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Arg<strong>il</strong>li, Pinga e Taddei. Tre nomi che<br />

hanno in comune la condizione di ‘ex’, ciascuno<br />

con la propria storia personale, la<br />

propria personalità. Da quella del difensore-centrocampista<br />

che in 9 anni scala i vertici<br />

del calcio nazionale con gli stessi colori,<br />

a quella dei due bras<strong>il</strong>iani che per la<br />

prima volta hanno fatto sentire importanti<br />

ed orgogliosi anche i tifosi del Siena. E da<br />

questi amati e vezzeggiati, al pari del primo.<br />

Ora di ciascuno resta un ricordo diverso,<br />

che suscita reazioni contrastanti, perché<br />

diversa è stata la loro sensib<strong>il</strong>ità, <strong>il</strong><br />

modo di approcciarsi ad un distacco che<br />

nel calcio è consuetudine, è vero, ma che<br />

dev’essere sempre improntato al rispetto.<br />

ARGILLI,<br />

UNO DI NOI<br />

Siamo sinceri:<br />

la partenza del mercato<br />

non è stata<br />

delle migliori. Rinunciare<br />

così a<br />

cuor leggero ad una<br />

delle rare bandiere<br />

dell’ultimo decennio<br />

e fra le più amate della storia bianconera,<br />

è stata una mossa che ha sorpreso<br />

un po’ tutti, ma soprattutto quei tifosi che<br />

qualche ora prima gli avevano dedicato<br />

addirittura un club. Anche sul piano della<br />

forma, perché se <strong>il</strong> giocatore non rientrava<br />

più nei piani della società sarebbe stato<br />

più elegante parlarci subito ed evitare<br />

quell’imbarazzante s<strong>il</strong>enzio che ha indotto<br />

poi lo stesso Arg<strong>il</strong>li a guardarsi intorno ed<br />

a firmare per <strong>il</strong> miglior offerente, risultato<br />

poi <strong>il</strong> Modena.<br />

Ma al di là della trascuratezza di certi<br />

rapporti personali (denunciata dallo stesso<br />

giocatore in una lettera di commiato<br />

abbastanza adirata nei confronti della società),<br />

è proprio sul piano tecnico-sportivo<br />

che la mossa non c’è piaciuta. Quello che<br />

per anni è stato un autentico jolly della<br />

squadra senese, forse non avrebbe garantito<br />

nella prossima stagione <strong>il</strong> rendimento<br />

offerto nell’ultima (ma s’era detto anche in<br />

occasione del passaggio in serie B e poi in<br />

serie A…), ma di un elemento disposto a<br />

giocare in tutti i ruoli dal centrocampo in<br />

giù (escluso <strong>il</strong> portiere); che non fa storie<br />

se c’è da andare in panca o in tribuna, ma<br />

soprattutto in grado di garantire sempre<br />

un attaccamento alla maglia non comune,<br />

quanti ce ne sono in giro? Senza contare<br />

che di un elemento con queste caratteristiche,<br />

De Canio avrà comunque bisogno<br />

nell’arco del campionato.<br />

Peccato, perché in queste due prime<br />

stagioni di serie A <strong>il</strong> riminese aveva dimostrato<br />

che volontà ed impegno possono<br />

supplire a qualsiasi limite tecnico. Quest’anno<br />

si è perfino superato, con 24 presenze<br />

e 3 gol (di cui uno in faccia a Maldini<br />

a San Siro, uno nel ‘set’ vincente di<br />

Livorno e l’ultimo quello valevole per la<br />

Sia pure per motivi diversi, i casi di Arg<strong>il</strong>li, Pinga e Taddei<br />

lasciano l’amaro in bocca alla tifoseria bianconera<br />

A.A.A.<br />

riconoscenza cercasi<br />

salvezza con l’Atalanta). Insomma un elemento<br />

che meritava sicuramente qualcosa<br />

di più dalla società nella quale e con la<br />

quale è cresciuto. Ma la riconoscenza, si<br />

sa, non è di questo mondo.<br />

‘Arg<strong>il</strong>lone’ lascia <strong>il</strong> Siena con un bottino<br />

