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P26<br />
OPINIONI A CONFRONTO<br />
EDITORIALI<br />
&COMMENTI<br />
info@ucei.it - www.moked.it<br />
Non ti straniare dall’ebraismo<br />
“Il tuo ingresso in Svizzera è avvenuto illegalmente, e, perciò, non esiste un tuo diritto<br />
a rimanervi. Il ‘diritto di asilo’ per cui ti è stata concessa l’ospitalità, non rappresenta<br />
un obbligo nei tuoi confronti, ma semplicemente la facoltà della Confederazione<br />
elvetica di accoglierti”.<br />
Sembrano frasi molto dure e perentorie, soprattutto se ricordiamo che quel “non obbligo”,<br />
quell’accoglienza non dovuta, poteva rappresentare per gli ebrei l’unica possibilità<br />
di sopravvivenza. Stupisce perciò pensare che quelle frasi provengono da altri ebrei:<br />
costituiscono infatti l’inizio di un memento in forma di decalogo che apre un Vademecum<br />
del rifugiato civile stampato dall’Unione svizzera dei Comitati ebraici di Assistenza<br />
ai rifugiati, probabilmente nel 1944, trovato tra le carte di famiglia. In realtà<br />
la durezza di questo memento è un ossequio dovuto alle autorità svizzere e ci ricorda<br />
le difficoltà in cui si dibattevano gli ebrei elvetici, schiacciati tra la rigida politica di<br />
accoglienza del proprio governo e il desiderio di salvare la vita al maggior numero<br />
possibile di persone. Il vero spirito che anima il Vademecum si evince quindi non dal<br />
memento ma dall’introduzione, intitolata “Benvenuto”: “Benvenuto sii tu. Se anche<br />
non ti conoscevamo personalmente, ti abbiamo lo stesso aspettato con ansia, accolto<br />
con gioia; perché ogni uomo il quale, sfuggendo ad un atroce destino, trova asilo in<br />
questa terra libera e generosa, è tutto un mondo salvato, tutta una somma di vita e di<br />
lavoro conservata per il futuro”.<br />
Credo non sia casuale il riferimento alla nota frase talmudica (Sanedrin 37a) secondo<br />
cui chi salva una vita è come se salvasse un mondo intero. Anche l’ottavo punto del<br />
memento contiene un orgoglioso invito a riscoprire la propria cultura ebraica, forse<br />
non scontato in quegli anni, che credo meriti di essere letto per intero: “La tua appartenenza<br />
all’ebraismo ti impone particolari doveri di riserbo, di tolleranza, di amore<br />
verso il prossimo. In ogni tuo simile vedi sempre un fratello ed un eguale, senza distinzioni<br />
o differenze. Il popolo ebraico, di cui fai parte, ha i suoi principi, le sue tradizioni,<br />
le sue norme di vita, alle quali vorrai sempre ispirarti. Primo tuo dovere è<br />
quello di eseguire opere buone. Milioni di ebrei sono stati trucidati, deportati o seviziati<br />
in questi ultimi anni per la loro fede che è la tua. Né la tragedia d’Israele è finita. Non<br />
pensare di poterti straniare dall’ebraismo, dalla sua vita, dal problema ebraico, con<br />
un facile, quanto empirico, ottimismo. Educa il tuo pensiero e il tuo spirito a una<br />
maggiore comprensione della cultura e della vita ebraica. Se sei in grado, hai l’obbligo<br />
di aiutare i tuoi fratelli in tale opera di elevazione”.<br />
Anna Segre<br />
insegnante<br />
Pagine Ebraiche – il giornale dell’ebraismo italiano<br />
Pubblicazione mensile di attualità e cultura dell’Unione delle Comunità ebraiche Italiane<br />
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20063 Cernusco sul Naviglio (MI)<br />
