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ALPINISMO<br />
26<br />
(come l'hanno spiegata a me )<br />
Se l'arrampicata fosse una sostanza stupefacente,<br />
più che un <strong>di</strong>sperato consumatore, sarei un<br />
appassionato spacciatore. Troppo fifone per rischiare<br />
il culo sui marcioni dolomitici, ma troppo affascinato<br />
dall'argomento verticale per non ficcare le <strong>di</strong>ta nella<br />
marmellata, <strong>di</strong>ta abbastanza forti da salire qualche<br />
metro ma sostenute da insufficiente talento nel<br />
gestire l'insieme <strong>di</strong> emozioni che qui, seduto su una<br />
se<strong>di</strong>a, chiamo semplicemente paura.<br />
Da ragazzino volevo salire una cima in Dolomiti, a 25<br />
anni l'ho salita con un amico. In due su una cima<br />
perfetta. La mia fame <strong>di</strong> alpinismo finiva qui. E' chiaro a<br />
tutti che ci si può ammazzare.<br />
Ho cercato così <strong>di</strong> fare mia , più per fifa che<br />
aspirazione, la più soft <strong>di</strong>sciplina chiamata<br />
arrampicata sportiva, “roba da sfigati” avrei detto anni<br />
prima, ma che col tempo si è adattata (ma è più vero il<br />
contrario) al mio modo <strong>di</strong> vivere l'arrampicata, un<br />
forzato part-time verticale: il movimento sulla roccia, il<br />
più bello possibile. Non vinci contro nessuno, tanto<br />
meno la montagna, giochi semplicemente una partita<br />
a scacchi <strong>di</strong> venti minuti contro Isaac Newton<br />
… non<br />
c'è molta poesia <strong>di</strong>etro, ma una sfida sottile del<br />
camminare su un pezzettino <strong>di</strong> roccia non più ruvido<br />
<strong>di</strong> una crosta <strong>di</strong> grana, meglio se dalla parte giusta…<br />
Le Dolomiti mi interessano ancora… niente è<br />
alpinisticamente entusiasmante come una giornata<br />
sulle pareti ripide del Brenta, deve arrivi a sera bello<br />
consumato ma appagato, con le ossa a pezzi e la faccia<br />
in stand-by sull'espressione sofferenza, ma con il<br />
sorriso dentro… un mozzicone felice. Ma per salire<br />
queste pareti con buone probabilità <strong>di</strong> riportare le<br />
chiappe a casa, occorrono talento e tempo. Non<br />
<strong>di</strong>sponendo <strong>di</strong> nessuno dei due ecco che l'arrampicata<br />
sportiva può offrire qualche mezz’ora d’adrenalina a<br />
due passi da casa dandoci l'opportunità <strong>di</strong> praticare<br />
uno sport “estremo” alzandosi a mezzogiorno,<br />
emozioni da quattro sol<strong>di</strong> che però riescono a farti<br />
entusiasmare e apprezzare piccole cose come i<br />
dolorini alla schiena, le <strong>di</strong>ta spellate, il freddo cane o il<br />
piacere <strong>di</strong> un sole magnifico a capodanno o giù <strong>di</strong> lì, una<br />
birra con gli amici, migliorare i proprio movimenti sulla<br />
roccia, raccontarsi <strong>di</strong> vie fatte e da fare, raccontare <strong>di</strong><br />
quello che fanno quelli bravi e cercare <strong>di</strong> imitarli fin dove<br />
si può... senza prendersi troppo sul serio. Una<br />
<strong>di</strong>sciplina giovane nata da un movimento culturale <strong>di</strong><br />
approccio leggero alla vita come il materiale (perché<br />
poco) che serve per praticarle (l'arrampicata e la vita)...<br />
“<br />
l'arrampicata sportiva non può mai considerarsi<br />
<strong>di</strong>sgiunta dalla sua straripante proposta <strong>di</strong> stile <strong>di</strong> vita<br />
”-<br />
W. Gullich.<br />
Il concetto <strong>di</strong> arrampicata sportiva è strettamente<br />
legato a quello <strong>di</strong> arrampicata libera, <strong>di</strong>sciplina ben<br />
precedente al '76, l'anno del rotpunkt<br />
(bollo rosso),<br />
Paul Preuss in generale e sulla est del basso in<br />
particolare, Emilio Comici e Bruno Detassis per tutta<br />
la vita, Cesare Maestri, Walter Bonatti ed Herman<br />
Buhl in gioventù, praticarono l'arrampicata libera più<br />
spinta del loro periodo <strong>di</strong>ventando<br />
inconsapevolmente precursori dell'arrampicata<br />
sportiva. Il sistematico rifiuto <strong>di</strong> mezzi artificiali per<br />
