06.06.2013 Views

13.10.2008 - Edit

13.10.2008 - Edit

13.10.2008 - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

AMBIENTE<br />

di Lucio Vidotto<br />

Nessuno è oggi in grado di valutare<br />

quanti sono e soprattutto nessuno<br />

ha un’idea di come affrontare<br />

mangiati sei tonnellate di uva”<br />

il problema della loro esistenza sulle isole.<br />

Stiamo parlando dei cinghiali, cioè di<br />

una di quelle specie che qualcuno ha portato<br />

dalla terraferma per motivi intuibili,<br />

ma non accertati. I cinghiali, più dei dai-<br />

ni o degli sciacalli dorati, hanno imparato<br />

ad arrangiarsi bene nel nuovo habitat<br />

e quando trovano cibo a suffi cienza si riproducono<br />

velocemente. Di conseguenza<br />

aumenta la richiesta di cibo e a quel punto<br />

nasce un confl itto con la popolazione<br />

autoctona, quella umana, s’intende. Sono<br />

una delle specie alloctone o, in altre parole,<br />

dei veri e propri intrusi di cui si farebbe<br />

volentieri a meno. Chi li ha portati?<br />

Chi li può cacciare? Ci sono rimedi? Abbiamo<br />

cercato di ottenere qualche risposta<br />

da chi ha subito dei danni e in seno<br />

alla Regione Litoraneo-montana, dove il<br />

vicepresidente Vidoje Vujić ci ha fornito<br />

la sua visione. Può essere suffi ciente,<br />

abbiamo chiesto, affi darsi a una società<br />

venatoria, composta da membri che ne<br />

fanno parte per hobby, passione, ma non<br />

per professione, per gestire un problema<br />

estremamente complesso?<br />

“Il ruolo delle società venatorie è importante<br />

per la salvaguardia della natura<br />

e per questo motivo noi diamo loro il nostro<br />

sostegno. Gli equilibri da mantenere<br />

sono un problema che non riguarda sol-<br />

tanto le isole. Lo troviamo anche sul litorale<br />

e nelle zone montane. Ci sono anche<br />

dei risultati. In un anno, sull’isola di<br />

Veglia sono stati abbattuti circa 400 cinghiali<br />

e altri 380 sulle altre isole. Non è<br />

semplice. C’è chi propone di avvelenarli<br />

senza pensare che in questo modo non<br />

rischiano soltanto i cinghiali. Possiamo<br />

dire che l’abbattimento delle specie alloctone<br />

viene ostacolato anche dalla legislazione<br />

in materia. Infatti, per portare<br />

avanti effi cacemente questo programma,<br />

che determina peraltro un notevole impegno<br />

economico, si va contro la Legge che<br />

regola la caccia in generale, senza parlare<br />

del rispetto del fermo caccia in determinati<br />

periodi dell’anno. Il fermo nel nostro<br />

caso non dovrebbe essere applicato. Stiamo<br />

parlando di una materia estremamente<br />

complessa e di un problema che sarà<br />

diffi cile risolvere”.<br />

L’importanza di mantenere<br />

un equilibrio<br />

“Sono previsti dei risarcimenti – precisa<br />

Vujić –, ad esempio, per chi è in grado<br />

di dimostrare che una pecora o un<br />

agnello sia stato sbranato da un animale<br />

selvatico. Ci sono tante denunce che non<br />

sono potute venire prese in considerazione<br />

per il semplice fatto che non esisteva<br />

alcuna prova che il danno sia veramente<br />

avvenuto. Qualcuno ha sicuramente cercato<br />

di fare il furbo e abbiamo anche le<br />

prove che tra chi ha sporto denuncia per<br />

la scomparsa di un certo numero di capi<br />

che precedentemente aveva provveduto<br />

a vendere”. Comunque, sarà necessario<br />

stabilire un certo equilibrio, in quanto<br />

l’allevamento di ovini sulle isole non<br />

può cambiare. Più precisamente, si può<br />

cambiare sistema di allevamento, ma allora<br />

cambia proprio tutto. Il metodo tradizionale<br />

consente alle greggi di girare<br />

liberamente, andando incontro a tanti<br />

pericoli. Sull’isola di Cherso, e non solo,<br />

questo modo di allevare le pecore rappresenta<br />

un elemento importante nell’ecosistema.<br />

Con le greggi rinchiuse dentro i<br />

recinti scomparirebbero inevitabilmente i<br />

grifoni che popolano l’isola e che si nutrono<br />

delle carcasse di quegli animali uccisi<br />

dalla loro stessa natura, alla ricerca<br />

di pascoli in zone impervie. Per essere ri-<br />

Lunedì, 13 ottobre 2008<br />

La diffi cile convivenza sulle isole quarnerine con questi animali intellige<br />

