate<br />

questa pretesa del perdono solo con motivazioni umane egli avrà<br />

altrettante motivazioni umane per dirvi il contrario e per giustificare la<br />

vendetta. Gesù quando ci chiede di amare i nostri nemici, di pregare<br />

per i nostri persecutori non ci dice che questo sia facile ma ci dà la<br />

motivazione per farlo nell‘ imitare addirittura l‘atteggiamento di Dio che<br />

dona a tutti in eguale misura sia che siano santi o peccatori. Le nostre<br />

capacità di amare cioè sono a misura di come noi vediamo e<br />

intendiamo Dio. Se Dio per noi è il Padrone insindacabile, il<br />

castigamatti, il Dio cacciatore dei peccati, come potremo noi amare i<br />

nostri nemici? Ma se noi comprendiamo che il Dio di Gesù ama ogni<br />

uomo di un amore infinito e non può fare a meno di fare di tutto perché<br />

ogni uomo sia partecipe di questo suo amore, se comprendiamo che<br />

per dirci che ci è Padre Benevolo è disposto a lasciare il suo paradiso, a<br />

―spogliare se stesso‖, a salire su una croce fatta dagli stessi uomini che<br />

Egli ama, se comprendiamo che da li sopra è ancora capace di invocare<br />

perdono, se capiamo che con noi ha usato misericordia ed è disposto<br />

ad usarne ancora, come posso io che mi dico di Cristo non avere<br />

motivazioni sufficienti per perdonare, per amare, per pregare per ogni<br />

mio fratello anche per chi mi è contrario, pesante o nemico?<br />

MERCOLE<strong>DI</strong>’ 16 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

QUANTO GRANDE E’ LA TUA BONTA’, O SIGNORE.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: AURELIANO Vescovo<br />

Fu Vescovo di Arles dal 546. Persona molto attiva, vigilò sulla integrità<br />

della dottrina, partecipò al Concilio di Orleans, dissuase Totila dal<br />

saccheggio di Roma e fondò ad Arles due monasteri. Morì a Lione nel<br />

549.<br />

Parola di Dio: 2Re 2,1.6-14; Sal. 30; Mt. 6,1-6.16-18<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18<br />

[1]Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli<br />

uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete<br />

ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. [2]Quando<br />

dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come<br />

fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati<br />

25


dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro<br />

ricompensa. [3]Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua<br />

sinistra ciò che fa la tua destra, [4]perché la tua elemosina resti<br />

segreta; e IL PADRE TUO, CHE VEDE NEL SEGRETO, TI RICOMPENSERÀ.<br />

[5]Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare<br />

stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere<br />

visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro<br />

ricompensa. [6]Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera<br />

e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che<br />

vede nel segreto, ti ricompenserà. [16]E quando digiunate, non<br />

assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la<br />

faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico:<br />

hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [17]Tu invece, quando<br />

digiuni, profumati la testa e lavati il volto, [18]perché la gente non<br />

veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre<br />

tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.<br />

Tutti, guardando a Gesù, hanno cercato di incasellarlo secondo i propri<br />

criteri e le proprie mire.Non molto tempo fa, e ancora oggi alcuni<br />

movimenti hanno cercato di fare di Gesù un rivoluzionario. Se con<br />

onestà guardiamo ai vangeli Gesù non fu un rivoluzionario politico.<br />

Durante la sua vita, la sua morte e risurrezione e anche dopo con i<br />

primi cristiani, Roma ha continuato nella sua politica di occupazione,<br />

Erode si è tenuto il suo piccolo spazio di potere. Non è stato neppure<br />

un gran rivoluzionario religioso se i maggiorenti ebrei sono riusciti a<br />

metterlo in croce, se hanno continuato nelle loro credenze e ipocrisie,<br />

se si sono scrollati di dosso con qualche semplice colpetto gli apostoli e<br />

i primi credenti. Ma se guardiamo al cuore dell‘uomo certamente Gesù<br />

è il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Prendiamo il vangelo di<br />

oggi: contro tutti gli usi dei suoi tempi Gesù propone una religiosità che<br />

privilegia l‘intenzione sulla stessa opera esteriore. Nella vita cristiana al<br />

primo posto viene la fede che agisce attraverso la carità. Dio guarda il<br />

cuore delle persone e non le esteriorità. E‘ finito il tempo del Dio che si<br />

accontenta di qualche candela, di offerte esteriori, di riti e cerimonie,<br />

Dio guarda che cosa c‘è dietro. Dio vuole adoratori in spirito e verità<br />

cioè esecutori della sua volontà, servitori lieti del suo piano di salvezza.<br />

E ditemi che questa, se presa sul serio, non è una rivoluzione!<br />

26


GIOVE<strong>DI</strong>’ 17 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

ABBA’, PADRE!<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: GREGORIO BARBARIGO,<br />

Santo, Vescovo<br />

Nato a Venezia nel secolo XVII, studiò all‘università di Padova dove<br />

ottenne il titolo di dottore in legge, ma la sua vocazione era il<br />

sacerdozio. Presto divenne Vescovo di Bergamo. Nel 1660 fu creato<br />

cardinale e trasferito a Padova. Fu un grande e santo vescovo. Fondò il<br />

seminario, fece costruire un tipografia per stampare testi per il vicino<br />

oriente, sviluppò l‘insegnamento catechetico ed ebbe a cuore<br />

specialmente i poveri. Morì, amato da tutti, nel 1697.<br />

Parola di Dio: Sir. 48,1-14; Sal. 96; Mt. 6,7-15<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15<br />