QUESTO NUMERO È STATO REALIZZATO GRAZIE AL CONTRIBUTO DI<br />
Davide Assael, Ilana Bahbout, Angelica Bertellini, David Bidussa, Rossella Bottini Treves, Giuseppe Caldarola,<br />
Michael Calimani, Anselmo Calò, Gheula Canarutto Nemni, Claudia De Benedetti, Micaela Del Monte, Miriam<br />
Della Pergola, Sergio Della Pergola, Anna Deutsch, Annalisa Di Nola, Gabriele Di Segni, Rav Gianfranco Di Segni,<br />
Rav Riccardo Di Segni, Giulio Disegni, Manuel Disegni, Lucilla Efrati, Anna Foa, Elena Gantz, Avivit Hagby, Anna<br />
Levi, Aviram Levy, Odelia Liberanome, Rav Adolfo Locci, Francesca Matalon, Anna Momigliano, Elena Mortara,<br />
Reuven Ravenna, Daniel Reichel, Susanna Scafuri, Alessandro Schwed, Luisella Schreiber Segre, Anna Segre,<br />
Rachel Silvera, Adam Smulevich, Rav Alberto Moshe Somekh, Simone Somekh, Federico Steinhaus, Rossella<br />
Tercatin, Ada Treves, Claudio Vercelli, Ugo Volli.<br />
I disegni che accompagnano le pagine dell'intervista e degli editoriali sono di Giorgio Albertini.<br />
“PAGINE EBRAICHE” É STAMPATO SU CARTA PRODOTTA CON IL 100 % DI CARTA DA MACERO SENZA USO DI CLORO E DI IMBIANCANTI OTTICI.<br />
QUESTO TIPO DI CARTA È STATA FREGIATA CON IL MARCHIO “ECOLABEL”, CHE L’ UNIONE EUROPEA RILASCIA AI PRODOTTI “AMICI DELL’AMBIENTE”,<br />
PERCHÈ REALIZZATA CON BASSO CONSUMO ENERGETICO E CON MINIMO INQUINAMENTO DI ARIA E ACQUA. IL MINISTERO DELL’AMBIENTE TEDESCO<br />
HA CONFERITO IL MARCHIO “DER BLAUE ENGEL” PER L’ALTO LIVELLO DI ECOSOSTENIBILITÀ, PROTEZIONE DELL’AMBIENTE E STANDARD DI SICUREZZA.<br />
ú– LETTERE<br />
Sono passati ormai più di due mesi da<br />
quando rav Jonathan Sacks è venuto<br />
a Roma, incontrando la Comunità<br />
ebraica presso il Beth-El, ma l’esperienza<br />
di “incontro” che ho vissuto insieme<br />
al resto del pubblico femminile<br />
non è stata mai finora raccontata. Dato<br />
che nel numero di gennaio di Pagine<br />
Ebraiche si segnala questa visita,<br />
senza però far cenno a questo aspetto<br />
dell’avvenimento, e data l’attualità<br />
del dibattito su quanto accade in alcuni<br />
contesti ultraortodossi in Israele,<br />
vorrei riferire quanto successo qui in<br />
Italia, e di cui sono stata testimone.<br />
DELLA PERGOLA da P25 /<br />
grazie alla grande bravura del governatore<br />
della banca centrale Stanley<br />
Fisher che è riuscito a contenere i<br />
danni della recessione del 2008-2009<br />
e ha saputo far ripartire la crescita<br />
del paese meglio di molti altri. Poi,<br />
trovatosi di fronte all’inattesa protesta<br />
populista e a dire il vero molto<br />
sconnessa e confusa dell’estate scorsa,<br />
il governo ha colto l’occasione per<br />
lanciare al pubblico alcune importanti<br />
concessioni, come la riforma dei salari<br />
dei medici, la miglioria dello sta-<br />
www.moked.it<br />
Ammirando molto gli scritti di rav<br />
Sacks (particolarmente importante è<br />
il suo volume The Dignity of Difference),<br />
ho apprezzato la possibilità di poterlo<br />
ascoltare godendo della sua presenza<br />
in Italia. Ma l’incontro di domenica<br />
11 dicembre 2011 al Beth-El ha<br />
avuto dei risvolti che non possono essere<br />
taciuti, per il fatto in sé e le indicazioni<br />
che se ne possono dedurre.<br />
Si trattava non di una funzione religiosa,<br />
ma di una semplice conferenza,<br />
in cui il rabbino capo del Commonwealth<br />