Cinghiali, quegli intrusi<br />

a due passi dal mare<br />

Un cannone “spaventacinghiali”<br />

Sull’isola di Veglia i cinghiali h<br />

sarciti occorre fornire le prove e talvolta<br />

è impossibile.<br />

Che disastro nei vigneti<br />

Quando si parla di danni veri e provati<br />

c’è un esempio che riguarda i cinghiali<br />

in un altro ruolo. Sull’isola di Veglia non<br />

viene visto come un pericolo per le greggi<br />

bensì per l’uva. A Ivan Katunar i cinghiali<br />

si sono mangiati 6 tonnellate d’uva prima<br />

della vendemmia. È successo poche settimane<br />

fa, quando per la prima volta sono<br />

stati adottati dei metodi particolari per tenere<br />

alla larga questi ghiotti e intelligenti<br />

animali, in grado di riprodursi a dieci<br />

mesi dalla nascita e di mettere al mondo<br />

fi no a sei piccoli. Ecco come la vede il viticoltore<br />

di Verbenico.<br />

“L’arrivo dei cinghiali sulle isole è stato<br />

pianifi cato per trasformare i terreni agricoli<br />

in qualcosa di diverso. È un problema che<br />

interessa molte altre isole. Le attività tradizionali<br />

non sono state mai minacciate come<br />

lo sono adesso, né dalle varie occupazioni<br />

né dal comunismo. I rimedi attuati fi nora si<br />

sono dimostrati insuffi cienti. Secondo me<br />

non basta affi dare a una società venatoria<br />

la gestione del problema. I cacciatori sono<br />

membri di una società di cui fanno parte su<br />

base volontaria. Pertanto, non si può richiedere<br />

da loro un impegno professionale e serio,<br />

come invece sarebbe opportuno. In altre<br />

parole, il loro ruolo è quello di salvaguardare<br />

certi equilibri. Io pratico la pesca sportiva<br />

e sono membro di un club che però non<br />

ha, giustamente, delle mansioni così impegnative.<br />

La gestione del patrimonio ittico è<br />

prerogativa di strutture più competenti. Se<br />

in un anno sono stati abbattuti 400 cinghiali<br />

è altrettanto vero che in circolazione ce<br />

ne sono ancora parecchi. Il numero sembra<br />

grande, ma non lo è se ne sono rimasti<br />

4.000. Personalmente ho la fortuna di essere<br />

stato nelle condizioni di fornire tutte le prove<br />

del danno subito. Ho chiamato la polizia<br />

per denunciare il fatto e quindi sono stati i<br />

periti giudiziari a valutarne l’entità. I maiali<br />

selvatici si sono mangiati poco meno di<br />

6 tonnellate d’uva dopo di che si è capito<br />

quanto sia seria la faccenda”.<br />

Cannonate per<br />

salvare il raccolto<br />

Nella vallata alle spalle di Verbenico<br />

sono stati sistemati venti cannoni caricati<br />

a gas che a intervalli di pochi minuti sparavano,<br />

giorno e notte, fi no alla fi ne della<br />

vendemmia. Sono serviti per spaventare<br />

sia i cinghiali, che con il passare dei giorni<br />

vi si sono abituati, sia gli uccelli, altri<br />

animali ghiotti di uva.<br />

“Immediatamente dopo la prima razzia<br />

nei miei vigneti, dove i cinghiali hanno<br />

mangiato tre tonnellate di Chardonnay,<br />

è stato organizzato un agguato notturno da<br />

parte dei cacciatori. Da quanto mi sia dato<br />

a sapere, in quella circostanza ne sono stati<br />

abbattuti due, ma nessuno è stato in grado<br />

di capire quanti fossero. L’unica cosa che so<br />

è che hanno ricoperto di orme ogni metro<br />

quadrato dei vigneti. I danni li fanno anche<br />

altrove, facendo franare i muri di sassi entro

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!