[7]Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali<br />

credono di venire ascoltati a forza di parole. [8]Non siate dunque<br />

come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno<br />

ancor prima che gliele chiediate. [9]Voi dunque pregate così:<br />

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; [10]venga il<br />

tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.<br />

[11]Dacci oggi il nostro pane quotidiano, [12]e rimetti a noi i nostri<br />

debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, [13]e non ci indurre in<br />

tentazione, MA LIBERACI DAL MALE. [14]Se voi infatti perdonerete<br />

agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a<br />

voi; [15]ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre<br />

vostro perdonerà le vostre colpe.<br />

Quando recito il Padre nostro per conto mio e arrivo all‘ultima<br />

invocazione ―ma liberaci dal male‖ di solito aggiungo ―da ogni male‖ e<br />

penso ai tanti mali che affliggono gli uomini, mali spirituali, morali e<br />

materiali, e poi ―e dal Maligno‖ perché pur prendendoci la nostra parte<br />

di colpa per tanti mali del mondo la radice è in Lui. Su questo vi<br />

propongo oggi una riflessione di Alessandro Pronzato:<br />

Tutta questione di mani. Quelle del padre o quelle del Maligno.<br />

L‘uomo, anche adulto, ha bisogno di essere preso in mano. Soltanto<br />

che troppe volte si consegna disarmato, nelle mani sbagliate. E diventa<br />

27


prigioniero proprio quando pretende di essere libero. Prigioniero di se<br />

stesso prima ancora che del Maligno.<br />

Padre, tu mi insegni ad abbandonarmi nelle tue mani. Perché io sia<br />

totalmente libero nell‘amore. Il Maligno infatti è l‘anti-amore. Sono<br />

convinto che oltre ad essere un Dio geloso, sei soprattutto un Padre<br />

geloso. So che quando il nemico mi afferra, tu non puoi tollerare di<br />

vedere un tuo figlio in altre mani. Allora il tuo amore diventa ―furioso‖.<br />

Ma per strapparmi dalle mani abusive, tu aspetti un segnale, un grido.<br />

Il grido di chi si sente perduto. Il grido di chi riconosce di avere perduto<br />

le mani ―affidabili‖ del Padre.Mani che gli permettono di vedere e di<br />

capire. Padre, fa che mi renda conto che quando sbaglio mani, quando<br />

perdo le tue mani, io smarrisco la strada, anzi, non riesco più a<br />

camminare. Padre nella mia carne ci sono già troppi lividi, troppi segni<br />

lasciati dalle catene. Mi restano, per fortuna, le tue mani. Padre, non<br />

ho che le tue mani.<br />

VENER<strong>DI</strong>’ 18 GIUGNO<br />

SACRATISSIMO CUORE <strong>DI</strong> GESU’<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

DOLCE CUOR DEL MIO GESU’, FA’ CHE IO T’AMI SEMPRE PIU’<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: AMANDO <strong>DI</strong> BORDEAUX, Santo<br />

Visse nella seconda metà del IV secolo fu educato dal vescovo di<br />

Bordeaux san Delfino e nel 404 ne divenne il successore. Fu amico di<br />

San Gregorio di Tours e di San Paolino da Nola che aveva preparato per<br />

ricevere il battesimo. Fu un buon vescovo per la sua gente. Morì verso<br />

il 432.<br />

Parola di Dio nella festa del sacro Cuore: Ez. 34,11-16; Sal. 22;<br />

Rom 5,5-11; Lc. 15, 3-7<br />

Dal Vangelo secondo Luca 15, 3-7<br />

[3]Allora egli disse loro questa parabola: [4]


La figura del buon pastore che ama le sue pecorelle, che cerca la<br />

perduta, che difende il suo gregge, che vive in comunione profonda con<br />

ognuno e con tutti è veramente una bella immagine del cuore di Gesù:<br />

il cuore di un Dio che palpita per l‘uomo. Dio è innamorato di noi.<br />

Lascio la parola a quel poeta innamorato che fu Padre Davide Maria<br />

Turoldo:<br />

Un chiostro è il mio cuore ove tu scendi ogni sera<br />

Io e te soli a prolungare il colloquio, ora sopra una panchina di pietra.<br />

O per scoprire come amore ancora ti spinge,<br />

in silenzio ascolto il fruscio dei tuoi passi e il suono della voce che mi<br />

chiama…<br />

E non fuggo per nascondere dietro gli alberi la mia nudità:<br />

orgoglioso d‘essere questo nulla da te amato.<br />

SABATO 19 GIUGNO<br />

CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

DOLCE CUORE <strong>DI</strong> MARIA SIATE LA SALVEZZA DELL’ANIMA MIA.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIULIANA FALCONIERI,<br />

Santa, Vergine<br />

Ancora giovanissima Giovanna venne in contatto con i Servi di Maria e<br />

scelse nel loro ambito una vita di penitenza e di contemplazione. Fu un<br />

chiaro punto di riferimento per le ―Mantellate‖ dell‘Ordine. Morì il 19<br />

Giugno 1341.<br />

Parola di Dio nella festa del Sacro cuore di Maria:<br />

Is. 61,10-11; Cant. Da 1Sam 2,1.4-8; Lc. 2,41-51<br />

Dal Vangelo secondo Luca 2,41-51<br />

[41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la<br />

festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di<br />

nuovo secondo l'usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre<br />

riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a<br />

Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.<br />

[44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e<br />

poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non<br />

avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.<br />

[46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai<br />

dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E tutti quelli che<br />

29


l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue<br />

risposte. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse:<br />

. [49]Ed egli rispose: .<br />

[50]Ma essi non compresero le sue parole. [51]Partì dunque con loro<br />

e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. SUA MADRE SERBAVA<br />

TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE.<br />

Nel giorno della festa del cuore di Maria vi offro ancora un racconto di<br />

Don Bossù sia per ricordare a Maria un suo caro devoto sia per<br />

ricordare che nel cuore di Maria c‘è posto per tutti fosse anche per un<br />

asino come Mastro Spatola o come noi.<br />

Quel giorno Mastro Spatola aveva un diavolo per capello. I capelli erano<br />

esattamente tre, disperatamente superstiti sulla sua zucca di pittore<br />

bizzarro, ma tre diavoli son più che sufficienti a trasformare in una<br />

specie d‘inferno anche una chiesa piena zeppa di santi. Quella del<br />

convento ne riboccava: un intero ciclo di storie edificanti: e Antonio, e<br />

Barbara, e Agnese, e Martino... Tutti usciti dal pennello di Mastro<br />

Spatola, ch‘era un pittore abilissimo, geniale e incredibilmente fecondo:<br />

un vulcano, addirittura. In tutti i sensi, però. Se aveva la luna a<br />

rovescio, cosa che gli avveniva spesso, entrava in eruzione ed erano<br />

guai: invece di vampe e lapilli, scagliava su Fioravante (il suo giovane<br />

aiuto) pennelli, spatole e barattoli. Quel giorno, dunque, stava<br />

pennelleggiando furiosamente, perché era indietro nel lavoro e quel<br />

solennissimo rompistivali del padre priore, ch‘era peggio d‘una mosca<br />

cavallina, non avrebbe tardato a ronzargli intorno. Lavorando, pensava<br />

che, mentre lui si dannava l‘anima a quel modo, l‘ineffabile Fioravante,<br />

dopo aver fatto l‘ore piccole con gli amici, votando boccali e pizzicando<br />

la mandola, adesso sonava beatamente il contrabbasso, con le coperte<br />

tirate fin sugli orecchi. Uh! Mastro Spatola, solo a pensarci, si sentiva<br />

schiattare. Per l‘appunto, stava dipingendo il serpente del paradiso<br />

terrestre e, con tutto quel veleno in corpo e la collaborazione di quei tre<br />

diavoli che sapete, il lavoro non poteva fallire. Difatti, ne venne fuori un<br />

serpentaccio coi fiocchi, una viscida meraviglia <strong>dalla</strong> pelle screziata, un<br />

rotolo di furore represso, di malizia e d‘orgoglio.<br />

L‘aveva appena terminato, quando sentì uno scalpiccio: quel canchero<br />

arrivava finalmente!<br />

Ma, sporgendo il capo dal tavolato d‘assi e d‘abetelle su cui stava<br />

lavorando, vide sul limitare un ragazzo di forse quindici anni. Alto,<br />

snello, in calzoni attillati e giustacuore, potava a tracolla una bisaccia;<br />

un fagottino gli pendeva dal bastone appoggiato alla spalla. ―Salve,<br />

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maestro‖ disse una voce chiara come una fontana.<br />

Il pittore grugnì qualcosa. ―Si può sapere cosa stai cercando qui?‖<br />

domandò poi con voce aspra.<br />

―Cerco lavoro. Ho visto i ponti, attraverso la porta spalancata, e mi son<br />

detto: Forse, là dentro...‖.<br />

―Che cosa sai fare?‖.<br />

―So pulire i pennelli... stemperare i colori...‖<br />

―Allora vieni su. Mezzo forino a giornata. Ci stai?‖.<br />

Altroché se ci stava! In men che non si dica fu sul ponte, depose il<br />

berretto di velluto rosso, liberando la zazzeretta d‘angelo peruginesco,<br />

e infilò il camiciotto di Fioravante, impillaccherato di mille tinte diverse.<br />

Bisognava vedere con che disinvoltura si moveva fra pennelli,<br />

pennellesse, ciotole e macinelli. Un ginocchio a terra, cominciò a<br />

stemperare i colori e, rimestando, scorreva con l‘occhio il soffitto e le<br />

pareti. ―E‘ un vero peccato — disse a un tratto — che la bestia meglio<br />

riuscita sia questo serpentaccio qui‖. E lo accennò col capo. ―Meglio,<br />

molto meglio riuscita dei bovi di sant‘Isidoro, del cavallo di san Martino,<br />

del corvo di sant‘Antonio... Tutte bestie rispettabili e sante, che proprio<br />

