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Lo sviluppo della persona nella discontinuità - Agesci Emilia ...

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L O S V I L U P P O D E L L A P E R S O N A N E L L A D I S C O N T I N U I T À<br />

la propria vocazione nel piano di<br />

Dio». È – invece – la definizione che<br />

il regolamento <strong>Agesci</strong> dà <strong>della</strong> progressione<br />

<strong>persona</strong>le” 6 .<br />

Proprio perché non è un sistema rigido<br />

di tipo scolastico, il processo può e<br />

deve essere libero e essere adattato alle<br />

condizioni locali, di luogo e di tempo.<br />

Proprio su questo B.-P. insiste<br />

molto ed ogni associazione deve trovare<br />

in questo senso una sua via allo<br />

scautismo; così come noi oggi in ogni<br />

gruppo e non solo come associazione<br />

dobbiamo trovare la nostra.<br />

D’altro canto esistono una serie di<br />

“basics” senza i quali è difficile potersi<br />

dire in grado di vivere una avventura<br />

da scout, campeggiando nei boschi.<br />

Resta valido il famoso detto:“passabili<br />

in un salotto, inestimabili in un naufragio”<br />

7 . Appare così chiaro come B.-<br />

P. non dia un elenco di un gruppo di<br />

tecniche indispensabili per avere un livello<br />

minimo. Possiamo così ricomprendere<br />

meglio l’affermazione secondo<br />

la quale per superare le prove e<br />

raggiungere i livelli successivi «il criterio<br />

sarà non già il raggiungimento di<br />

un determinato livello di nozioni o di<br />

abilità, ma l’intensità dello sforzo del<br />

ragazzo per acquistare quelle nozioni<br />

o quell’abilità».<br />

Un altro aspetto che distanzia dalla<br />

pratica scolastica è che le varie tecniche<br />

scout si apprendono facendo e<br />

giocando, proprio perché fanno parte<br />

di un processo dove dono solo il mezzo,<br />

seppur indispensabile per arrivare<br />

al buon cittadino. Per i lupetti B.-P.<br />

dice: «Insegniamo ai lupetti con il gioco<br />

piccole cose che li renderanno capaci<br />

di compiere un giorno grandi<br />

cose per davvero» 8 ; ed egli incoraggia<br />

Scout e Guide a imparare dai propri<br />

errori («ogni scout deve cominciare<br />

come un Piede Tenero a fare qualche<br />

sbaglio all’inizio»; «lasciamogli fare i<br />

suoi sbagli: è attraverso di essi che si fa<br />

un’esperienza») 9 e dal loro stesso entusiasmo<br />

(«credo fermamente <strong>nella</strong><br />

possibilità di rendere la formazione<br />

interessante per i ragazzi, in modo che<br />

essi siano incoraggiati a imparare da<br />

sé, dal loro stesso entusiasmo»). Questo<br />

ci deve far capire quanto B.-P. pensava<br />

in mano ai ragazzi la loro formazione,<br />

quanto li vedeva protagonisti<br />

<strong>della</strong> vita delle unità.<br />

La progressione <strong>persona</strong>le come<br />

sfida con se stessi<br />

Penso sia quindi necessario ripartire<br />

da questa definizione per togliere un<br />

po’ calcare che si è incrostato sulle nostre<br />

soluzioni. Semplicità e maggior<br />

coinvolgimento dei ragazzi <strong>nella</strong> loro<br />

crescita, questa la prima indicazione<br />

che possiamo coglie da B.-P. e proprio<br />

su questa scia si inserisce la sperimentazione<br />

del sentiero E/G che si sta attuando<br />

in questi anni in associazione 10 .<br />

19<br />

L’espressione «progressione <strong>persona</strong>le»<br />

non si trova in B.-P., così come non<br />

ritroviamo termini come «pista», sentiero,<br />

ecc. Nei suoi libri si interessò<br />

poco di codificare tappe, prove e livelli.<br />

È sua l’idea di progressione <strong>persona</strong>le,<br />

intesa come un percorso educativo<br />

fatto di prove o livelli, comprovate<br />

da riti e distintivi 11 . Idee molto simili<br />

a quella che oggi definiremmo una<br />

sorta di pedagogia dell’iniziazione.<br />

Sulla primissimo <strong>sviluppo</strong> M. Sica ci<br />

riporta questo racconto illuminante:<br />

“Nel periodo di gestazione decisivo<br />

per la formazione del metodo, B.-P.<br />

incontra Ernest Thompson Seton,<br />

fondatore in America del movimento<br />

giovanile degli Indiani del Bosco (The<br />

Woodcraft Indians). La sera dell’incontro,<br />

B.-P. annota tra l’altro nel suo<br />

diario: «Ogni “Indiano del Bosco” si<br />

guadagna piume e distintivi col raggiungimento<br />

di un livello in varie tecniche<br />

(tutte di vita all’aperto). Nessuna<br />

competizione, solo raggiungimento<br />

di un livello». In quattro parole (No<br />

competition, only qualifying) B.-P. ha<br />

colto un tratto essenziale <strong>della</strong> progressione<br />

<strong>persona</strong>le degli «Indiani del<br />

Bosco» che farà sua e trasferirà <strong>nella</strong><br />

proposta educativa scout: la progressione<br />

<strong>persona</strong>le non è competitiva,<br />

non oppone lo scout allo scout, ma lo<br />

scout a se stesso” 12 .<br />

La progressione <strong>persona</strong>le è proposta<br />

ai ragazzi come una sfida. Una sfida

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