del tutto invidiab<strong>il</strong>e di 226 presenze e<br />

12 gol, quarto assoluto di tutti i tempi dietro<br />

a Mignani, Tosolini e Monguzzi. Particolare<br />

non trascurab<strong>il</strong>e: quando non è<br />

stato fermato da infortuni particolarmente<br />

gravi, ha collezionato fra i 32 ed i 37 gettoni<br />

a stagione. Quindi uno che ha sempre<br />

fatto della continuità <strong>il</strong> suo maggior pregio.<br />

Per tutti questi motivi, c’ è sembrata<br />

quantomeno ipocrita la decisione di ritirare<br />

quella maglia numero 8 che ha indossato<br />

con tanta dignità dal 1996 ad oggi. Bastava<br />

presentargli uno straccio di<br />

contratto!<br />

PINGA:<br />

LONTANO DAGLI<br />

OCCHI…<br />

A proposito di<br />

riconoscenza. Se<br />

Arg<strong>il</strong>li pensava intimamente<br />

di meritarla,<br />

<strong>il</strong> bras<strong>il</strong>iano<br />

non sa neppure<br />

dove sta di casa.<br />

Raggiunta la serie A con <strong>il</strong> Torino (finito poi<br />

come sappiamo, e di questo tutti i sinceri<br />

sportivi devono dispiacersi), se n’è uscito<br />

infatti con una frase che poteva proprio risparmiarsi<br />

e che suonava più o meno così:<br />

“…questa promozione è semplicemente<br />

meravigliosa, assolutamente non paragonab<strong>il</strong>e<br />

con quella che avevo conquistato a<br />

Siena quand’ero in prestito: anche se <strong>il</strong><br />

Siena non era mai arrivato prima in A…”<br />

A parte l’opportunità di cancellare con<br />

un colpo di spugna un’esperienza così<br />

fondamentale per la maturazione dell’uomo<br />

e del calciatore, possib<strong>il</strong>e che un elemento<br />

che non ha neppure la fama di<br />

grande parlatore, apra bocca per dire queste<br />

cose? E poi di Siena e del Siena, che<br />

l’hanno accolto con un entusiasmo ed un<br />

calore, decisivi anche per <strong>il</strong> suo r<strong>il</strong>ancio<br />

sportivo. Oppure si è già dimenticato dei<br />

precedenti trascorsi granata, definiti con i<br />

peggiori aggettivi quando vestiva <strong>il</strong> bianconero<br />

(che sia un vizio, allora?). Evidentemente<br />

è possib<strong>il</strong>e, ma a differenza del<br />

caso Arg<strong>il</strong>li nel suo è la società, e soprattutto<br />

i tifosi, a sentirsi colpiti da un’uscita<br />

che giudicare infelice è troppo poco.<br />

TADDEI, COME<br />

VOLEVASI<br />

DIMOSTRARE<br />

Strano forse no,<br />

ma curioso sì. Nel<br />

momento in cui <strong>il</strong><br />

bras<strong>il</strong>iano ha rifiutato<br />

<strong>il</strong> rinnovo del<br />

contratto propostogli<br />

da De Luca, la<br />

convinzione di tutti è stata quella che <strong>il</strong><br />

giocatore si fosse già promesso alla<br />

Roma. A parte l’errore di non averlo firmato<br />

in tempi non sospetti, cioè con largo anticipo<br />

rispetto alla scadenza del contratto<br />

stesso, tutto l’enturage del bras<strong>il</strong>iano si è<br />

preoccupato da settembre in poi di una<br />

cosa sola: smentire <strong>il</strong> presunto accordo<br />

con Sensi. Tanto è vero che dopo <strong>il</strong> suo<br />

reintegro in squadra si è (si sarebbe…) accentrato<br />

su di lui l’interesse di mezza serie<br />

A: dall’Inter alla Juventus. Insomma l’ipotesi<br />

giallorossa si è andata via via def<strong>il</strong>ando<br />

fino a scomparire quasi del tutto. Intanto<br />

<strong>il</strong> giocatore chiude <strong>il</strong> campionato in<br />

sordina, non br<strong>il</strong>la com’e nelle sue possib<strong>il</strong>ità,<br />

si lascia impartire lezioni di combattività<br />

da Tudor (che a retrocedere non ci<br />

sta proprio), dà l’impressione che la testa<br />

ormai sia altrove.<br />

Poi la sorpresa (si fa per dire): si apre<br />

ufficialmente <strong>il</strong> mercato e Taddei finisce<br />

puntualmente alla corte di Spalletti, anzi è<br />

fra i primi ad accasarsi in un mercato che<br />

si trascina stancamente per tutta l’estate.<br />

Ora non ci sono più remore, la pantomima<br />

è finita, e pazienza se i tifosi bianconeri<br />

sono stati presi in giro per mesi: sbagliamo,<br />

o questa ipotesi era stata sempre<br />

sdegnatamente rigettata sia dal giocatore<br />

che dal suo procuratore? E come mai<br />

quello che tutti avevano già intuito fin dal<br />

primo momento, si è poi regolarmente verificato?<br />

Beffati sì, ma scemi no.<br />

Ora non ci resta che una speranza:<br />

che al primo gol in giallorosso <strong>il</strong> bras<strong>il</strong>iano<br />

ci risparmi <strong>il</strong> movimento della mano sotto<br />

la maglia all’altezza del cuore che nel<br />

Siena aveva un significato preciso, mentre<br />

con un’altra suonerebbe decisamente<br />

blasfemo.<br />

Arg<strong>il</strong>li, Pinga e Taddei. Tre modi di<br />

comportarsi, tre modi di intendere un rapporto<br />

che si è spezzato. I tifosi sapranno<br />

fare tesoro di questa lezione. ■<br />

ca l c i o 19

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