non si meritavano una umiliazione così. E‘ un vero peccato‖ ripetè.<br />

―Sutor, ne ultra crepidam” (« Ciabattino, non oltre la scarpa ». Si dice<br />

di chi trincia sentenze in cosa che non lo riguarda. Ndr) ringhiò Mastro<br />

Spatola, senza pensare che il ragazzo non conosceva il latino. Ma<br />

conosceva anche quello e raccontò che la frase l‘aveva detta un certo<br />

Apelle, pittore famoso, a un ciabattino petulante che, dopo la scarpa,<br />

s‘era messo a criticar la gamba. ―A proposito — continuò indicando un<br />

cartiglio dipinto sulla parete — aqua, in latino, si scrive senza c.<br />

Ricordate, maestro, senza C”. Mastro Spatola lo guardò a ceffo torto.<br />

―Vuoi insegnare a me...?‖. Ma tacque di botto, perché lo vide intingere<br />

un pennello e accostarsi alla parete, dove c‘era una Madonna appena<br />

abbozzata. Allora fece un salto in avanti per strappargli il pennello di<br />

mano, ma il ragazzo lo nascose dietro il dorso.<br />

―Ci so fare‖ disse tranquillamente, disarmando il pittore con due occhi<br />

profondi come una vertigine.<br />

―Ci sai fare? Da quando?‖.<br />

Egli accennò un gesto vago: ―Da sempre‖. A Mastro Spatola tornò a<br />

saltargli la mosca al naso. ―Sei nato ieri e dici di saper maneggiare i<br />

pennelli da sempre?‖.<br />

Il ragazzo guardò lontano, al di sopra del pittore, come inseguendo un<br />

ricordo. «Quadraginta annos nondum habes et Abraham vidisti? » (E’<br />

l’obbiezione dei farisei a Gesù: « Non hai ancora quarant’anni e hai<br />

visto Abramo? » molto simile nella sostanza a quella del pittore. Ndr.)<br />

sorrise fra sè.<br />

31


―Ancora latino! Che cosa vai farfugliando ora?‖<br />

―Niente — mormorò il ragazzo — Dicevo per dire‖<br />

Mastro Spatola tornò a far l‘atto di ghermirgli il pennello, ma si<br />

trattenne. ―Che cosa hai dipinto finora?‖ domandò. L‘altro abbozzò un<br />

gesto ancora più vago: ―Cieli.., campagne...‖. Il pittore fece una<br />

smorfia. ―Paesaggi‖ ridacchiò. E con una specie di curiosità stizzosa<br />

stette a guardarlo lavorare.<br />

Ma la curiosità diventò presto meraviglia e la stizza si cambiò in<br />

commozione. Con tre o quattro pennellate miracolose, il ragazzo aveva<br />

creato una Madonna d‘una bellezza inimmaginabile.<br />

Mastro Spatola non credeva ai suoi occhi. ―Ragazzo mio, — disse con<br />

un tremito nella voce — dove mai ti è capitato di vedere una donna<br />

così stupenda?‖.<br />

―Sono vissuto con lei per tanti anni‖.<br />

―E chi è? » insisté, sempre tremando, il pittore.<br />

―Mia madre‖ disse il ragazzo. E sorrise...<br />

…………………..<br />

Più tardi, quando Fioravante arrivò, ancor mezzo addormentato, e<br />

s‘arrampicò sulla scaletta a pioli, di malavoglia, come se andasse<br />

all‘assalto, pronto a ritirar la testa alla prima scarica, si meravigliò del<br />

gran silenzio che regnava in chiesa. Giunto in cima azzardò una<br />

timidissima occhiata e vide.., vide Mastro Spatola, lungo disteso tra le<br />

sue latte di colore. Si avvicinò tremando. Non doveva trattarsi di<br />

malore improvviso: il pittore giaceva bocconi sul tavolato, ma in<br />

un‘attitudine raccolta, composta, come di profondissima adorazione.<br />

Rinvenne, quando si sentì toccare e chiamar per nome.<br />

―L‘ho visto‖ mormorò, levandosi faticosamente sulle ginocchia. E lo<br />

sguardo era assente, quasi abbacinato.<br />

Finì di rizzarsi, aiutato da Fioravante più sbalordito che mai. ―L‘ho<br />

visto‖ ripeteva. ―E dire che io, vecchio asino orecchiuto e caudato, non<br />

ho saputo riconoscerlo‖.<br />

Senza por tempo in mezzo, afferrò un pennello e, su un tratto di parete<br />

sgombra, cominciò a dipingere con intensa concentrazione.<br />

Il priore giunse mezz‘ora dopo e, levando il naso verso la parete, si<br />

scompigliò la barba <strong>dalla</strong> meraviglia. Sotto il pennello di Mastro<br />

Spatola, era nato un asino ch‘era un portento, un asino mansueto,<br />

compunto, profumato d‘umiltà: un tale capolavoro, insomma, che il<br />

biscione del paradiso terrestre, se avesse potuto farlo, non avrebbe<br />

esitato, <strong>dalla</strong> vergogna, a imbucarsi chissà dove, magari nel canestro di<br />

sant‘Isidoro, ch‘era lì poco distante.<br />

―O dove l‘avete preso, Mastro Spatola, un ciuchino così?‖<br />

Mastro Spatola non rispose. A cavallo dell‘asino, tra uno sventolio di<br />

32


palme e di rami di ulivo, con gli stessi lineamenti del misterioso<br />

giovinetto, stava dipingendo un bellissimo Cristo.<br />

E piangeva.<br />

DOMENICA 20 GIUGNO<br />

XII DOMENICA DEL TEMPO OR<strong>DI</strong>NARIO ANNO C<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

TI BENE<strong>DI</strong>RO’ FINCHE IO VIVA.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: SILVERIO, Santo, Papa<br />

Era il figlio di Ormisda che, dopo aver avuto questo figlio era rimasto<br />

vedovo, fattosi sacerdote e diventato Papa. Tredici anni dopo la morte<br />

del padre la stessa sorte tocca al figlio. Era ancora suddiacono quando<br />

alla morte del Papa Agapito fu eletto per succedergli. Silverio lottò con<br />

tutte le forze contro l‘eresia eutichiana, ma i suoi nemici lo accusarono<br />

e riuscirono a farlo esiliare prima in Licia e poi a Ponza (l‘isola veniva<br />

allora chiamata Palmaria) Vi morì di stenti (qualcuno dice ucciso) il 20<br />

giugno del 538<br />

Parola di Dio: Zac. 12,10-11; Sal. 62; Gal. 3,26-29; Lc. 9,18-24<br />

Dal Vangelo secondo Luca 9,18-24<br />

[18]Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a<br />

pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda:<br />

. [19]Essi risposero: . [20]Allora domandò: . Pietro, prendendo la parola, rispose: .<br />

[21]Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.<br />

[22]


essere un messia di croce, il fatto che dire Gesù equivalga a dire Figlio<br />

di Dio, oltrepassa i nostri schemi mentali e la nostra stessa capacità di<br />

raziocinio, e l‘uomo non conquisterà mai codeste verità della nostra<br />

fede a colpi di ragionamenti. Soltanto quando l‘uomo comincia a<br />

percorrere la stretta via della croce, e, fissi gli occhi su Gesù, segue le<br />

orme della sua storia, scopre che la questione Gesù Cristo cammina<br />

allo stesso passo della questione uomo.<br />

I misteri della fede si conoscono meglio nella cappella che allo scrittoio,<br />

si conoscono meglio con la preghiera che con lo studio, sebbene<br />

entrambi siano necessari. Dio è l‘unico ad avere la chiave dei misteri.<br />

Soltanto Lui può aprirci questo sacrario del suo cuore. L‘intelligenza,<br />

quando è aperta alla fede, ci prepara e ci pone davanti al mistero. La<br />

teologia più autentica è quella che si fa non soltanto a partire <strong>dalla</strong><br />

fede, ma soprattutto a partire <strong>dalla</strong> preghiera, dall‘intelligenza orante e<br />

adorante del mistero. Nelle cose di Dio, colui che prega, comprende, e<br />

colui che non prega, non comprende nulla, o quasi nulla. Se noi<br />

cristiani pregassimo di più e meglio, i problemi di fede diminuirebbero<br />

in gran numero o scomparirebbero completamente. In un mondo che a<br />

volte sembra senza senso, la preghiera può trovargli un significato. Ne<br />

vale la pena!<br />

LUNE<strong>DI</strong>’ 21 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