avrebbe riferito sul perché della<br />
sua venuta in Italia; ciononostante, si<br />
è ritenuto necessario costringere le<br />
donne a salire nello spazio loro riservato<br />
in galleria per le funzioni religiose,<br />
spazio che non consente alcuna<br />
visione di chi parla. Le poche donne<br />
presenti si sono assiepate in piedi lungo<br />
la balaustra della galleria (si tratta<br />
di un enorme ex-cinema), per cercare<br />
di seguire quanto stava avvenendo, o<br />
tuto dei lavoratori precari e la copertura<br />
delle spese della presa in cura<br />
dei bimbi fino ai tre anni di età.<br />
Molto più problematico il bilancio<br />
sui temi del rapporto fra religione e<br />
Stato, e sul ruolo della giustizia nella<br />
società civile. Sul primo, gli estremismi<br />
e i ricatti dei circoli più integralisti<br />
hanno raggiunto i limiti del possibile,<br />
e pesano ormai come una pesante<br />
ipoteca sulla popolarità del governo.<br />
Sul tema dell’indipendenza<br />
della giustizia (di cui a volte si è sentito<br />
parlare anche in Italia), l’attacco<br />
n. 3 | marzo 2012 pagine ebraiche<br />
Una separazione senza giustificazioni<br />
ú–– Elèna Mortara<br />
Università<br />
di Roma<br />
Tor Vergata<br />
Il valore essenziale della Tzeniut<br />
ú–– Riccardo<br />
Di Segni<br />
rabbino capo<br />
di Roma<br />
È ben noto che nelle Sinagoghe ortodosse<br />
uomini e donne devono essere separati<br />
durante la preghiera. Ma le Sinagoghe<br />
ortodosse possono ospitare attività<br />
differenti dalla preghiera, come lezioni,<br />
assemblee, visite guidate, ascolti di musica<br />
religiosa. In questi casi la regola<br />
della divisione non è così netta e sono<br />
possibili diverse soluzioni. C’è chi non<br />
consente mai di essere mescolati, chi invece<br />
permette completa libertà. La variabilità<br />
dipende anche da altri fattori, come<br />
la natura dell’evento, la sensibilità e<br />
le abitudini del pubblico, le richieste dell’oratore<br />
ospite, l’affluenza scarsa o numerosa,<br />
l’architettura stessa della Sinagoga.<br />
Nella stessa città possono esserci<br />
consuetudini differenti, più o meno restrittive<br />
rispetto agli orientamenti del<br />
rabbinato centrale, sempre che esista un<br />
rabbinato centrale e che abbia dato disposizioni<br />
in merito. Al Tempio Maggiore<br />
di Roma la derashà del Sabato<br />
mattina alla fine della Tefillah, o altre<br />
lezioni rabbiniche, si svolgono con tutto<br />
il pubblico in platea, con le donne che<br />
scendono dal matroneo o escono dall’area<br />
delimitata dalla mechitzà, ma si<br />
siedono preferibilmente in file separate.<br />
In altre Sinagoghe uomini e donne si<br />
mescolano, in altre restano oltre la mechitzà.<br />
Nella decisione ha un peso importante<br />
il responsabile del Beth hakeneset<br />
che conosce meglio le consuetudini<br />
locali e gli umori delle persone. Anche<br />
perché, per quanto possano essere date<br />
disposizioni, c’è sempre chi protesta, o<br />
perché la disposizione è troppo divisoria<br />
o perché è troppo mescolata. Ma non è<br />
che a protestare per la divisione siano le<br />
donne, ormai è molto frequente che siano<br />
loro a cercare un’area separata.<br />
Nella Sinagoga Beth El di via Padova in<br />
molte occasioni si sono svolte riunioni<br />
di studio in cui donne e uomini si sono<br />
