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P8 INTERVISTA<br />
ú–– Guido Vitale<br />
pagine ebbraiche Witz & humor<br />
Dopo tanti anni ti fai la mano, innesti<br />
il pilota automatico e affrontare<br />
un brusco cambiamento da<br />
un momento all'altro non è uno<br />
scherzo. Quando Silvio Berlusconi è<br />
salito al Quirinale per annunciare le<br />
dimissioni, in molti si sono chiesti<br />
come se la sarebbe cavata chi giorno<br />
dopo giorno lo aveva implacabilmente<br />
seguito e ritratto nella sua veste di<br />
presidente del Consiglio.<br />
Emilio Giannelli per raccontare come<br />
si sente in questi giorni prende<br />
la matita e in pochi tratti mette nero<br />
su bianco questa stagione del suo lavoro.<br />
Le figure di Andreotti, Bossi,<br />
Berlusconi, Bersani e Napolitano volano<br />
via dalla sua attenzione e al loro<br />
posto arriva in prima pagina Mario<br />
Monti. In prima pagina. Perché non<br />
importa chi sia l'inquilino di Palazzo<br />
Chigi, sta di fatto che la vignetta di<br />
Giannelli segna da<br />
vent'anni i sorrisi,<br />
ogni giorno della<br />
settimana, dei lettori<br />
del Corriere della sera.<br />
Ironico senza aggressività,<br />
pungente<br />
senza volgarità, il<br />
primo vignettista italiano<br />
si racconta a<br />
margine di una festa<br />
in Toscana fra vecchi amici e antichi<br />
compagni di classe.<br />
Si gode Siena nei fine settimana e via<br />
Solferino nei giorni lavorativi?<br />
Ma quale via Solferino, a Milano ci<br />
vado pochissimo, non mi muovo<br />
quasi mai dalla mia città.<br />
Come sarebbe, e tutti questi personaggi<br />
che appaiono sulle vignette,<br />
quando li frequenta?<br />
Li vedo con gli occhi con cui li guarda<br />
la gente comune. È la gente comune<br />
che mi serve di frequentare per<br />
fare le vignette, non i potenti. È da<br />
loro che ho imparato il senso dello<br />
Ognuno conta a modo suo. Tirava<br />
aria di Mani pulite. Al centralino<br />
del giornale arrivò una telefonata.<br />
Dall'altra parte c'era qualcuno che<br />
si qualificò come un grande leader<br />
della prima Repubblica. Solo poche<br />
parole perentorie: “Dite a Giannelli<br />
che conto ancora”. La risposta<br />
non si fece attendere. Dopo pochi<br />
giorni, quando i giornali riportavano<br />
l'emissione del terzo avviso<br />
di garanzia, nella vignetta del<br />
giorno appariva lo stesso personaggio<br />
con tre pezzi di carta in<br />
SIENA E’ IL MIO OSSERVATORIO PRIVILEGIATO<br />
spirito, che colgo le battute.<br />
Il senso dello spirito è una caratteristica<br />
di voi toscani?<br />
Non saprei, forse sì. Certo è che dalla<br />
gente incontrata per strada ogni giorno<br />
se ne sentono di tutti i colori. E<br />
si colgono espressioni uniche.<br />
Per esempio?<br />
Proprio in questi giorni me ne sono<br />
capitate due. Andando sotto casa a<br />
comprarmi un pezzo di formaggio<br />
ho sentito un tale rivolgersi ad alta<br />
voce al commerciante che metteva<br />
sulla bilancia qualche foglio di carta<br />
senza segnare la tara in questi termini:<br />
“Piano, piano, non ce la mettere<br />
tutta questa carta, con quello che ti<br />
costa”.<br />
Andando a fare due passi in campagna<br />
ho visto qualche mese fa una signora<br />
rivolgersi a un contadino chiedendo:<br />
“Scusi, si potrebbe mangiare<br />
uno di questi frutti?”, peccato però<br />
che il frutto lo avesse già in bocca.<br />
“Mah, pare di sì”, è stata la risposta.<br />
www.moked.it<br />
n. 3 | marzo 2012 pagine ebraiche<br />
Emilio Giannelli (Siena, 25 febbraio 1936) è un disegnatore italiano, vignettista di punta del Corriere della Sera con cui collabora dal 1991, mentre<br />
in precedenza aveva lavorato per dieci anni presso la Repubblica; ha inoltre collaborato con periodici quali Epoca, L'espresso, Panorama. È un<br />
dirigente in pensione del gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena ed è stato Principe delle Feriae Matricularum senesi nel 1960. ll re della<br />
satira italiana (afferma la testata Made in Tuscany) “abita a Siena, e non l’ha mai tradita. Ogni mattina, ormai da vent’anni, la vignetta di Emilio<br />
Giannelli è la notizia in più che il Corriere della Sera regala ai propri lettori. Tratto di matita deciso, spesso minuzioso, battuta secca e pungente,<br />
