I nuovi Vladimer Boisa (pagina precedente) e Rimantas Kaukenas (sotto). 40 ba s ke t uomo, come ad esempio l’acquisizione del georgiano neo-sloveno Vladimer Boisa, uno di quei colpi passati quasi in s<strong>il</strong>enzio, ma che hanno un valore aggiunto notevolissimo vista la giovane età del giocatore, le sue caratteristiche tecniche e non ultimo l’esperienza coltivata già da diversi anni ai massimi livelli. L’arrivo di Boisa è proprio l’emblema di come ci si deve muovere per arginare la lievitazione dei prezzi determinata dalla concorrenza, infatti la trattativa con l’ex giocatore di Lubiana è stata siglata formalmente nel corso della stagione a prezzi senza dubbio molto più bassi rispetto a quanto sarebbe potuto accadere a fine stagione, quando soggetti futurib<strong>il</strong>i come Boisa diventano prede pressoché impossib<strong>il</strong>i da afferrare. Ma Boisa non è l’unico rinforzo puntato e centrato dalla Montepaschi. L’idea di rifondare pressoché totalmente <strong>il</strong> gruppo vittorioso lo scorso campionato, è maturata nel corso della stagione, causando la progressiva perdita di stimoli di molti di quei protagonisti, unita alla scarsa volontà di sentirsi partecipi di un progetto intrigante, ma indubbiamente diffic<strong>il</strong>e come quello che prevedeva l’innesto di Myers. Un processo, quello di rifondare la squadra, che è tanto logico oggi, quanto non lo sarebbe stato un anno fa. E sinceramente l’esperienza vissuta in questo momento post scudetto da Bologna, non induce a pensare che sarebbe stato meglio operare allora quei cambiamenti che la situazione di fine campionato ha reso oggi necessari. L’unica vera certezza che emerge, rafforzata dalle vicende che hanno interessato la Fortitudo Bologna, è che non puoi trattenere un giocatore che non vuole più restare. È capitato quest’anno con i vari Bas<strong>il</strong>e e Smodis, ma è successo anche alla Mens Sana con Andersen lo scorso anno. E questa è la constatazione più evidente: che non esistono più giocatori che vivono la sintonia con <strong>il</strong> proprio club in maniera assoluta. Di bandiere, intese come uomini simbolo di una squadra, ormai non ce ne sono più, oggi contano soprattutto le motivazioni ed è in queste pieghe che si devono trovare gli stimoli giusti. In tal senso la strada intrapresa in viale Sclavo in questa estate, ricalca moltissimo quanto fatto due stagioni or sono: prendere giocatori di rendimento da un lato e allo stesso tempo valorizzare quanto di meglio può venire dal campionato italiano e non solo, alla ricerca di quei giocatori sullo st<strong>il</strong>e di Vanterpool che hanno rappresentato quel quid in più necessario a valorizzare un buon mix atletico e di talento. Non a caso tra gli uomini di sicuro rendimento sono arrivati giocatori come Kaukenas e Stonerook (quest’ultimo da italiano, cosa tutt’altro che trascurab<strong>il</strong>e), che nei loro trascorsi canturini hanno dato sostanza al gioco brianzolo in ogni parte del campo; come Boisa, giocatore da quasi 16 punti e 6 rimbalzi di media in Eurolega. Ma sono arrivati anche giocatori come Woodward, autore di una stagione eccellente e soprattutto di playoff da favola con la maglia di Roseto, che può essere, con le debite differenze tecniche, <strong>il</strong> nuovo Vanterpool; o lo stesso Pec<strong>il</strong>e, autore di due stagioni ottime in Spagna, che ritorna in Italia per riprendersi un ruolo di sicuro protagonista, già suo, peraltro, ad inizio carriera. Carriera già ricca di buone affermazioni personali, nonostante i soli 25 anni, insieme a qualche delusione. Circostanze che oggi potrebbero averlo reso ancor più forte rispetto alle aspettative iniziali, che già lo avevano