seduti tutti in platea ma in file separate.<br />
Quello che è successo per la lezione di<br />
rav Sacks (in cui il responsabile locale<br />
ha indirizzato le donne al matroneo) è<br />
stata quindi un’eccezione alla consuetudine.<br />
Si pensava ad un grande afflusso,<br />
che non c’è stato, e questo ha creato<br />
qualche turbamento e protesta.<br />
Il fatto è che, come viene osservato giustamente,<br />
nella Comunità di Roma c’è<br />
si sono condannate a una esperienza<br />
di semplice ascolto, privo di alcuna<br />
impressione di vero incontro.<br />
Non mi risulta che ciò sia avvenuto<br />
su richiesta dell’importante ospite,<br />
che certo non avrà goduto nel vedere<br />
il relativamente scarso numero di<br />
partecipanti in platea. Se la separazione<br />
uomini-donne è una condizione<br />
imposta dalla “sacralità del luogo” anche<br />
per le conferenze (cosa di cui dubito),<br />
mi auguro che questo luogo acquistato<br />
anche con il contributo della<br />
stessa Comunità non venga utilizzato<br />
in futuro per avvenimenti quali quello<br />
qui descritto.<br />
Auspico che le donne facciano sentire<br />
di più la loro voce e siano ascoltate<br />
con rispetto, e che la Comunità possa<br />
godere un giorno di luoghi di incontro<br />
confortevoli in cui uomini e donne<br />
possano riunirsi numerosi e discutere<br />
civilmente, senza essere discriminati<br />
in base al “genere”.<br />
solo una grande sala non sinagogale,<br />
che non sempre è disponibile; per eventi<br />
che dovrebbero raccogliere più di cento<br />
persone si è sempre alla ricerca di un<br />
ambiente e gli unici che offrono una soluzione<br />
sono le Sinagoghe più grandi,<br />
ma questo uso non è così automatico e<br />
scontato, e l’ambiente impone delle norme<br />
di rispetto. In questa discussione,<br />
che ringrazio per aver sollevato, non si<br />
deve ignorare che uno degli elementi<br />
sottostanti e originari è quello delle regole<br />
della tzeniùt (discrezione e riservatezza,<br />
prima ancora che modestia). Bisogna<br />
stare molto attenti a non trasformare<br />
la divisione in discriminazione, la separazione<br />
in segregazione. Ma il valore<br />
della tzeniùt, che riguarda sia gli uomini<br />
che le donne, e le loro relazioni, resta<br />
essenziale e fondante, anche se tutti i segnali<br />
dal mondo circostante vorrebbero<br />
convincerci che va buttato via. Andrebbe<br />
osservato in casa e per strada, in privato<br />
e in pubblico. Il caso della lezione<br />
di rav Sacks è stato accidentale.<br />
Ma il fatto che proprio nel luogo pubblico<br />
che merita più rispetto, il Beth haKeneset,<br />
si debba spesso mettere in continua<br />
discussione l’applicazione della tzeniùt<br />
merita una riflessione su come<br />
l’esterno agisce su di noi.<br />
all’ordine esistente viene condotto<br />
poprio dai giovani turchi governativi<br />
del Likud, con l’appoggio del ministro<br />
della giustizia in persona. Situazione<br />
quanto mai imbarazzante che<br />
peraltro ha creato finora meno danni<br />
di quanto gli architetti del piano avevano<br />
progettato.<br />
Ma tutto sommato, si respira in<br />
Israele un’atmosfera di fine stagione<br />
politica. Le elezioni previste nell’autunno<br />
del 2013 si avvicinano per<br />
molti motivi. Primo, la necessità di<br />
precedere le elezioni americane che