GUIDAMI, SIGNORE, SULLA VIA DELLA VITA.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: LUIGI GONZAGA, Santo<br />

Luigi (1568—1591) fu paggio alla corte dei Medici e a quella di Spagna.<br />

A diciassette anni ottenne il permesso di farsi gesuita e rinunciò ai suoi<br />

diritti sul principato di Mantova. Dopo una breve vita religiosa condotta<br />

con la fedeltà più assoluta, mori di peste mentre, a Roma, curava gli<br />

appestati, e poté così realizzare il suo desiderio di immergersi nel<br />

―mare immenso‖ dell‘amore divino.<br />

Parola di Dio: 2Re 17,5-8.13-15.18; Sal. 59; Mt. 7,1-5<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 7,1-5<br />

[1]NON GIU<strong>DI</strong>CATE, PER NON ESSERE GIU<strong>DI</strong>CATI; [2]perché col<br />

giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la<br />

quale misurate sarete misurati. [3]Perché osservi la pagliuzza<br />

nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che<br />

hai nel tuo occhio? [4]O come potrai dire al tuo fratello: permetti<br />

34


che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la<br />

trave? [5]Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai<br />

bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.<br />

Il principio del ―non giudicare‖ a cui ci invita Gesù, ha diverse<br />

motivazioni. Prima di tutto è fondato sul nostro rapporto con Dio. Egli,<br />

il Perfetto, potrebbe essere giudice inflessibile con noi, invece usa<br />

misericordia, quindi il credente perdonato deve usare altrettanta<br />

misericordia con i fratelli (pensiamo alla parabola dei due debitori).<br />

Seconda motivazione, il non giudicare è fondamento del<br />

comandamento dell‘amore: noi, non siamo Dio, non possiamo leggere<br />

nel profondo del cuore e quindi conoscere a fondo le motivazioni<br />

dell‘agire dell‘altro, quindi ogni giudizio è nelle mani di Dio. Un terzo<br />

motivo è quello enunciato nel Vangelo di oggi: la nostra ―vista‖ non è<br />

pura; quante pagliuzze e quante travi non ci permettono di vedere<br />

bene! Quante volte le cose che noi vediamo negli altri non sono altro<br />

che negatività che abbiamo in noi, quindi se non sappiamo giudicare<br />

bene neanche noi stessi, possiamo diventare giudici insindacabili degli<br />

altri?<br />

MARTE<strong>DI</strong>’ 22 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

FORTE, SIGNORE, E’ IL TUO AMORE PER NOI.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: INNOCENZO V PAPA. Beato<br />

Sono due i luoghi che si vantano per la nascita di questo Papa beato,<br />

uno è la Val di Isere e l‘altro è La Salle, piccolo comune della Valle<br />

d‘Aosta dove era il castello dei suoi avi. Studia a Parigi, conosce Alberto<br />

Magno e Tommaso d‘Aquino. Consegue la licenza in teologia. E‘ un<br />

domenicano, ottimo predicatore, parlatore acuto e affascinante. Nato<br />

forse nel 1225, sappiamo certamente che nel 1272 è arcivescovo di<br />

Lione. Quando nel 1274 si apre il Concilio di Lione, in pratica è lui a<br />

prenderne la guida insistendo soprattutto per l‘unità della Chiesa. Alla<br />

fine del Concilio riaccompagna a Roma il papa Gregorio X, ma questi<br />

durante il viaggio muore ad Arezzo. Il 21 gennaio 1276 viene eletto<br />

papa e prende il nome di Innocenzo V. Viene consacrato in San Pietro il<br />

22 febbraio. Il suo papato sarà brevissimo, solo cinque mesi. In questo<br />

periodo però riuscì ad evitare una guerra tra Genova, il re di Navarra e<br />

l‘imperatore Rodolfo. Fin dal momento della morte è considerato<br />

―santo‖ dal popolo. Verrà beatificato nel 1898.<br />

Parola di Dio: 2Re 19,9-11.14-21.31-36; Sal. 47; Mt. 7,6.12-14<br />

35


Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14<br />

[6]NON DATE LE COSE SANTE AI CANI e non gettate le vostre perle<br />

davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi<br />

si voltino per sbranarvi. [13]Entrate per la porta stretta, perché larga<br />

è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti<br />

sono quelli che entrano per essa; [14]quanto stretta invece è la<br />

porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono<br />

quelli che la trovano!<br />

Chi di noi, se ha qualcosa che gli è profondamente caro, non lo difende<br />

e protegge? E chi di noi se possedesse un quadro d‘autore<br />

permetterebbe al primo imbrattatele di modificarlo? Gesù sa il valore<br />

delle cose: sa che l‘amore che Dio ha per noi è prezioso, Lui lo ha<br />

pagato con il suo sangue; sa che i sacramenti che ci ha dato hanno in<br />

sé una grazia di valore incommensurabile e allora ci dice: ―Attenti a<br />

non svendere a basso prezzo questi doni preziosi “. Quando si fanno<br />

battezzare i bambini perché ―tutti fanno così‖, quando ci si confessa<br />

senza conoscere il proprio peccato o senza pentirsi; quando si riceve<br />

l‘Eucaristia come abitudine e senza impegno, noi svendiamo,<br />

svalutiamo questi doni preziosi.<br />

Quando i sacramenti non ci portano a cercare di concretizzarli nel<br />

quotidiano, noi diventiamo dei ritualisti, consideriamo Dio come uno<br />

che fa facili miracoli, non lasciamo che la grazia penetri in noi. Vedete<br />

allora che i sacramenti non sono per i buoni (nessuno potrebbe<br />

accostarsi) ma sono per coloro che vogliono lasciare che la grazia di<br />

Dio operi. La responsabilità davanti ad essi non è tanto prima di<br />

riceverli ma dopo averli ricevuti, affinché portino in noi le cose preziose<br />

che in essi ci vengono regalate.<br />

MERCOLE<strong>DI</strong>’ 23 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

