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<strong>Campo</strong> de’ fiori 39<br />
SCOMESSO UN MILIONE SUL CROLLO<br />
DELL’ANTICO TORRIONE DI BORGHETTO.<br />
La singolare “puntata” <strong>di</strong> due proprietari <strong>di</strong> Civita Castellana –<br />
Nessuno si occupa <strong>di</strong> salvare le pericolanti vestigia dello storico fortilizio,<br />
che sorgono sulla Flaminia.<br />
CIVITA CASTELLANA – Al 63° chilometro della Via Flaminia sopra un<br />
poggio pittoresco, a cavaliere tra i ripi<strong>di</strong> burroni, affacciati sulle sponde del<br />
Tevere, che si snoda lungo la valle Sabina, sorgono i ruderi del poderoso<br />
fortilizio, chiamato “Borghetto”, frazione <strong>di</strong> Civita Castellana. Le piazzole<br />
<strong>di</strong> questo storico pilone sono basate su tratti <strong>di</strong> ghiaia che sgretolano continuamente,<br />
ingombrando <strong>di</strong> frane il nodo stradale, che dalla Falminia devia<br />
su Orte, minato dalle scosse dei <strong>di</strong>rettissimi Roma – Firenze, che martellano il cavalcavia <strong>di</strong> sotto al traforo tra il centro<br />
abitato ed il bastione borghettano. Quanta rovina in un breve tratto! Anche i numerosi corvi, padroni secolari, terrorizzati,<br />
hanno sgomberato le sue vette, ed il gestore del <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> benzina, il più prossimo al pericolo, pende dalla<br />
spada <strong>di</strong> Damocle, e sotto l’alternativa <strong>di</strong> una scommessa (c’è in ballo un milione) dei due proprietari limitrofi che ne<br />
hanno profetato il crollo in due tempi contrastanti: per il primo il crollo dovrebbe avvenire nel periodo delle prime piogge<br />
autunnali, per l’altro, dovrebbe accadere alle prime piogge d’aprile, il tempo sarà arbitro. Purtoppo soltanto dopo<br />
l’accaduto “la casa è piena <strong>di</strong> consiglio”. Allora correranno i “pompieri”, allora correrà il Sindaco ed abolirà ivi la tra<strong>di</strong>zionale<br />
fiera e la consueta festa della “Poggiata”; correranno le autorità sovrintendenti alle antichità e re<strong>di</strong>geranno un<br />
lungo verbale nel quale si potrà ricordare, tra l’altro, che Borghetto, bellissima terrazza sul Tevere, fu un tempo necropoli<br />
degli Etruschi, luogo <strong>di</strong> convegno e <strong>di</strong> imbarco delle Sabine, prima del famoso ratto; castello dei Consoli romani<br />
per le guarnigioni degli esploratori, addetti alla sorveglianza della Via Flaminia e dei ponti; dei cavalli per la più rapida<br />
<strong>di</strong>ffusione degli e<strong>di</strong>tti imperiali, fortificazione per lo svernamento delle legioni laziali, <strong>di</strong>roccata dai barbari e ricostruita,<br />
col concetto della fortezza me<strong>di</strong>evale, dagli Orsini, quale rocca inespugnabile per le lotte <strong>di</strong> predominio della<br />
zona; porto Pontificio sul Tevere, dove veniva smistato ed imbarcato il legname <strong>di</strong> costruzione, tagliato dalle selve<br />
Cimine, occorrente all’e<strong>di</strong>lizia dell’Urbe, ecc... Inoltre si potrà concludere che il famoso fortilizio <strong>di</strong> Borghetto, che ha<br />
resistito alla furia delle orde barbariche, è crollato inevitabilmente per l’incuria della nostra civiltà, mentre gente profana,<br />
con un impressionante cinismo, ignara delle avite grandezze, osa scommettere su quei ruderi che costituiscono<br />
tutt’ora dei superbi monumenti.<br />
M. Ceccarelli Celestino<br />
Tratto dal Giornale d’Italia del 9.9.1958 e pubblicato sul Numero Unico per le Feste Patronali <strong>di</strong> Civita Castellana del 1958.<br />
Nel cuore<br />
A Loriana<br />
L’11 Luglio 2005,<br />
m’è rimasta l’amarezza,<br />
de’ na vita <strong>di</strong>strutta sur più bello,<br />
da pochi, infami, corpi de martello.<br />
Ma ‘n giorno, a sentì la Religgione,<br />
noi, tutti quanti, se rincontreremo,<br />
allora, Lorià … arrivederci.<br />
Se vedemo.<br />
Mario