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Lo sviluppo della persona nella discontinuità - Agesci Emilia ...

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L O S V I L U P P O D E L L A P E R S O N A N E L L A D I S C O N T I N U I T À<br />

C’è un termine, nel vangelo di Giovanni, che si presta ad illustrare continuità e rotture nel cammino dell’esperienza<br />

cristiana. È il termine ‘mondo’. È termine ambivalente, ad un tempo positivo e negativo,<br />

espressione di uno stile di continuità e insieme di rottura.Troviamo sulle labbra di Gesù queste parole a<br />

prima vista assolutamente antitetiche: Dio ha tanto amato il mondo e Io non prego per il mondo. Non si<br />

può essere discepoli del vangelo senza una cordiale apertura al mondo, senza un percorso che ne rispetti e<br />

valorizzi tutte le risorse. Ma non si può essere discepoli del vangelo senza qualche rottura con il mondo,<br />

con talune sue logiche di autosufficienza. Per questo l’educazione che voglia lasciarsi ispirare dal Vangelo<br />

non può rinunciare alla continuità e alla rottura. La vicenda stessa di Gesù è ad un tempo pieno e cordiale<br />

inserimento nell’umano, nel mondo, <strong>nella</strong> città degli uomini in forza dell’Incarnazione. Eppure<br />

Gesù è stato ‘buttato fuori’ dalla città per essere inchiodato tra i malfattori. Se il mistero dell’incarnazione<br />

dice continuità con l’umano, il segno <strong>della</strong> croce dice rottura.<br />

a<br />

“Dio ha tanto amato il mondo da dare<br />

il suo Figlio unigenito, perché<br />

chiunque crede in Lui non muoia ma<br />

abbia la vita eterna. Dio non ha man-<br />

Dire sì, dire no<br />

Continuità, rottura e decisione: stili pedagogici cristiani<br />

dato il Figlio nel mondo per giudicare<br />

il mondo, ma perché il mondo si<br />

salvi per mezzo di lui” (Gv 3,16-17).<br />

La presenza di Gesù nel tempo e nel-<br />

11<br />

la storia è complessa, così come complessa<br />

è la realtà <strong>della</strong> sua <strong>persona</strong>. È il<br />

Verbo incarnato, è l’Uomo <strong>della</strong> croce,<br />

è il Signore risorto. Da tale complessità<br />

derivano stili di comportamento<br />

diversi che il cristiano è chiamato<br />

ad assumere.<br />

La prima modalità <strong>della</strong> presenza di<br />

Cristo nel tempo è quella dell’Incarnazione,<br />

manifestazione di Dio che<br />

“ha tanto amato il mondo”. Da questa<br />

certezza scaturisce l’ottimismo cristiano.<br />

Per questo la carne umana e<br />

l’intera realtà creata non è maledetta,<br />

non è destinata all’insignificanza. La<br />

creazione deve essere oggetto non di<br />

sfruttamento sistematico bensì di uti-

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