PIEGA IL MIO CUORE VERSO I TUOI INSEGNAMENTI, SIGNORE.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: LANFRANCO, Santo, Vescovo<br />

Fu vescovo di Pavia nel XII secolo. Era un periodo difficile in cui Egli<br />

però cercò sempre di mantenere la giusta equidistanza dal potere<br />

politico. Mori nel monastero del Santo Sepolcro in Valleombrosa nel<br />

1198.<br />

Parola di Dio: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt. 7,15-20<br />

36


Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20<br />

[15]GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE<br />

<strong>DI</strong> PECORE, ma dentro son lupi rapaci. [16]Dai loro frutti li<br />

riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?<br />

[17]Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero<br />

cattivo produce frutti cattivi; [18]un albero buono non può produrre<br />

frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. [19]Ogni<br />

albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel<br />

fuoco. [20]Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.<br />

Dio si serve dei suoi santi per indicarci la strada della verità, dell‘amore<br />

e il male cerca di distrarci da essa con i suoi falsi profeti. Essi non sono<br />

solo coloro che travisano la purezza dell‘insegnamento di Gesù ma<br />

soprattutto coloro che con la loro vita e con il loro esempio sminuiscano<br />

la portata di quanto ci ha donato. Se è vero che dobbiamo stare in<br />

guardia contro i falsi profeti di oggi (vedi ideologie, letture<br />

personalistiche della parola di Dio, new age, predicatori esoterici)<br />

dobbiamo stare ancora più attenti a chi distrugge l‘opera di Gesù con il<br />

cattivo esempio mettendo al posto dei valori di Gesù quelli del potere,<br />

del denaro dei facili successi. Si uccide Gesù volendo eliminarlo, ma lo<br />

si uccide altrettanto irridendo alla sua opera, vanificando i suoi valori,<br />

impedendo gli uomini nel loro costruirsi secondo il progetto di Dio.<br />

Gesù ci dice che i falsi profeti si riconoscono dai frutti cattivi che<br />

producono ma, attenzione: ci sono dei frutti cattivi che se non li<br />

conosci appaiono belli, commestibili. Il vero credente deve riconoscere<br />

non <strong>dalla</strong> apparenza, ma <strong>dalla</strong> sostanza.<br />

GIOVE<strong>DI</strong>’ 24 GIUGNO<br />

NATIVITÀ <strong>DI</strong> GIOVANNI IL BATTISTA<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

DAL GREMBO <strong>DI</strong> MIA MADRE, TU SIGNORE, MI HAI CHIAMATO.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI TERISTI,<br />

Santo, Monaco<br />

Era nato a Palermo, fuggito all‘invasione saracena passò in Calabria.<br />

Entrò nel monastero di Stilo. Il nome ―Teristi‖ deriva dal greco e<br />

significa: ―Mietitore‖ per il compito che aveva in monastero. Visse<br />

nell‘XI - XII secolo.<br />

Parola di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 138; At. 13,22-26; Lc. 1,57-66.80<br />

37


Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66.80<br />

[57]Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla<br />

luce un figlio. [58]I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva<br />

esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.<br />

[59]All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e<br />

volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. [60]Ma sua<br />

madre intervenne: . [61]Le dissero:<br />


minaccia, indica un Messia vendicativo con l'ascia pronta a tagliare<br />

l'albero che non produce frutto e poi arriva Gesù che invece di<br />

abbattere accarezza e pota l'albero per fargli portare più frutto!<br />

Impressiona il fatto che addirittura Giovanni sia spiazzato dall'inaudita<br />

tenerezza di Dio: anche lui deve arrendersi alla contro-logica del Dio<br />

d'Israele.<br />

Alcune considerazioni, allora. I profeti esistono ancora, sono presenti in<br />

mezzo a noi. Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale<br />

coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un segno di<br />

conversione per noi tutti. Ciascuno di noi è chiamato a diventare<br />

profeta, a diventare segno là dove vive, ad essere almeno un po'<br />

trasparenza di Dio. Mi viene in mente il sospiro di Mosè che,<br />

commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza suo permesso,<br />

sognava: "fossero tutti profeti i figli di Israele!"<br />

VENER<strong>DI</strong>’ 25 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

SIGNORE, SE VUOI, TU PUOI SANARMI!<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: GUGLIELMO <strong>DI</strong> VERCELLI,<br />

Santo, Monaco<br />

Verso il 1085, in una nobile famiglia di Vercelli nacque Guglielmo, che<br />

si rivelò ben presto amante della meditazione, della solitudine e di<br />

Cristo. A 15 anni, divenuto monaco, partì per andare in Terra santa ma<br />

l‘inatteso scontro, con alcuni ladroni lo fermarono nei pressi<br />

dell‘inabitata montagna di Montevergine. L‘incontro scontro si rivelò<br />

provvidenziale, perché il luogo così solitario piacque a Guglielmo, che vi<br />

si stabilì. Presto molti discepoli si unirono a lui.<br />

Parola di Dio: 2Re 25,1-12; Sal 136; Mt. 8,1-4<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 8,1-4<br />

[1]Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. [2]Ed<br />

ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: . [3]E GESÙ STESE LA MANO E LO TOCCÒ<br />

