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Monografia 8.2.I - Anno 2003 SYLLOGE GEMMARVM ...

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BdN mon. 8.2.1 (<strong>2003</strong>)<br />

Giulia Sfameni Gasparro<br />

specimina interessanti e altamente rappresentativi di una produzione che le successive pubblicazioni di<br />

raccolte museali e private 14 , di nuovi esemplari o di interpretazioni di materiali già noti continuano a<br />

dimostrare essere stata assai notevole per numero e per varietà di soggetti.<br />

Il problema della valutazione della ricca produzione gemmaria del tipo in questione giunta fino a<br />

noi ovvero attestata nelle antiche raccolte antiquarie, alcune delle quali risultano disperse o comunque<br />

non identificabili con sicurezza con quelle custodite attualmente nei varii musei, dalla quale è facile<br />

dedurre una assai ampia circolazione di questi piccoli materiali di facile dispersione, può essere posto in<br />

termini diversi secondo gli interessi da cui il ricercatore è mosso, siano cioè essi iconografici, artistici,<br />

antiquari etc. In prospettiva storico-religiosa questo materiale offre degli elementi di riflessione e apre<br />

delle piste d’indagine situabili a pieno titolo nel più ampio quadro problematico della definizione delle<br />

sfere del «religioso» e del «magico» su cui – come si è accennato – è in opera oggi un vivace dibattito.<br />

A nostro avviso anzi l’interesse di tale documentazione consiste soprattutto nel suo configurarsi come<br />

uno dei banchi di prova per la verifica della legittimità o meno della distinzione di quelle sfere, delle loro<br />

tangenze e delle più o meno profonde differenziazioni.<br />

In altri termini, pur nella peculiarità di questo tipo di documenti a fronte di altre fonti di rango più «alto»,<br />

quali quelle letterarie, epigrafiche e monumentali di altro genere, le gemme risultano significanti allo storico<br />

delle religioni in quanto lo introducono nel medesimo ventaglio di questioni ermeneutiche posto dal difficile<br />

discrimine fra «religione» e «magia» come categorie interpretative dei fenomeni culturali che egli si<br />

propone di indagare. Tali categorie interpretative, come è noto, sono state formalizzate all’interno della cultura<br />

occidentale di matrice greco-romana, nella quale peraltro oggi più che mai si percepisce l’urgenza di una<br />

ridefinizione scientifica di esse, essendo messa in causa la loro stessa validità epistemologica.<br />

Non è possibile in questa sede entrare nel merito di tale dibattito 15 ma solo rendere espliciti i fondamenti<br />

di quella che riteniamo essere la posizione più corretta sotto il profilo metodologico e più utile,<br />

almeno come punto di partenza, per una progressiva definizione dei fenomeni in questione.<br />

Tra le due soluzioni estreme, l’una rivolta a dicotomizzare e contrapporre tali fenomeni secondo le<br />

note formulazioni di tipo frazeriano 16 e l’altra, per reazione, tesa ad eliminare ogni distinzione fra di<br />

14 Cfr. in particolare, H.PHILLIPP, Mira et Magica: Gemmen im Ägyptischen Museum der staatlichen Museen, Mainz 1986;<br />

R.KOTANSKY, Greek Magical Amulets, The Inscribed Gold, Silver, Copper and Bronze Lamellae, Papyrologica Coloniensia,<br />

22.1, vol. I, Opladen 1994. Cfr. anche P.ZAZOFF, Die antiken Gemmen (AGDS, III, Kassel), München 1983.<br />

15 Tra la letteratura ormai assai ampia e che si arricchisce continuamente di nuove voci, ci limiteremo a ricordare le ricche<br />

sintesi documentarie di A.BERNAND, Sorciers grecs, Paris 1991 e di F.GRAF, La magie dans l’antiquité gréco-romaine.<br />

Idéologie et pratique, Paris 1994; trad. it. Bari-Roma 1995 (su cui si veda la discussione critica in AA.VV., Panel Discussion:<br />

Magic in the Ancient World by Fritz Graf, in Numen 46, 1999, pp.291-325), ciascuna peraltro intesa anche a proporre un’interpretazione<br />

globale del fenomeno. Importanti contributi in opere collettive, spesso frutto di incontri congressuali, permettono<br />

un’adeguata percezione della complessità della problematica: Ch.A.FARAONE, D.OBBINK, edd., Magika Hiera: Ancient Greek<br />

Magic and Religion, Oxford 1991; M.MEYER, P.MIRECKI, edd., Ancient Magic and Ritual Power, Leiden-New York-Köln 1995;<br />

P.SCHÄFER, H.G.KIPPENBERG, edd., Envisioning Magic. A Princeton Seminar and Symposium, Leiden-New York-Köln 1997;<br />

D.R.JORDAN, H.MONTGOMERY, E.THOMASSEN, edd., The world of ancient magic. papers from the first International Samson<br />

Eitrem Seminar at the Norwegian Institute at Athens, 4-8 May 1997, Bergen 1999; V.FLINT, R.GORDON, G.LUCK, D.OGDEN,<br />

Witchcraft and Magic in Europe: Ancient Greece and Rome, London 1999.<br />

16 È nota la proposta interpretativa dell’antropologo, argomentata con un ricco apparato documentario nel suo monumentale<br />

The Golden Bough. A Study in Magic and Religion, voll. 12, London 1911-1915, che pone la magia nel primo gradino della<br />

generale scala evolutiva delle credenze religiose dell’umanità. Essa anzi, sarebbe anteriore al primo manifestarsi di queste ultime,<br />

rispetto a cui sarebbe antitetica. Per una discussione della tesi frazeriana cfr. L.WITTGENSTEIN, Bemerkungen über Frazers<br />

“The golden Bough”, in Synthese 18, 1965, pp.236-258.<br />

16<br />

http://www.numismaticadellostato.it

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