religioni - Homolaicus
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NONCREDO<br />
addirittura opposti: essi ebbero più complicazioni<br />
mediche rispetto agli altri due gruppi).<br />
» La meditazione: mi esploro nel<br />
profondo e mi immergo nell’universo<br />
La meditazione buddhista, invece, in genere si<br />
discosta da questa impostazione sinallagmatica<br />
(do, o meglio oro, ut des) della preghiera: il buddhismo<br />
non fa riferimento ad un dio, inteso<br />
come essere distinto, onnisciente ed onnipotente.<br />
Per quanto il senso del divino sia presente<br />
(anche se in modo discontinuo nelle diverse tradizioni<br />
buddhiste) esso si avvicina maggiormente<br />
al deus sive natura di Spinoza. In questo senso<br />
nel buddhismo la pratica della meditazione non<br />
può essere accostata a quella della preghiera:<br />
non ci si rivolge ad un’entità sovrannaturale<br />
dotata di poteri negati agli umani, ma si cerca<br />
uno stato di coscienza che sia libero dagli usuali<br />
condizionamenti, distorsioni ed illusioni propri<br />
del nostro quotidiano modo di percepire ed<br />
elaborare.<br />
Bhavana, grossolanamente traducibile con “sviluppo<br />
mentale”, è la sola parola che nelle lingue<br />
classiche del buddhismo si avvicina alla<br />
traduzione del concetto di meditazione. A<br />
quella che sembra una carenza di vocaboli per<br />
esprimere un concetto così importante nella<br />
cultura del Sudest asiatico, si contrappongono<br />
almeno ventuno diverse parole per “silenzio”:<br />
silenzio tra i pensieri, silenzio della mente concentrata,<br />
silenzio della consapevolezza ecc.<br />
Volendo quindi abbozzare una prima definizione<br />
del concetto di meditazione possiamo affermare<br />
che essa è innanzitutto silenzio, in tutte le<br />
sue ventuno sfumature. Silenzio esteriore, perché<br />
la meditazione cui facciamo qui riferimento<br />
non prevede il recitare testi sacri o mantra;<br />
silenzio interiore, in quanto la meditazione<br />
buddhista si discosta anche dall’accezione occidentale<br />
di meditazione, ovvero la meditazione<br />
su un determinato argomento (come ad esempio<br />
nelle Meditazioni di Ignazio di Loyola), ma<br />
è semplicemente uno stato di raccoglimento<br />
del praticante incentrato su tre elementi essen-<br />
Anno II - n.6 luglio / agosto 2010<br />
ziali: la postura, il respiro e la consapevolezza<br />
(le “tre porte”).<br />
Col vigore di un samurai, il maestro Zen<br />
Taisen Deshimaru ammonisce: «Zazen (rimanere<br />
seduti in meditazione) deve essere praticato<br />
con la stessa energia, con la stessa concentrazione,<br />
come se fosse in gioco la vita,<br />
altrimenti non porta a nulla, anche dopo un<br />
gran numero di anni. Se praticato in modo giusto,<br />
se la postura è corretta, il Satori (l’illuminazione)<br />
può essere raggiunto in un lampo».<br />
Dobbiamo quindi intendere la meditazione<br />
non come una pratica oziosa tesa al conseguimento<br />
di benefici immediati quali il rilassamento<br />
del corpo o il sollievo dallo stress, ma<br />
come un atto intenzionale di estremo coraggio,<br />
stabilità e vigore di un Io che, profondamente<br />
(ed esclusivamente) incarnato nella propria<br />
corporeità, volge il suo sguardo all’esperienza<br />
presente, privo di ogni giudizio in quanto<br />
privo dello stesso Io giudicante. Si sta “semplicemente<br />
seduti” senza scopo o spirito di profitto<br />
in quello che in giapponese si traduce<br />
mushotoku (無所得), un atteggiamento caratterizzato<br />
da uno stato della mente definito<br />
mushin no shin (無心の心), letteralmente<br />
“mente senza mente”. In analogia con la riduzione<br />
fenomenologica teorizzata da Husserl,<br />
nella meditazione si ottiene la chiara visione<br />
degli atti primi dell’esperienza cosciente attraverso<br />
la “messa tra parentesi” di tutte le opinioni,<br />
i giudizi e i preconcetti che usualmente<br />
ci aiutano nell’ordinare e rappresentare il<br />
mondo che percepiamo. Detta sospensione del<br />
giudizio (epochè) è di per sé un obbiettivo<br />
impossibile da raggiungere mediante il solo<br />
studio teorico, rendendo quindi necessario un<br />
addestramento del proprio sentire che parta<br />
dalla pratica in prima persona.<br />
» La tecnica meditativa<br />
La meditazione buddhista, in analogia con la<br />
fenomenologia, considera ogni atto cognitivo<br />
come un’esperienza intrinsecamente e indissolubilmente<br />
connessa al corpo.<br />
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