ricordi dei pontieri italiani in russia

Oscuri artefici
Calafati - Carpentieri – Falegnami
La nostra specialità poteva ringraziare i russi per la gran mole
di lavoro che gli procuravano.
Quanti barconi che in patria sarebbero stati considerati irrecuperabili,
venivano da noi riparati e messi in condizioni di
essere nuovamente impiegati.
Dall'Italia non giungeva mai materiale sufficiente per sostituire
quello distrutto dall'uso e da azioni belliche. Tale
carenza rendeva quindi indispensabile il nostro lavoro di
ripristino.
Rammento infatti che i miei colleghi pontieri non riuscivano
quasi a terminare la costruzione di un piccolo ponte che subito
i russi lo distruggevano.
Iniziavano da capo la ricostruzione, ed a opera ultimata
un'altra granata, ben centrata, tornava a demolirlo, obbligandoli
nuovamente a dar prova della loro abilità e caparbia
sagacia.
Durante la costruzione del ponte sul Nieper, io ed altri specialisti
da un'altura assistevamo alla costruzione. Il ponte visto
da lassù aveva l'aspetto di un gigantesco serpente in varie
parti rabberciate tra loro. Sembrava che invisibili fili lo
tenessero miracolosamente unito.
Ricordo perfettamente la data d'inizio di quel lungo ponte. Era
il 27 settembre 1941 ed il lavoro iniziò verso le ore dieci.
Da parte nostra, terminate le riparazioni dei barconi per
l'imminente forzamento del fiume, potevamo andare a dormire,
ma nessuno lo fece, contagiati dalla curiosità di vedere
la nascita di quella nuova opera.
Più che vedere, da quella distanza, si intuiva quello che stavano
facendo i nostri amici laggiù, che visti dall'alto, sembravano
tante laboriose formiche.
Fortunatamente il tratto di ponte che dovevano costruire di
sana pianta era solo di quattrocento metri, parte fissate su
barche e parte su cavalletti regolamentari, nei tratti dove
89