Lo sviluppo della persona nella discontinuità - Agesci Emilia ...
Lo sviluppo della persona nella discontinuità - Agesci Emilia ...
Lo sviluppo della persona nella discontinuità - Agesci Emilia ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
L O S V I L U P P O D E L L A P E R S O N A N E L L A D I S C O N T I N U I T À<br />
vivere il matrimonio come un cambio<br />
radicale dell’esistenza. Chi si aspettava<br />
una continuità scopre che questa non<br />
è più possibile (non vado più a giocare<br />
a calcetto, non vedo più i miei amici,<br />
non posso più fare il capo campo<br />
di formazione...). Non si vuole abbandonare<br />
il vecchio per cercare strade<br />
nuove e allora ci si rifugia <strong>nella</strong> frustrazione<br />
e <strong>nella</strong> nevrosi o, se questa<br />
diventa intollerabile, <strong>nella</strong> regressione<br />
allo status quo ante.Anche in questo caso<br />
– nel caso cioè del matrimonio -<br />
che avviene per scelta consapevole, il<br />
cambiamento non si verifica per lenta<br />
e impercettibile progressione, ma con<br />
un taglio netto. D’altra parte è facile<br />
osservare come in una società protettiva<br />
come la nostra, si tenda ad allontanare<br />
il più possibile l’idea delle scelte<br />
irreversibili: ne è testimonianza il<br />
frequente ricorrere ad una convivenza<br />
“di prova”, con un piede (o un cordone<br />
ombelicale) ancora piazzato <strong>nella</strong><br />
famiglia d’origine e un appoggio<br />
incerto dell’altro piede <strong>nella</strong> famiglia<br />
futura da costruire. La tentazione di lasciare<br />
aperta una reversibilità per ogni<br />
scelta è forte: credo che nessuno di<br />
noi, facendo il capo, possa essere soddisfatto<br />
se questo fosse il frutto di anni<br />
di educazione scout. Del resto l’enfasi<br />
sull’uomo-donna <strong>della</strong> partenza –<br />
prodotto finale <strong>della</strong> parabola scout -<br />
è concentrata sulla capacità di fare<br />
scelte radicali.<br />
La risposta educativa<br />
Le esemplificazioni proposte, che sono<br />
necessariamente molto schematiche,<br />
portano a riflettere sul fatto che<br />
l’educazione deve essere orientata a far<br />
intendere la vita come un movimento<br />
verso un fine ultimo (la fedeltà a<br />
Cristo, per noi credenti) e che quasi<br />
mai riesce a progredire in maniera lineare<br />
e senza scossoni, ma piuttosto<br />
per salti, discese (ci sono anche i fallimenti),<br />
tortuosità. Insomma, assomiglia<br />
molto, per chi la conosce, alla mulattiera<br />
<strong>della</strong> val Codera: l’obiettivo finale<br />
è chiaro, ma si procede per ripidi<br />
gradini, molti in salita, qualcuno in discesa,<br />
svolte e gran fatica per godere<br />
alla fine del “paradiso perduto”.<br />
Nella metafora dello scautismo le situazioni<br />
di rottura e di sfida sono numerose:<br />
dai passaggi di branca agli<br />
hike, ai challenge, alle responsabilità<br />
<strong>persona</strong>li <strong>della</strong> partenza. Non fa un<br />
buon servizio il capo che ha come<br />
obiettivo rendere le sfide indolori (e<br />
insapori).Viceversa il “passaggio” deve<br />
essere il più possibile simile al cammino<br />
degli ebrei dall’Egitto alla Terra<br />
promessa: si lascia alle spalle una situazione<br />
stabile per camminare nell’incertezza<br />
verso un obiettivo che sappiamo<br />
solo immaginare e quante tentazioni<br />
di tornare indietro! “Perché ci<br />
hai fatto uscire dall’Egitto per far morire di<br />
sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?”<br />
5<br />
Vorrei a questo punto fare due osservazioni<br />
che dovrebbero permetterci di<br />
integrare quanto espresso in forma<br />
teorica con l’estrema praticità del metodo<br />
scout.<br />
La prima è che l’educazione scout si<br />
pone nei confronti del singolo come<br />
una proposta che procede per relazioni<br />
complesse e molteplici. Il rapporto<br />
capo-ragazzo si <strong>sviluppo</strong> sia sul versante<br />
<strong>persona</strong>le sia, in maniera molto<br />
forte, sul versante delle relazioni del<br />
gruppo. Nell’unità scout si vive sia l’esperienza<br />
delle relazioni <strong>persona</strong>li che<br />
quella <strong>della</strong> relazioni sociali. Il capo ha<br />
una funzione pedagogica e non psicologica,<br />
è fratello maggiore e non terapeuta,<br />
sta attento al singolo ma ha a<br />
cuore il gruppo.<br />
Secondariamente chiederei ai capi di<br />
interrogarsi se nell’idea di “progressione<br />
<strong>persona</strong>le” come oggi è proposta in<br />
associazione non sia prevalente l’idea<br />
di privilegiare una crescita fatta di minuti<br />
avanzamenti piuttosto che di<br />
grandi imprese.<br />
Nelle pagine che seguono si cercherà<br />
di approfondire queste osservazioni,<br />
nei binari di un’onesta lettura di<br />
quanto avviene nello scautismo e <strong>nella</strong><br />
società.<br />
Voglio concludere questo intervento<br />
con le parole intense di Bonhoeffer<br />
che riconducono il tema <strong>della</strong> rottura<br />
a una profonda analisi del destino dell’uomo<br />
a partire da ciò che è scritto: