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ricordi dei pontieri italiani in russia

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In verità il nostro male non dava grandi dolori, ma il fatto<br />

stesso che non si poteva arrestare il congelamento, dava modo<br />

alla cancrena di proseguire nella sua <strong>in</strong>fezione. Si raggiunse<br />

una città ove aveva sede un importante ospedale. Il Tenente vi<br />

si recò immediatamente per richiedere che fossero <strong>in</strong>viate<br />

delle ambulanze per il nostro trasporto. Per nostra disgrazia, o<br />

per nostra fortuna (all'ora non potemmo giudicarlo) il Tenente<br />

ritornò senza automezzi e poiché nell'ospedale non vi erano<br />

più posti e qu<strong>in</strong>di non accettavano più degenti. Inoltre fra<br />

pochi giorni sarebbe stato evacuato per sfuggire alla m<strong>in</strong>accia<br />

russa. Pertanto lo stesso convoglio che ci aveva ospitato, e che<br />

avrebbe dovuto caricare i feriti più gravi dell'ospedale per<br />

portarli nelle retrovie, o addirittura <strong>in</strong> Patria, sarebbe proseguito<br />

con tutti noi per raggiungere Leopoli <strong>in</strong> Polonia. Ci<br />

vennero forniti pochi viveri, bastanti sì o no per un misero<br />

pasto mentre dottori ed <strong>in</strong>fermieri giunti dal vic<strong>in</strong>o ospedale,<br />

provvedevano a medicare i feriti più gravi facendo diverse<br />

punture per alleviare il dolore ai più sofferenti. Dopo circa<br />

due ore il convoglio si rimise <strong>in</strong> movimento, lasciando dietro<br />

di sé la morte e la paura, che ormai aveva contagiato tutti. Era<br />

un convoglio di circa ottocento feriti senza assistenza medica<br />

e senza cibo!<br />

Le forze ci stavano abbandonando, molti cadevano <strong>in</strong> deliquio,<br />

altri più fortunati svenivano, io ero come molti di loro. Il<br />

viaggio durò tre <strong>in</strong>term<strong>in</strong>abili giorni; durante le lunghe soste,<br />

per far transitare convogli più importanti del nostro, il buon<br />

cuore del macch<strong>in</strong>ista ci fu di grande e determ<strong>in</strong>ante aiuto.<br />

Egli quando ci si fermava <strong>in</strong> un b<strong>in</strong>ario morto, ci diceva:<br />

ragazzi qui si sosta m<strong>in</strong>imo due ore, oppure un'ora a seconda<br />

<strong>dei</strong> casi o delle circostanze, e <strong>in</strong> queste ore di sosta, poiché si<br />

era sempre vic<strong>in</strong>o agli abitati, i più sani di noi, a piccoli<br />

gruppi si recavano nelle case ad elemos<strong>in</strong>are un po' di cibo.<br />

Io non potevo muovermi, ma fortunatamente l'amico Di Berti<br />

pensava anche per me! Quelli che lasciavano il treno lo<br />

facevano sempre col timore di essere lasciati a terra, nel caso<br />

che un contrord<strong>in</strong>e avesse fatto partire anticipatamente il<br />

convoglio.<br />

Furono fortunati; la grande esperienza del macch<strong>in</strong>ista non<br />

sbagliò mai. I questuanti, come fraticelli di S. Antonio, bus­<br />

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