ed ecco senza veli i potenti dell’Italia e del mondo visti con un’ironia mai trasgressiva”. “Non mi piace quello che spesso si vede sui giornali –<br />
dice Giannelli – preferisco una satira misurata e sottile. Al Corriere non c’è censura, solo un’autolimitazione naturale, senza tratti esagerati né<br />
volgari”. “Lo si immagina in simbiosi con i vertici del giornale milanese: la sua vignetta è la ciliegina, il commento ironico al fatto politico del<br />
giorno, e il fil rouge della politica si anima di sera. Il flash di Giannelli è così un disegno quasi istantaneo, da mettere in china a notte fonda, sul<br />
filo di lana della chiusura della prima pagina. Ma Giannelli non vive nella redazione di via Solferino a Milano. A 74 anni ben portati se ne sta comodamente,<br />
tenacemente, nella sua casa arroccata in via della Sapienza a Siena”.<br />
Emilio Giannelli:<br />
Ascolto la gente, non i potenti<br />
ú– I SUOI RIFIUTI LEGGENDARI E QUELLA TELEFONATA AI TEMPI DI MANI PULITE<br />
Il sorriso e il graffio. In fondo ognuno conta a modo suo<br />
mano. E la battuta lasciava intendere:<br />
“Uno, due e tre. Conta ancora”.<br />
La satira italiana ha un'illustre<br />
tradizione alle spalle. E lo<br />
stesso Emilio Giannelli lo ha visto<br />
da vicino già da ragazzo. Era a Roma<br />
per fare il militare (una delle<br />
rare trasferte dalla sua amatissima<br />
Siena) e in divisa già disegnava.<br />
Anche all'esercito servivano disegni,<br />
anzi per la precisione ritrattini<br />
per identificare personaggi che a<br />
torto o a ragione le informazioni<br />
militari ritenevano di tenere d'oc-<br />
chio. Un giorno si presenta l'occasione,<br />
una vignetta del ragazzo finisce<br />
sui tavoli della redazione del<br />
grande settimanale satirico romano<br />
Il travaso delle idee. Da allora<br />
Giannelli entra in un mondo popolato<br />
da grandi nomi della vita italiana<br />
del tempo e pubblicare le proprie<br />
battute diventa più di una<br />
passione, quasi una malattia.<br />
L'altra svolta avvenne in una diversa<br />
stagione. Quando in nuovo<br />
quotidiano nazionale, la Repubblica,<br />
Eugenio Scalfari e Giorgio Fo-<br />
rattini aprivano lo spazio di Satyricon,<br />
il giornale, oltre al suo vignettista<br />
da combattimento, dava<br />
voce anche ad altri e Giannelli cominciava<br />
un'alternanza con il collega<br />
che in molte fasi della sua vita<br />
sarebbe poi divenuto anche un<br />
amico. Un vignettista capace è<br />
merce rara e da allora comincia<br />
una competizione inedita. Per favorire<br />
il lavoro di Giannelli che<br />
aveva da mandare da Siena in tempo<br />
la vignetta, un gran signore del<br />
giornalismo italiano, il direttore<br />
Sono solo frammenti, cose piccole,<br />
che lasciano capire come le espressioni<br />
della gente siano portatrici di<br />
una saggezza profonda.<br />
Siamo ormai alla vigilia di Purim, che<br />
i non ebrei definiscono per semplicità<br />
un carnevale ebraico e il giornale sta<br />
lavorando su alcune pagine dedicate<br />
proprio al senso dell'umorismo. Il<br />
mondo dell'umorismo ebraico, del<br />
witz: le interessa? Ci regala qualche<br />
suggerimento, qualche pista da seguire?<br />
Certo che mi interessa. Naturalmente<br />
è un mondo che vedo dall'esterno,<br />
ma mi sta molto a cuore. Mi sta a<br />
cuore e ho imparato a conoscerlo attraverso<br />
gli occhi di alcuni amici<br />
ebrei, che in certi casi sommano la<br />
loro identità di ebrei e di toscani. E<br />
per quello che tutti i cittadini hanno<br />
modo di conoscere, di vedere, per<br />
esempio al cinema.<br />
Cosa le è piaciuto, al cinema?<br />
Secondo me bisogna distinguere fra<br />
Piero Magi, autorizzava da Firenze,<br />
per pura amicizia e stima fra<br />
toscani, l'accesso del vignettista<br />
nella redazione locale della Nazione<br />
e l'utilizzo del suo allora modernissimo<br />
e pionieristico apparecchio<br />
fax. Non appena la tecnologia<br />
lo consente, Eugenio Scalfari ribatte<br />
con il dono di un fax personale a<br />
Giannelli (“Sembrava una lavatrice”,<br />
ridacchia oggi il vignettista<br />
raccontando in una chiacchierata<br />
fra amici l'episodio al presidente<br />
dell'Unione delle Comunità Ebrai-