Lo sviluppo della persona nella discontinuità - Agesci Emilia ...
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I R I T I D I P A S S A G G I O N E L L A C U L T U R A O C C I D E N T A L E<br />
essere più esigente, per essere educativa.<br />
Educativa, non con l’ottica del piccolo<br />
cabotaggio, ma del profilo alto. È questo<br />
il punto centrale. Occorre riconoscere,<br />
ripensare continuamente, vagliare e attuare<br />
<strong>nella</strong> pratica questa funzione che la<br />
scuola italiana si è data esplicitamente da<br />
un po’ di anni a questa parte per tutti i<br />
cicli, accanto a quella più convenzionale<br />
di trasmettitrice di conoscenze, e che anche<br />
la riforma attuale indica come primaria:<br />
“Principale obiettivo del sistema<br />
educativo nazionale è la crescita e la valorizzazione<br />
<strong>della</strong> <strong>persona</strong>”. Soltanto alla<br />
luce dell’approfondimento di questa funzione<br />
ha senso e si realizza la tesi, di cui<br />
siamo profondamente convinti e che<br />
sentiamo di dover riaffermare con urgenza<br />
oggi come educatori, che un adolescente<br />
non cresce, che non riceve le<br />
spinte decisive a diventare giovane-adulto<br />
in pienezza, se nel suo percorso non si<br />
imbatte anche in strettoie, in passaggi obbligati,<br />
in prove, in ostacoli, in sbarramenti:<br />
...tali da indurlo a misurarsi, a<br />
mettersi in discussione, e a scegliere con<br />
maggiore consapevolezza come procedere<br />
nel cammino.<br />
Ma la riflessione sulla qualità e sulle modalità<br />
del compito educativo <strong>della</strong> scuola,<br />
all’interno e all’esterno dell’istituzione,<br />
è per lo più scarsa, parziale e vaga, soprattutto<br />
se rapportata all’ampiezza <strong>della</strong><br />
crisi di cui soffre in generale il tema dell’educazione<br />
dei minori nelle odierne<br />
società complesse.<br />
Eliminare le sconfitte?<br />
«Gli insegnanti ci spiegano che i primi giorni<br />
non si fa scuola, è vietato; si fa l’accoglienza. Ci<br />
porteranno in giro a conoscere la scuola, tipo le<br />
scale, la palestra, i bagni. Cioè non ci insegneranno<br />
niente i primi giorni. E questo cinque ore<br />
al giorno per una settimana, che infatti si chiama<br />
“la settimana dell’accoglienza”. Dicono che<br />
così ci passa la paura perché vediamo che andare<br />
al liceo è come bere un bicchiere d’acqua».<br />
La strada imboccata dalla scuola che ha dilatato<br />
– giustamente – la sua utenza (la legge<br />
di riforma prevede adesso il diritto-dovere<br />
all’istruzione e alla formazione per almeno<br />
dodici anni) sembra che debba assumere,<br />
necessariamente, la forma di una<br />
passeggiata la più comoda e riposante per<br />
tutti. E per invogliare anche i più renitenti<br />
a percorrere questa autostrada, la scuola<br />
ha perseguito con troppa enfasi per i suoi<br />
indolenti viandanti l’obiettivo del benessere<br />
psichico.<br />
Nella logica <strong>della</strong> società consumistica secondo<br />
la quale tutti i beni sono lì a portata<br />
di mano e ogni bisogno va subito soddisfatto,<br />
<strong>nella</strong> logica economicistica dell’ottenere<br />
il massimo risultato con il minimo<br />
sforzo, la scuola è troppo preoccupata<br />
oggi di costruire nidi ovattati, in cui gli allievi<br />
siano esposti il meno possibile alle<br />
frustrazioni. Ma dalle gratificazioni sproporzionate<br />
e dalle attenuanti individuate<br />
oltre ogni ragionevole limite il passaggio<br />
agli ammiccamenti e alle indulgenze com-<br />
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plici, se non addirittura al non intervento<br />
davanti alle negligenze e alle trasgressioni<br />
più pesanti, è breve.<br />
Ci si chiede se il non mettere in conto nel<br />
processo di crescita di ogni individuo, anche<br />
se ancora in giovane età, smacchi e<br />
sconfitte non abbia ancora valore educativo<br />
e se è così sicuro che il non prefiggersi<br />
mete impegnative – siano esse cognitive<br />
o comportamentali o relazionali – da conquistare<br />
con la fatica e il sacrificio <strong>persona</strong>le<br />
non significhi barattare con un momentaneo<br />
senso di appagamento la<br />
profondità <strong>della</strong> gioia.<br />
Una novità <strong>della</strong> nuova riforma è l’istituzionalizzazione<br />
<strong>della</strong> figura dell’insegnante-tutor.<br />
È auspicabile che <strong>nella</strong> sua opera<br />
di orientamento sappia puntare alto nell’indicare<br />
mete e ardito nel lanciare stimoli,<br />
e che <strong>nella</strong> funzione di coordinamento<br />
non si attesti sull’armonizzare al ribasso le<br />
richieste dei colleghi agli studenti.<br />
Rinunciare alle verifiche?<br />
«Ci danno i test d’ingresso. Ci dicono che<br />
serve per capire il nostro livello, e io non lo capisco<br />
quale è il mio livello cioè quale dovrebbe<br />
essere, perché ci danno l’esercizio: “Distingui<br />
l’articolo determinativo dall’indeterminativo”,<br />
ad esempio:“il” cammello determinativo,“un”<br />
passero indeterminativo. Cose che io <strong>persona</strong>lmente<br />
ho fatto alle elementari, gli altri non so.<br />
Gli altri forse hanno fatto altro, tipo astronomia<br />
o statistica, non grammatica; oppure agli altri<br />
piace tornare indietro e rifare le stesse cose, non