<strong>DI</strong>CENDO: . E subito la sua lebbra<br />

scomparve. [4]Poi Gesù gli disse:


stato più ―toccato‖ da nessuno, lui che era diventato il solitario,<br />

l‘abbandonato, il maledetto. Questa mano tesa, questo essere toccato è<br />

prima di tutto un insperato gesto di amicizia: attraverso questo gesto<br />

Gesù reintegra questo povero malato nella società degli uomini. E‘ un<br />

gesto di misericordia, di amore, di vittoria sul male.<br />

Signore, anch‘io sono lebbroso. Da anni continuo a trascinarmi nei miei<br />

egoismi, nell‘indifferenza, nelle paure; non riesco ad amare come Tu<br />

vorresti, sono isolato nei confronti degli altri. Ho bisogno della tua<br />

mano che si china sulle mie piaghe, che si leva per assolvermi, che mi<br />

tocca per cacciare il male che è in me... ―Signore, se vuoi... puoi<br />

guarirmi, puoi convertirmi, puoi cambiare il mio cuore, puoi farmi<br />

sentire amato‖. E vedendo Gesù che si china su di noi sembra quasi<br />

sentirlo bisbigliare: ―Io lo voglio.., ma tu... lo vuoi davvero?‖.<br />

SABATO 26 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

IO NON SONO DEGNO <strong>DI</strong> CIO’ CHE FAI PER ME,<br />

TU CHE AMI TANTO UNO COME ME.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: JOSE MARIA ROBLES HURTADO,<br />

Santo, Sacerdote<br />

Nacque in Messico il 3 maggio 1888. Fu parroco e fondatore della<br />

Congregazione religiosa delle Sorelle del Sacro Cuore Sacramentato,<br />

devoto particolarmente al Sacro Cuore. Fu arrestato durante la<br />

persecuzione e impiccato ad un albero il 26 giugno 1927.<br />

Parola di Dio: Lam. 2,2.11-14.18-19; Sal. 73; Mt. 8,5-17<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-17<br />

[5]Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo<br />

scongiurava: [6]. [7]Gesù gli rispose: .<br />

[8]Ma il centurione riprese:


tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti>>. [13]E Gesù disse al<br />

centurione: . In quell'istante<br />

il servo guarì. [14]Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera<br />

di lui che giaceva a letto con la febbre. [15]Le toccò la mano e la<br />

febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo. [16]Venuta la<br />

sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la<br />

sua parola e guarì tutti i malati, [17]perché si adempisse ciò che era<br />

stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre<br />

infermità e si è addossato le nostre malattie.<br />

Ieri abbiamo pensato al primo miracolo di Gesù raccontato da Matteo:<br />

la guarigione di un ebreo lebbroso, oggi ecco il secondo fatto ad uno<br />

straniero. E‘ tutto un programma: il movimento missionario della<br />

Chiesa è cominciato! La salvezza di Dio non è riservata a qualcuno:<br />

tutti gli uomini sono amati. L‘amore di Dio brucia le barriere che noi<br />

uomini eleviamo. Gesù fa questo miracolo per un pagano, straniero,<br />

rappresentante della forza di occupazione in Palestina. I romani erano<br />

mal visti <strong>dalla</strong> popolazione: spesso i giudei fedeli sputavano per terra,<br />

in segno di disprezzo, dopo che era passato un romano. Eppure, Gesù<br />

con una insistenza quasi irritante, sottolinea la fede del centurione,<br />

comparandola espressamente a quella di lsraele. Quello che conta non<br />

è l‘appartenenza ad un popolo, non è neanche l‘essere arrivati primi o<br />

ultimi, è avere fede. Molte volte è l‘ultimo arrivato che ci vede più<br />

chiaro, conservando fresca la capacità di meravigliarsi. Poiché siamo<br />

abituati al cristianesimo, abbiamo bisogno degli scossoni di chi, mosso<br />

<strong>dalla</strong> grazia, lo scopre da altre posizioni. Con Dio non ci si può proprio<br />

abituare!<br />

DOMENICA 27 GIUGNO<br />

XIII DOMENICA DEL TEMPO OR<strong>DI</strong>NARIO ANNO C.<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

SEI TU, SIGNORE, IL MIO UNICO BENE<br />

41<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo:<br />

CIRILLO D'ALESSANDRIA, Santo, Vescovo e dottore della Chiesa<br />

San Cirillo, vescovo di Alessandria di Egitto, vissuto nel V secolo è<br />

famoso soprattutto perché nel Concilio di Efeso, nel 431, attaccò<br />

Nestorio e i suoi seguaci che negavano la maternità divina della<br />

Madonna, riuscendo ad ottenere con grande gioia di tutto il popolo, che


Maria venisse dichiarata Madre di Dio. Cirillo morì nel 444. Fu<br />

proclamato Dottore della Chiesa nel 1882.<br />

Parola di Dio: 1Re 19,16. 19-21; Sal. 15; Gal. 5,1.13-18; Lc. 9,51-62<br />

Dal Vangelo secondo Luca 9,51-62<br />

[51]Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto<br />

dal mondo, GESU’ SI <strong>DI</strong>RESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME<br />

[52]e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed<br />

entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.<br />

[53]Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso<br />

Gerusalemme. [54]Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e<br />

Giovanni dissero: . [55]Ma Gesù si voltò e li rimproverò.<br />

[56]E si avviarono verso un altro villaggio. [57]Mentre andavano per<br />

la strada, un tale gli disse: .<br />

[58]Gesù gli rispose: >.<br />

Partendo <strong>dalla</strong> pagina del vangelo letta oggi, Luca raccoglie il parlare e<br />

l‘agire di Gesù nello schema di un lungo viaggio che Egli compie verso<br />

Gerusalemme. Un artificio letterario, certamente, questo interminabile<br />

viaggio verso la Passione morte e Resurrezione, che rivela al lettore di<br />

oggi, con disarmante semplicità, che la nostra vita è un viaggio, un<br />

percorso, un itinerario, un pellegrinaggio alla sequela di Gesù. Così,<br />

sembra dire, chi vuole davvero essere discepolo di Gesù non può che<br />

essere in cammino, mai troppo fermo sulle proprie posizioni, mai<br />

sclerotizzato intorno alle proprie convinzioni, ma sempre disponibile a<br />

seguire il vento dello Spirito. Facciamoci dunque qualche domanda:<br />

Non viviamo certe volte la fede, la religiosità come sedentari, in<br />

poltrona e pantofole? Dicendo: "So già, conosco. Nessuna novità<br />

pericolosa per carità, che già faccio fatica a vivere quel po' di fede che<br />

ho". L'immagine di staticità che spesse volte diamo come comunità<br />

cristiana non è forse derivata semplicemente dal fatto che temiamo di<br />

42


muoverci per seguire Gesù? Certo, non confondiamo cammino con<br />

novità a tutti i costi, con l'originalità fine a se stessa. No: qui<br />

l'atteggiamento è decisamente più profondo, è l'atteggiamento di Colui<br />

che mi chiede di seguirlo, mettendo i miei progetti, le mie sensibilità, le<br />