proposto all’attenzione con la maglia azzurra ai campionati Europei in Turchia nel 2001. Quella del progressivo abbattimento dell’età media della squadra è comunque una caratteristica essenziale del nuovo gruppo a disposizione di Recalcati, con Chiacig e Zukauskas a fare da chiocce. Il resto del gruppo è tutto sotto i trenta anni, quindi un organico molto futurib<strong>il</strong>e, con giocatori in piena evoluzione che possono rappresentare delle vere e proprie sorprese. È un po’ <strong>il</strong> caso, ad esempio, del nuovo play Ham<strong>il</strong>ton, neo vincitore del campionato spagnolo con la canotta del Real Madrid, con la quale ha disputato l’ep<strong>il</strong>ogo della stagione iberica. Un giocatore di cui si parla molto bene per la consistenza difensiva e per l’ab<strong>il</strong>ità nel fornire assist, ma le sue cifre offrono anche la dimensione di una crescita costante anche in chiave offensiva, potenzialmente <strong>il</strong> suo limite più evidente e che potrebbe essere meno marcato di quanto le sue statistiche possano far pensare. Nel suo complesso la Montepaschi sembra squadra molto ben b<strong>il</strong>anciata; dietro Ham<strong>il</strong>ton, Pec<strong>il</strong>e e lo stesso Woodward garantiscono spinta e capacità di gestione della palla ad ottimi livelli. L’ex rosetano, in coppia con Kaukenas, offre pericolosità sia sul perimetro che in avvicinamento al canestro, Boisa e Stonerook possono tranqu<strong>il</strong>lamente fare <strong>il</strong> Galanda della situazione (e sicuramente anche di più, specie considerando l’ultima annata del neo-m<strong>il</strong>anese) giocando tranqu<strong>il</strong>lamente sia spalle a canestro che fronte, fondendosi con Eze e Chiacig in un reparto lunghi tosto fisicamente e assolutamente intercambiab<strong>il</strong>e, come è nella f<strong>il</strong>osofia di gioco di Recalcati. A ciò si aggiunge una matrice difensiva certa, che scaturisce proprio dalle caratteristiche dei singoli che, o vengono da realtà dove la disciplina difensiva era un credo (vedi gli ex canturini), o altrimenti si portano dietro caratteristiche personali in grado di dare già consistenza nella propria metà campo al progetto senese. In molti speravano che l’ultimo tassello del mosaico disegnato da Minucci potesse essere un nome più esaltante di quanto non sia <strong>il</strong> neo biancoverde Melvin Sanders, ma a parte la considerazione che l’identikit tracciato del giocatore richiesto si ritaglia perfettamente con le caratteristiche dell’ex varesino, occorre dire che al pari di Ham<strong>il</strong>ton, anche nel caso di Sanders (anch’egli ventiquattrenne), ci troviamo di fronte ad un giocatore completo, fisicamente validissimo e soprattutto in crescita, come dimostra la sua convocazione ai trials americani per la preparazione ai campionati statunitensi. Intanto tutti ci auguriamo che sia veramente l’anno della consacrazione di Benjamin Eze e quello del lancio concreto di Luigi Datome, i giocatori forse più vicini alla NBA dell’intero gruppo biancoverde. Un organico quello senese che partirà con l’handicap di conoscersi in maniera tangib<strong>il</strong>e solo pochi giorni prima del campionato, ma questo è un problema che ormai Simone Pianigiani ha dimostrato di saper gestire al meglio nel corso della prima parte della preparazione e che poi Recalcati, con pazienza, risolverà nell’arco della stagione, <strong>il</strong> tutto facendo leva sulla voglia di emergere di tanti protagonisti di questo gruppo, cosa sulla quale ha scommesso forte la dirigenza senese e sulla quale anche noi siamo pronti a scommettere. ■
Shaun Stonerook, ala ba s ke t 41
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