progre<strong>di</strong>re su una parete, è la regola fondamentale<br />
dell'arrampicata sportiva.<br />
Il primo maestro consapevole fu però John Gill,<br />
proveniente dalla ginnastica negli anni '50 introdusse<br />
l'uso della magnesite e la tecnica d'arrampicata<br />
<strong>di</strong>namica, alcuni suoi passaggi sono oggi valutati<br />
attorno al 6c.<br />
Pochi anni dopo, mentre in Europa si continuava a<br />
rischiare la pellaccia sulle fredde o marce pareti<br />
alpine scalabili 4 mesi all'anno o poco più, in Yosemite<br />
si intuì le potenzialità <strong>di</strong> una valle arrampicabile quasi<br />
in qualsiasi stagione che portò in breve i locals<br />
ad<br />
essere superallenati: Royal Robbins cavalcava già le<br />
fessure <strong>di</strong> 6b, forte dell'invenzione dei nuts<br />
e delle<br />
tecniche d'incastro.<br />
Intanto in Europa Reinhold Messner sul Sass dla Crusc<br />
sfidando strizza e l'ignoto sopra la cengia, imbroccava<br />
la corretta sequenza <strong>di</strong> mani e pie<strong>di</strong> su un passaggio <strong>di</strong><br />
4 metri <strong>di</strong> 7a con parecchio vuoto sotto alle chiappe e<br />
tanto coraggio nella punta delle <strong>di</strong>ta e tanta fiducia negli<br />
scarponi da pelle d'oca. Da decenni si <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> quei 4<br />
metri, oggi pare che Messner avesse avuto ragione <strong>di</strong><br />
quel passaggio. Giù il cappello.<br />
Siamo a metà anni '70, un ragazzino tedesco dello<br />
Jura poco più che ventenne <strong>di</strong> nome KurtAlbert, ebbe<br />
la semplice ma efficace idea <strong>di</strong> contrassegnare<br />
all'attacco delle vie percorribili in libera un punto<br />
rosso, nacque così il rotpunkt ( red point<br />
), 1976.<br />
Ma è ancora Yosemite a spingere il limite dell'epoca,<br />
capace <strong>di</strong> garantire a fuoriclasse come Bachard, Long<br />
e Kauk il terreno <strong>di</strong> gioco ideale alle loro scorribande<br />
verticali. Salgono Astroman<br />
, 900 metri con punte <strong>di</strong> 7a<br />
tutto in libera. Kauk sale un 7b+ già nel '77 e libera<br />
“ Separate Reality<br />
” nel 78 (”solo” 7a... ma terribilmente<br />
esposto). Sempre Yosemite, Ray Jar<strong>di</strong>ne sale un 7c+<br />
mentre si <strong>di</strong>letta da ingegnere a concepire i friends<br />
che<br />
Kauk userà per proteggersi sulle sue ascensioni<br />
estreme; Bachard azzarda oltre arrivando slegato al 7c.<br />
Inizio anni 80, i migliori scalatori si chiamano Manolo,<br />
Berhault, Moffat, vicinissimi all'8a che però è da tutti la<br />
soglia traguardata da Tony Yaniro. Manolo nell'81 sale<br />
“ Il Mattino Dei Maghi<br />
” 40 metri, pochissime protezioni <strong>di</strong><br />
cui 2 sole solide, 7c+, un talento mici<strong>di</strong>ale. Fanatico <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ete e allenamenti estremi, c'erano perio<strong>di</strong> in cui<br />
mangiava 2 mele al giorno, non beveva…<br />
A metà anni 80 compare sulla scena un ragazzotto<br />
tedesco, Wolfgan Glullich, meno talentuoso <strong>di</strong> Manolo,<br />
Edlinger e Glowacz, ma fortissimo fisicamente; salirà<br />
“ punks in the gym<br />
” nell'85, 8b+.<br />
Le Menestrel sale “ le rose et le vampire<br />
” a Buoux 8b+,<br />
Gullich sfiora l'8c con “ ghetto blaster<br />
”, Gallo sale<br />
Hyaena<br />
a Finale 8b+…<br />
Le star<br />
che cercano l'8c e l'8a “a vista” si chiamano<br />
Mariacher, Moon, Glowacz, Manolo, Gullich, Moffat,<br />
Edlinger, Berhault, Le Menestrel…<br />
Berhault sale “ Toite d'Agoust<br />
” e si <strong>di</strong>ce che sia la via più<br />
<strong>di</strong>fficile del mondo, arrivano i fratelli Nicole<br />
e la salgono<br />
in poche ore…<br />
Il primo 8c è <strong>di</strong>scusso fra mala interpretazione dei gra<strong>di</strong>,<br />
Manolo che sgrada, Ben Moon che <strong>di</strong>chiara l'8c+…<br />
Nell'85 iniziano le gare ufficiali, la storica prima e<strong>di</strong>zione<br />
si svolgerà a Bardonecchia, su roccia naturale e le<br />
e<strong>di</strong>zioni si ripeteranno fino ad oggi, dove il calendario<br />