mie prospettive al secondo posto. Abbiamo bisogno di conversione, di<br />

freschezza, di autenticità, di novità di vita, questo ci dice Luca.<br />

LUNE<strong>DI</strong>’ 28 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

PERDONA, SIGNORE, L’INFEDELTA’ DEL TUO POPOLO.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADA, Santa<br />

Di Ada sappiamo pochissimo anche se fu venerata da molti. Era una<br />

badessa del monastero di Santa Maria di Le Mans, probabilmente<br />

originaria di Soissons.<br />

Parola di Dio: Am. 2, 6-10.13-15; Sal 49; Mt. 8,18-22<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 8,18-22<br />

[18]Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare<br />

all'altra riva. [19]Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: . [20]Gli rispose Gesù:


saprai che il ‗paradiso‘ non è una tua conquista a base di buone azioni<br />

ma un dono che ti sarà dato.<br />

MARTE<strong>DI</strong>’ 29 GIUGNO<br />

FESTA DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

BENEDETTO IL SIGNORE CHE LIBERA I SUOI AMICI.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARCELLO E ANASTASIO,<br />

Santi, Martiri<br />

Sembra che i due cristiani provenissero da Roma e fossero andati<br />

missionari ad Argenton dove li colse la persecuzione di Aureliano (270-<br />

276).<br />

Parola di Dio: At. 12, 1-11; Sal. 33; 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-18<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-18<br />

[13]Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese<br />

ai suoi discepoli:


MERCOLE<strong>DI</strong>’ 30 GIUGNO<br />

Una scheggia di preghiera:<br />

LIBERACI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO.<br />

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADOLFO <strong>DI</strong> OSNABRUK,<br />

Santo, Vescovo<br />

Era figlio dei conti di Teckenburg, nato nel 1185. Fece parte del clero di<br />

Colonia ma, attratto dai cistercensi di Altenkamp, volle entrare in<br />

monastero. Nel 1217 fu però fatto vescovo di Osnabruck. Rimase un<br />

uomo di vita semplice, ebbe cura particolare dei poveri e lebbrosi, si<br />

interessò di monasteri. Morì il 30 giugno 1224.<br />

Parola di Dio: Am. 5,14-15.21-24; Sal. 49; Mt. 8,28-34<br />

Dal Vangelo secondo Matteo 8,28-34<br />

[28]Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, DUE INDEMONIATI,<br />

USCENDO DAI SEPOLCRI, GLI VENNERO INCONTRO; erano tanto<br />

furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada.<br />

[29]Cominciarono a gridare: . [30]A qualche distanza da loro c'era una numerosa<br />

mandria di porci a pascolare; [31]e i demòni presero a scongiurarlo<br />

dicendo: . [32]Egli<br />

disse loro: . Ed essi, usciti dai corpi degli uomini,<br />

entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò<br />

dal dirupo nel mare e perì nei flutti. [33]I mandriani allora fuggirono<br />

ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli<br />

indemoniati. [34]Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo,<br />

lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.<br />

L'episodio dei due indemoniati che vengono liberati sta ad indicarci la<br />

forza di Gesù nella lotta contro la schiavitù del male.<br />

Che crediamo o no al diavolo e alle possessioni, questi due indemoniati<br />

ci ricordano che l'uomo e noi spesso siamo posseduti. A volte è il<br />

denaro che ci possiede quando smette di essere il nostro servo per il<br />

necessario per noi e per i nostri cari e diventa il padrone che governa.<br />

Provate a vedere se non è un demonio che ci possiede se nel suo nome<br />

si uccide, si passa sopra ai vincoli più cari, si vendono intere nazioni e<br />

se ne affamano altre.<br />

45


A volte è la sensualità che ci possiede e travisa ogni pensiero di amore<br />

vero, trascinandoci lontano dai valori che apprezziamo e con i quali ci<br />

piacerebbe indirizzare la nostra vita.<br />

E il desiderio di successo, di apparire, di potere, non ci schiavizza fino<br />

al punto di diventare gli uni con gli altri belve feroci che si azzannano,<br />

si sbranano per un pezzetto di effimero potere in più? Pensiamo a certe<br />

lotte nelle fabbriche, negli uffici, persino all'interno delle parrocchie. E<br />

poi altri diavoli che incatenano l'uomo possono essere la droga, l'alcool,<br />

la moda… Ecco, Gesù viene a liberarci. Non lo può fare da solo. Lui può<br />

agire solo se noi, desiderando essere liberi, glielo permettiamo. Ma noi<br />

lo desideriamo davvero? Quando un uomo si trova legato e<br />

imbavagliato, da solo non può far niente se non sperare in un<br />

liberatore. Ma se questo viene e lo slega egli deve darsi da fare per<br />

rimanere libero, fosse anche solo il mettersi a fuggire davanti a colui<br />

che vuole di nuovo legarlo e imbavagliarlo.<br />

Riflessioni di don Franco Locci<br />

Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:<br />

http://spazioinwind.libero.it/schegge<br />

L‘ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:<br />

don.franco.locci@tin.it<br />

Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:<br />

Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)<br />

Stampato in proprio <strong>dalla</strong> Comunità “Piccola Betania‖<br />

Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN<br />

Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: p.betania@libero.it<br />

46


*Pro-manuscripto*<br />

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