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Marzo - Moked

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P38 CULTURA / ARTE / SPETTACOLO<br />

L’Italia ebraica? Può ripartire dal Chianti<br />

ú–– Francesca Matalon<br />

Nella kabbalah il numero tre rappresenta<br />

il successo. E sembra che sia così<br />

anche nell’enologia. Ne è la prova tangibile<br />

il vino Terra di Seta, che si avvale<br />

di ben tre certificazioni: è un D.O.C.G.<br />

Chianti Classico, biologico e kasher.<br />

Recentemente ha vinto un premio sul<br />

web da parte dei consumatori ed è<br />

considerato dai maggiori critici uno<br />

dei migliori vini kasher al mondo.<br />

L’idea è venuta a Daniele Della Seta<br />

e a sua moglie Maria Pellegrini, che<br />

dal 2001 vivono a Castelnuovo Berardenga,<br />

a pochi minuti da Siena. “Quando<br />

ho cominciato a lavorare all’Università<br />

di Siena, abbiamo deciso di trasferirci<br />

con la nostra famiglia a vivere<br />

in campagna” ci racconta Della Seta,<br />

ebreo romano. “Abbiamo cominciato<br />

coltivando solo l’uva da vendere ad altre<br />

aziende vinicole. Vedere quanto<br />

questa fosse apprezzata, ci ha spinto<br />

a creare una nostra etichetta e, visto<br />

che abbiamo dovuto costruire una cantina<br />

ex novo, abbiamo deciso fin da<br />

LA RICETTA<br />

Si ringrazia<br />

la signora Bambi Tenebaum<br />

Brasato du bonheur<br />

(Brasato della felicità)<br />

Ingredienti<br />

1kg - 1kg e ½ di Brasato di manzo (Surgelato, Glatt-<br />

Halak bet yosef - Hypercacher 13,90/kg)<br />

1 bottiglia di vino rosso corposo ed aromatico<br />

(Petit Castel 2009 - Hypercacher 37,90)<br />

3 foglie di alloro - 1 cipolla grande - 3 cucchiai di farina<br />

- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva.<br />

Mettere la carne in una ciotola. Versare una bottiglia<br />

di vino rosso di ottima qualità fino a ricoprirla del<br />

tutto. Aromatizzare con le 3 foglie di alloro, chiudere<br />

la ciotola con pellicola trasparente e lasciarla in frigo<br />

tutta la notte. Il mattino seguente togliere la ciotola<br />

u Fasi della preparazione del vino, rigorosamente controllata, nella cantina di Daniele Della Seta (a destra)<br />