vede tappe in tutto il modo, la più prestigiosa ad Arco,<br />
da sempre punto <strong>di</strong> riferimento mon<strong>di</strong>ale<br />
dell'arrampicata sportiva.<br />
Inizio anni '90, Gullich torna da un viaggio in<br />
Patagonia dove sulle torri del Paine sale l'allucinante<br />
viaggio <strong>di</strong> “ Riders On The Storm<br />
” prende una porta <strong>di</strong><br />
garage in lamiera, la appende in camera e inizia ad<br />
allenarsi lanciandosi da una un'onda orizzontale<br />
all'altra; spitta uno strapiombo <strong>di</strong> 45° in Jura e sale<br />
Action Directe<br />
, il primo 9a della storia, facendo or<strong>di</strong>ne<br />
alla rincorsa ai gra<strong>di</strong> e fissando uno standard<br />
parecchio avanti sui tempi. Morirà in un incidente<br />
d'auto l'anno successivo, lasciando il dubbio <strong>di</strong> non<br />
aver avuto il tempo <strong>di</strong> poter esprimere appieno il<br />
proprio potenziale.<br />
La storia cede il passo alla cronaca, fatti dell'altro ieri<br />
o comunque scritta da protagonisti tuttora in attività. I<br />
nuovi fenomeni si chiamano Rhouling che <strong>di</strong>chiarò il<br />
primo 9b nel 1995 con Akira<br />
seguito da una fila <strong>di</strong><br />
polemiche non ancora risolte anche se i video visibili<br />
in rete lasciano pochi dubbi sull'eccezionale talento<br />
del francese, i video <strong>di</strong> “L 'Otre Cotè Du Ciél<br />
” e la salita<br />
<strong>di</strong> “ Mandallaz Drive<br />
”, entrambe 9a+, costringono<br />
vecchi detrattori a rivedere le loro valutazioni.<br />
Bernabè Fernandez salirà uno strapiombo <strong>di</strong> 80 metri<br />
gradandolo 9b+ ma che susciterà subito i dubbi degli<br />
addetti ai lavori e verrà definita un'altra regola non<br />
scritta del gioco: le vie non devono superare i 40 metri <strong>di</strong><br />
lunghezza, non fosse altro per la <strong>di</strong>fficoltà a reperire<br />
corde superiori agli 80 metri... ad onor <strong>di</strong> cronaca va<br />
detto che Daniel Andrada (uno con una decina <strong>di</strong> 9a<br />
nelle <strong>di</strong>ta) proverà la via definendola “allucinante”.<br />
Anche qui per fare or<strong>di</strong>ne serve una figura <strong>di</strong> riferimento<br />
e Chris Sharma si caricherà <strong>di</strong> questo “peso” stabilendo<br />
il nuovo standard per le super-vie: “ La Realizzazion<br />
”,<br />
un in<strong>di</strong>scusso 9a+ pochi mesi fa in libera, proposto 9b in<br />
attesa <strong>di</strong> conferma.<br />
Il nuovo fenomeno si chiama però Adam Ondra<br />
capace a 17 anni <strong>di</strong> aver già stravolto le tappe su cui<br />
altri si sono scornati per decenni, tanti 9a in<br />
saccoccia, più <strong>di</strong> un 9 a+ e soprattutto le salite a vista<br />
<strong>di</strong> Hotel Supramonte in terra sarda e WOGU<br />
in<br />
Ratikon, la supervia <strong>di</strong> Beat Kammerlander de<strong>di</strong>cata<br />
a WOlfgan GUllich per decenni in attesa della prima<br />
libera, con una successione <strong>di</strong> tiri che le nuove leve<br />
dovrebbero recitare come un rosario da 300 e passa<br />
metri e 10 tiri che fanno 6a+, 6c, 6c+, 8c, 7c+, 8c, 8b,<br />
8b+, 8a+, 7c+ (!).<br />
Un sacco <strong>di</strong> ragazzini si stanno rincorrendo a 13 anni<br />
su pareti marchiate 9a, un incremento <strong>di</strong> livello dovuto<br />
alla <strong>di</strong>ffusione della <strong>di</strong>sciplina arrampicata che è così<br />
in grado <strong>di</strong> pescare talenti da un bacino d'utenza<br />
decisamente meno ristretto <strong>di</strong> un tempo, dove a<br />
scalare erano tre gatti.<br />
Da uno <strong>di</strong> questi 3 vecchi gatti ci arriva notizia via web<br />
della salita al Baule <strong>di</strong> una via chiamata Eternit<br />
, su<br />
“non appigli” che solo un mago potrebbe salire, un<br />
mago <strong>di</strong> 54 anni che si chiama Maurizio Zanolla e che<br />
tutti conoscono per uno spot vecchio <strong>di</strong> vent'anni e<br />
per il nome d'arte, Manolo appunto. Giù il cappello, <strong>di</strong><br />
nuovo.<br />
Stefano Azzali<br />
Aspirante Istruttore, Scuola Moccia Morari