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Sentire, riconoscere, pensare - Il pensare - Rivista di Filosofia

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lotta per il riconoscimento trova la sua versione contemporanea,<br />

oltre la prospettiva ontoteologica in cui Hegel la poneva 30 <strong>Il</strong> riconoscimento tra conflitto e sacralità della persona in Paul Ricoeur Marco Casucci<br />

ILp<br />

.<br />

Al <strong>di</strong> là delle analisi estremamente interessanti e suggestive che Ricoeur<br />

svolge a proposito <strong>di</strong> ciascuno dei tre livelli, quello che mag-<br />

giormente preme mettere in evidenza è l’elemento <strong>di</strong> negatività da<br />

cui scaturisce la lotta. Ogni richiesta <strong>di</strong> riconoscimento inevitabilmente porta con sé un<br />

misconoscimento complementare generatore <strong>di</strong> conflitti. La domanda che a questo punto<br />

giustamente si pone il pensatore francese è la seguente: “Quando un soggetto potrà rite-<br />

nersi davvero riconosciuto?” 31 . Ovvero, non ci troviamo forse <strong>di</strong>nanzi ad una forma aggior-<br />

nata della “coscienza infelice” <strong>di</strong> hegeliana memoria che inficia alla base ogni tentativo <strong>di</strong><br />

conciliazione e <strong>di</strong> riconoscimento definitivo <strong>di</strong> ciò che noi siamo? Come afferma lo stesso<br />

Ricoeur “si affaccia qui la tentazione <strong>di</strong> una nuova forma <strong>di</strong> ‘coscienza infelice’, sotto le<br />

specie sia <strong>di</strong> un inguaribile sentimento <strong>di</strong> vittimismo, sia <strong>di</strong> una infaticabile postulazione <strong>di</strong><br />

ideali fuori portata” 32 .<br />

Eppure è proprio a partire da questa prospettiva <strong>di</strong>sperante circa le possibilità <strong>di</strong> un<br />

riconoscimento effettivo al <strong>di</strong> là dei conflitti che si apre la possibilità <strong>di</strong> riscoprire un aspet-<br />

to pacifico della <strong>di</strong>namica del riconoscimento medesimo. Tali “stati <strong>di</strong> pace” come li defini-<br />

sce Ricoeur, seppur nella loro rarità, costituiscono dei momenti <strong>di</strong> chiarezza in grado <strong>di</strong><br />

orientare l’azione, proponendo un oltrepassamento del conflitto in un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> relazione<br />

in cui la me<strong>di</strong>azione del negativo, propria della lotta, viene superata nella <strong>di</strong>mensione paci-<br />

ficatrice del dono.<br />

Per introdurre il tema della sospensione momentanea del conflitto negli stati <strong>di</strong> pace<br />

Ricoeur ricorre all’alternativa tra giustizia e agape. Tra queste due <strong>di</strong>mensioni infatti si in-<br />

staura un rapporto <strong>di</strong> complementarietà che finisce per mostrare l’insufficienza della giu-<br />

stizia rispetto all’amore <strong>di</strong>sinteressato che dona se stesso, oltre ogni <strong>di</strong>mensione retributiva<br />

o commerciale. A questo proposito viene fatto notare come “la sentenza cade come una pa-<br />

rola che separa, che mette da una parte il querelante <strong>di</strong>chiarato vittima e dall’altra il suo<br />

30 Su questo punto si vuol far notare il rapporto “<strong>di</strong>fficile” portato avanti da Ricoeur rispetto alla prospettiva<br />

hegeliana. Ricoeur si accosta sempre con timore ad Hegel vedendo in lui da un lato la potenza del “mondo<br />

etico” delineato tanto nelle sue riflessioni giovanili che nei Lineamenti <strong>di</strong> filosofia del <strong>di</strong>ritto, dall’altro il pe-<br />

ricolo della “riflessione assoluta” come negazione dell’ermeneutica e come “rischio” per la ragione che tenta<br />

<strong>di</strong> orientarsi storicamente in un orizzonte <strong>di</strong> finitezza. Questa dualità <strong>di</strong> atteggiamento rimane fondamentalmente<br />

irrisolta aprendo questioni non risolvibili nell’ambito ristretto <strong>di</strong> una nota a pie’ pagina, ma senz’altro<br />

bisognose <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento. Per quanto riguarda il confronto <strong>di</strong> Ricoeur con Hegel si veda: P. Ricoeur,<br />

Tempo e racconto, III vol., cit., in particolare il cap. VI intitolato Rinunciare ad Hegel, pp. 297-316; Id., Dal<br />

testo all’azione, cit., pp. 242-250, dove si parla esplicitamente <strong>di</strong> una “tentazione hegeliana”; nonché il saggio<br />

Hegel e Husserl sull’intersoggettività, in ivi, pp. 271-291.<br />

31 P. Ricoeur, Percorsi del riconoscimento, cit., p. 244.<br />

32 Ivi, pp. 244-245.<br />

<strong>Il</strong> <strong>pensare</strong> - <strong>Rivista</strong> <strong>di</strong> <strong>Filosofia</strong> ◆ ISSN 2280-8566 ◆ www.il<strong>pensare</strong>.it ◆ Anno I, n. 1, 2012<br />

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