subito di renderla interamente kasher”.<br />

Una decisione non facile, perché produrre<br />

un vino kasher impone delle limitazioni<br />

notevoli. Non soltanto perché<br />

il vino può essere lavorato solo da<br />

ebrei osservanti, inviati dall’ente certificatore.<br />

Ma anche per il fatto che la<br />

cantina deve rimanere sigillata durante<br />

shabbat e i giorni di moed: un problema<br />

non da poco, se si pensa che il pe-<br />

dal frigo. Dopo qualche ora riscaldare una pentola antiaderente,<br />

cospargere il fondo con un cucchiaino da<br />

the di sale.<br />

Quando il fondo è ben caldo appoggiarvi il pezzo di<br />

carne e farla cuocere a fuoco medio da tutti i lati per<br />

sigillarla.<br />

Quando ha fatto una bella crosticina, versare l'olio<br />

d'oliva e mettere il coperchio. Aggiungere poi una<br />

grande cipolla tagliata sottile e farla rosolare bene. A<br />

fine rosolatura aggiungere 3 cucchiai di farina, girare<br />

il tutto e versare il vino che si trovava nella ciotola<br />

della carne. Cuocere per un’ora a fuoco lento. Vi renderete<br />

conto, dal profumo che si diffonde in tutta la<br />

casa, che la qualità del vino non va sottovalutata!<br />

Gli abbinamenti consigliati:<br />

Per accordo: Galil Mountain, Yiron 2009 (Hypercacher)<br />

Per contrasto: Terre di Seta, Chianti Classico DOCG 2008<br />

(14,90 Hypercacher)<br />

Per grande sfizio: Chateau Malartic Lagraviere 2004, Grand<br />

Cru Classè de Graves, Pessac-Leognan AOC (69,50 Hypercacher)<br />

riodo della vendemmia può cadere in<br />

concomitanza con le festività di Rosh<br />

HaShanah o Sukkot. Per risolverlo,<br />

l’azienda si è dotata di tecnologie<br />

avanzate che permettono il controllo<br />

del vino e la sua conservazione anche<br />

senza un intervento diretto. Naturalmente<br />

tutto questo ha dei costi molto<br />

elevati. Ma Della Seta non si è fatto<br />

scoraggiare, anzi ha accettato una sfi-<br />

www.moked.it<br />

da, quella di produrre un vino kasher<br />

che fosse per una volta anche di alta<br />

qualità. “Una scelta in un certo senso<br />

obbligata: la nostra azienda si trova<br />

nella famosa zona del Chianti, e il nostro<br />

vino è costretto a rispondere a<br />

determinati requisiti stabiliti da un<br />

consorzio. D’altra parte però ho voluto<br />

creare un prodotto di qualità che fosse<br />

alla pari con tutti gli altri vini della zo-<br />

NOTIZIE DA UNMONDODIVINO<br />

I vini israeliani non smettono di stupire la<br />

stampa internazionale. Dopo la Revue<br />

Francaise des Vins che ha dato ampio risalto<br />

ai vini prodotti nell’area di Gerusalemme;<br />

anche il mensile statunitense Wine Enthusiast ha<br />

pubblicato un servizio sulla realtà vitivinicola israeliana<br />

attuale. Ma la vera novità viene da Robert Parker<br />

(inventore del sistema di valutazione dei vini in<br />

centesimi) considerato la massima autorità del settore,<br />

con la scheda, pubblicata sul suo blog, relativa<br />

ai vini del Domaine du Castel, boutique winery<br />

situata in Alta Giudea che dal 2002 ha convertito la<br />

propria produzione interamente al Kosher: non si<br />

erano mai lette valutazioni così elevate per tutti i<br />

vini prodotti dalla stessa casa vinicola. Molte cantine<br />

italiane si avvicinano con interesse alla realtà<br />

dei vini kasher, considerando questo tipo di produzione<br />

in alcuni casi una sfida, in altri una via di diversificazione<br />

commerciale, con esiti spesso<br />

n. 3 | marzo 2012 pagine ebraiche<br />

na, da vendere a tutti. Mentre in paesi<br />

come Francia e Israele questo avviene<br />

già da tempo, in Italia la maggior parte<br />

delle volte questi vini, per avere un<br />

costo inferiore, risultano invendibili al<br />

di fuori del mercato kasher”. Naturalmente<br />

più certificazioni significano<br />

più controlli, che si traducono in un<br />

prodotto migliore.<br />

Un unico rimpianto: “Quando vado<br />

alle fiere, spesso internazionali, a promuovere<br />

il mio vino, divento il rappresentante<br />

non soltanto del mio prodotto,<br />

ma anche più in generale del<br />

Made in Italy, una formula che soprattutto<br />

all’estero è simbolo di grande<br />

prestigio e qualità.<br />

Però mi sento sempre un po’ solo: non<br />

soltanto perché vedo che la maggior<br />

parte delle volte gli altri vini kasher<br />

italiani non sono all’altezza di questo<br />

marchio, ma sono anche dispiaciuto<br />

perché le comunità ebraiche non hanno<br />

mai tenuto conto di questo aspetto<br />

per sfruttarne le capacità imprenditoriali.<br />

Mi auguro che in un futuro questo<br />

possa cambiare”.<br />

sorprendenti. Molto fa anche la certificazione che<br />

quanto più riconosciuta, tanto più permette di abbracciare<br />

fasce di mercato più ampie. Ma il fattore<br />

determinante rimane lo stesso che governa il mercato<br />

in generale: il giusto rapporto qualità/prezzo.<br />

Se è vero che fino a qualche anno fa il consumatore<br />

osservante abituato al vino da Kiddush non<br />

era esigente in materia, oggi ha sviluppato una conoscenza<br />

e una curiosità che lo porta alla ricerca<br />

continua di elementi e parametri di confronto. Le<br />

guide più autorevoli nel mondo hanno cominciato<br />

a dedicare spazio anche ai vini kasher. La speranza è<br />

che spossano presto annoverare anche esempi di<br />

produzione kasher italiana.<br />

Appuntamenti<br />

4/6 marzo: Prowein - Dusseldorf, Germania<br />

6/9 marzo: Foodex - Tokio, Giappone<br />

25/28 marzo: Vinitaly - Verona, Italia<br />

DALLA COLAZIONE AL DOPOCENA<br />

VIA MAURIZIO QUADRIO 2/A<br />

(Monteverde)<br />

PROSSIMA APERTURA<br />

PIAZZA COSTAGUTI 21<br />

(Portico d’Ottavia)<br />

TEL: 06 5819886 • EMAIL: hc.romakosher@gmail.com<br />

Roberto E David

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