ricordi dei pontieri italiani in russia

pronta, e ad un suo cenno, contando fino a otto, avrebbero
lanciato sia la prima che la seconda granata, ritornando subito
dopo verso i nostri ripari. Stabilito che non vi erano altre
possibili soluzioni, gli uomini del Tresca si convinsero, ed
usciti allo scoperto, mentre tutte le mie armi e mitraglie
sparavano accanitamente, iniziarono a strisciare cautamente
verso l'obbiettivo. La manovra riuscì in pieno, mentre grida e
lamenti si alzavano dal canalone, gli uomini di Tresca
rientravano illesi, unendo il loro tiro al nostro.
Verso le ore 13 giunse l'atteso ordine di ripiegamento: si ritirò
prima il Tresca e successivamente io con i superstiti del
plotone, si indietreggiava ordinatamente, continuando a
sparare, perché i russi, scoperta la manovra di ripiegamento ci
seguivano, finché giunti in prossimità dell'abitato di Ni-
colajewka si arrestarono, in quanto le armi leggere e pesanti
del Battaglione, attestate su di un rialzo a fianco del paese, li
prendevano sotto tiro.
Nel combattimento di Brodj caddero da valorosi il Cap. Mag-
goire pontiere Briscese Donato (a cui successivamente fu
concessa la medaglia d'oro al valore militare), i Caporali Cu-
nietti e Moroni, mentre il Caporale Rocca Ferruccio fu ferito.
Altri 26 Pontieri caddero ed i loro corpi furono lasciati sul
terreno per l'impossibilità materiale di seppellirli, molti altri
venero feriti e furono evacuati con noi, e una volta giunti al
Battaglione inviati successivamente nelle retrovie. Nella
difesa di Brodj erano periti il 50 % degli effettivi del 4°
plotone.
Io ero rimasto miracolosamente illeso!
Raggiunta Nicolajewka già fortificata a difesa, con ripari di
fortuna dietro a mucchi di neve, rinforzate da staccionate,
porte ed altro materiale di circostanza trovati sul luogo, con i
miei soldati rimasti, prendemmo posizione assieme agli altri.
Riuscimmo a mangiare un po' di minestra in scatola, ci diedero
un'abbondante razione di cordiale e perfino delle sigarette.
Erano arrivati nella mattinata i pacchi inviati dai familiari ed
erano stati portati da Stalino dal Serg. Maggiore Daglio
Oreste.
Verso le ore 15 del 20 febbraio ebbe luogo la nuova offensiva
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